Nel mondo digitale bisogna reinventarsi (con competenza)

Quando ero più giovane, il mio desiderio e il grande sogno che mi accompagnavano erano quelli di poter viaggiare per il mondo e lavorare a livello internazionale. Dopo aver conseguito la laurea in economia, ho provato diverse strade: ho studiato recitazione presso la New York Film Academy, ho svolto vari stage nel settore bancario, ma soprattutto ho lavorato nel campo dei media tradizionali, scrivendo per riviste e fungendo da presentatrice e testimonial per vari marchi a livello nazionale. Nonostante avessi provato diverse strade, tutto era frammentato nazione per nazione e lingua per lingua.
È stato grazie ai social media che sono riuscita a realizzare il mio sogno di avere una carriera globale. Nessuna delle mie esperienze precedenti mi aveva offerto l’opportunità di essere veramente internazionale, di raggiungere persone in tutto il mondo, di viaggiare e di lavorare con aziende provenienti da diverse nazioni. Nonostante i social media vengano spesso visti in una luce negativa, soprattutto per la superficialità e la falsità dei contenuti che spesso si trovano, per me sono stati il vero trampolino di lancio per l’imprenditoria digitale a livello mondiale. Con la crescita organica dei miei follower, crescevano anche i potenziali consumatori dei marchi che promuovevo. Era una ruota che non smetteva mai di girare. Assumevo sempre più responsabilità e creavo io le mie regole.
Tuttavia, spesso mi viene chiesto: «Ma allora, perché studiare all’università, se sei finita a fare questo? Perché hai dedicato tempo a imparare sei lingue e a sviluppare competenze di comunicazione pubblica, se sembra che l’unico talento necessario per guadagnarsi da vivere tramite i social media sia la capacità di pubblicare dei selfie con il cellulare?»
Beh, risponderei che non è del tutto così, che non tutto ciò che luccica è oro, e che dietro ad ogni successo (anche su Instagram) ci sono ore ed ore di lavoro programmato. Però è vero che non tutte le mie capacità vengono usate quando partecipo ad una «fashion week» o scatto per una campagna pubblicitaria digitale di borsette.
La risposta a questa domanda risiede nel fatto che l’imprenditoria digitale come la conosciamo oggi è completamente diversa da quella di soli 5 anni fa. Ed è solo un capitolo nella mia vita lavorativa. Siccome nulla è statico ed al giorno d’oggi viviamo in un mondo che cambia a un ritmo molto più rapido non solo rispetto ai nostri nonni, ma anche solo rispetto ai nostri genitori. Anche i cicli delle tendenze si sono accelerati drasticamente. Non esiste più la prospettiva di lavorare per tutta la vita seguendo un curriculum prestabilito; è necessario reinventarsi costantemente.
Questo concetto si applica anche ai social media di oggi: come qualsiasi altro mercato, negli ultimi anni si è evoluto, si è sviluppato e si è saturato. Poiché si basa principalmente sull’apparenza, attira spesso persone disposte a fare qualsiasi cosa pur di mostrarsi, che sono pronte a partecipare a qualsiasi evento o collaborare con qualsiasi brand, anche senza essere pagate. Questo danneggia il business per tutti. Non esiste un sindacato degli influencer.
Ad esempio, immagina una giovane influencer che, pur di mostrare un lussuoso viaggio a Bali, accetta di promuovere un hotel senza ricevere alcun compenso. Questo fenomeno è diventato abbastanza comune sui social media, poiché molte persone sono disposte a sacrificare il valore del proprio pubblico per ottenere visibilità, un boost all’ego e qualche «mi piace» in più. La saturazione del mercato dei social media ha portato a una competizione feroce, in cui molti sono disposti ad aderire a pratiche non etiche pur di ottenere successo.
Ma fortunatamente anche il pubblico matura con il mercato: diventa più saggio, più critico ed anche più cinico. Non ci cascano così facilmente. Chi vince la gara in questa ruota che non smette mai di girare? Quelli che sono davvero preparati. Quelli che la sostanza se la sono sudata negli anni di prove ed errori, studi ed esperienza. Quelli che si sanno parlare in video o costruire un vero business plan. Quegli individui che, grazie alla loro autenticità, alla qualità dei contenuti che offrono e alla loro capacità di costruire relazioni autentiche con il loro pubblico, riescono a reinventarsi in un ciclo che va rapidissimo.
La competenza e la meritocrazia non sono morte, e penso siamo al punto in cui torneranno in voga. Il pubblico è più sofisticato ed è pronto per un salto di qualità. Ha voglia di contenuti approfonditi, di imparare, di vedere che chi è lì - se lo è meritato davvero.