Il caso

Noi, dottori non vaccinati

Sono parecchi i medici ticinesi che non hanno seguito le raccomandazioni delle autorità, ma tra di loro solo in due ci hanno finora messo la faccia: «Abbiamo paura di parlare, rischiamo ripercussioni, questa censura fa molto male»
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Red. Online
05.09.2021 16:02

«Non mi sono vaccinato ma, per favore, non lo scriva». Sono parecchi i medici ticinesi che non hanno seguito le raccomandazioni delle autorità. Ma tra di loro solo in due ci hanno finora messo la faccia.

«Se dovessi espormi - dice in forma anonima un medico del Locarnese -, rischierei di subire ripercussioni. Ci sono colleghi che hanno parlato apertamente e ne hanno pagato le conseguenze. Io sono molto scettico sul vaccino, ma non mi sento libero di parlare. Mi dispiace ma non posso mettere a repentaglio la mia attività e quella del mio reparto ».

Più di settecento «no vax» negli ospedali
Il medico del Locarnese non è solo. Tra i 3.340 operatori sanitari dell’Ente ospedaliero cantonale (EOC) che lavorano a contatto con i pazienti, il 23% non si è vaccinato. «Ma la situazione è in evoluzione positiva - precisa Adriana Degiorgi, responsabile della comunicazione dell’EOC -. Numerosi collaboratori ci stanno informando di vaccinazioni programmate presso centri esterni all’ente. Non da ultimo, stiamo organizzando una nuova campagna interna di vaccinazione per la seconda metà di settembre». Ciò non toglie che negli ospedali pubblici ticinesi lavorino più di 700 persone che hanno finora rifiutato il vaccino nonostante siano state caldamente invitate a farlo.

«Sin dai tempi dei greci e dei romani - aggiunge un altro medico - la nostra cultura si è sviluppata attraverso il dialogo e il confronto. In ambito di COVID-19 invece è accettata un’unica opinione. Coloro che esprimono dubbi vengono messi alla berlina. Come se fossero dei pazzi. Eppure rappresentano quel quaranta per cento di popolazione che ha espresso i propri timori bocciando la legge COVID-19. Invece di dare loro risposte, li si zittisce. Questa è una forma di censura che a me, come medico, fa molto male».

«Scienza e coscienza»
In Ticino è noto il caso del dottor Roberto Ostinelli, sospeso e multato dall’Ordine dei medici per essersi a più riprese espresso criticamente sulla gestione della pandemia, sebbene lui specifichi di non essere oggetto di «alcuna sanzione» visto che le misure nei suoi confronti sono sospese da un ricorso tuttora pendente. «Ad ogni modo a me non interessano le conseguenze - afferma Ostinelli . Un medico ha il diritto di curare i propri pazienti con scienza e coscienza. Un medico ha il diritto e il dovere di esprimere le proprie opinioni. Mi dispiace se molti colleghi non hanno il coraggio di esprimere le loro convinzioni ». L’altro medico che non ha fatto mistero delle proprie perplessità è il « solito» Werner Nussbaumer, spintosi fino a partecipare a una manifestazione di «no vax». Gli altri medici scettici, invece, tutti zitti.

Sospesi o allontanati, anche in Ticino
Li si può capire. In Italia si susseguono le sospensioni di medici per « inosservanza dell’obbligo vaccinale». In altri paesi c’è già chi è stato licenziato o ha perso importanti incarichi. Persino nel piccolo Ticino si registra il caso di un medico che si è visto rescindere il contratto di collaborazione con una casa anziani a causa di alcune dichiarazioni pubbliche non gradite. Un segnale a tutti i colleghi che stavano meditando se esporre le proprie perplessità. Meglio non farlo, se si tiene al posto di lavoro.

«Io personalmente sono scettico sul vaccino - afferma un noto primario, anch’egli su richiesta di anonimato -. Però ai miei pazienti non sconsiglio il vaccino. Cerco semplicemente di dare loro tutte le informazioni in modo che possano scegliere con cognizione di causa. Le considerazioni critiche le tengo per me. Perché come medico voglio aiutare le persone. Se mi fosse impedito di farlo a causa di un’intervista, sarebbe per me la peggiore punizione che mi si possa infliggere »