Società

«Non conosco prostitute felici»

La consigliera nazionale Marianne Streiff-Feller sulla sua mozione affossata a Berna che chiedeva di multare i clienti
Andrea Stern
Andrea Stern
12.06.2022 06:00

Solo 11 parlamentari hanno approvato la mozione di Marianne Streiff-Feller che chiedeva di multare i clienti di prostitute, come già avviene nei Paesi nordici. «Ma penso che prima o poi anche inSvizzera ci si renderà conto che il sistema del meretricio è lontano anni luce da quella che può essere considerata la parità di trattamento e di opportunità tra i sessi» afferma la consigliera nazionale bernese.

Signora Streiff-Feller, si aspettava un così misero sostegno alla sua mozione?
«Avevo previsto che sarebbe stata respinta, ma speravo in qualche consenso in più».

Come spiega questa stroncatura?
«Gli oppositori sono stati molto attivi, hanno inviato lettere e mail ai consiglieri nazionali. C’è stato un lobbismo a senso unico. Io stessa ho ricevuto messaggi stupidi e diffamanti. È peccato. Perché ci sarebbero tante persone favorevoli al modello nordico».

Chi sono i lobbisti della prostituzione?
«Sono organizzazioni che lavorano con donne che chiedono migliori condizioni di lavoro nella prostituzione e vogliono continuare questa attività. È una realtà in cui girano tanti soldi».

Diversi studi indicano che l’80/90% delle prostitute smetterebbe subito di fare questa attività, se ne avesse la possibilità

Non crede che ci siano anche donne felici di guadagnare tanti soldi vendendo il proprio corpo?
«Sì, non lo contesto, ma sono una piccolissima minoranza. Diversi studi indicano che l’80/90% delle prostitute smetterebbe subito di fare questa attività, se ne avesse la possibilità».

Lei conosce personalmente delle prostitute?
«Sì, conosco donne che hanno esercitato la prostituzione e altre che la esercitano tuttora. Nessuna di loro è felice, in questo momento».

Nemmeno le donne che hanno smesso?
«Di recente si è rivolta a me una ragazza che vendeva il suo corpo. Diceva che lo faceva volontariamente, che guadagnava molto bene e che era felice così. Ma questa illusione non è durata a lungo».

Conosco una ragazza. Viveva ogni atto sessuale come uno stupro. Si è ammalata psichicamente. Ora è in cura, non riesce più a svolgere alcun lavoro

Cosa è successo a questa ragazza?
«Piano piano ha iniziato a sentirsi estraniata dal suo corpo. È arrivata al punto di non farcela più. Viveva ogni atto sessuale come uno stupro. Si è ammalata psichicamente. Ora è in cura, non riesce più a svolgere alcun lavoro, dipende dall’assicurazione invalidità».

Non crede che per una storia negativa ce ne possono essere altre positive?
«È possibile. Ma in questo caso sto parlando di una ragazza svizzera, che vendeva il suo corpo per scelta. Se queste sono le conseguenze su una persona che ha scelto volontariamente la prostituzione, lascio a lei immaginare quali siano le conseguenze sulle donne che si prostituiscono per necessità o per costrizione».

Perché secondo lei gli uomini continuano ad andare a prostitute?
«Questo non lo so, sfugge alla mia comprensione. C’è da dire che è un comportamento accettato dalla società. E poi forse ci sono uomini che si sentono forti acquistando sesso, uomini per i quali pagare una donna è una dimostrazione di potere».

Oggi la maggior parte dei giovani uomini ritiene che la prostituzione sia qualcosa di sbagliato

In Svezia, dove i clienti delle prostitute vengono sanzionati, come è cambiata la situazione?
«C’è stata un’evoluzione delle mentalità. Oggi la maggior parte dei giovani uomini ritiene che la prostituzione sia qualcosa di sbagliato».

In Parlamento un consigliere nazionale UDC ha detto che in Svezia ci sono molti più stupri.
«La questione è che in Svezia gli stupri sono calcolati diversamente. Tutto ciò che è molestia sessuale finisce nella categoria stupri. Le loro cifre non possono essere confrontate con le nostre».

Ma come risponde a chi sostiene che senza prostituzione ci sarebbero più stupri?
«Questa mi sembra una mancanza di rispetto nei confronti del genere maschile. Gli uomini non sono animali. Penso che sarebbe positivo se riuscissero a elaborare questa visione del sesso come loro necessità, se riconsiderassero anche la dignità della donna».

Le prostitute in Svezia si sentono più tutelate, più sicure di rivolgersi alla polizia se un cliente si mostra violento

In Svezia ci sono ancora prostitute. Stanno meglio di prima?
«Sì, con il nuovo modello sono diminuite le violenze. Le prostitute si sentono più tutelate, più sicure di rivolgersi alla polizia se un cliente si mostra violento. Inoltre lo stesso cliente, sapendo di compiere qualcosa di illegale, si comporta diversamente».

Il suo collega di partito Nik Gugger si batte contro l’accesso dei giovani alla pornografia, lei contro la prostituzione. Qualcuno potrebbe pensare che voi evangelici abbiate un problema col sesso.
«Una delle priorità del nostro partito è la lotta contro lo sfruttamento. Non abbiamo nulla contro il sesso, che può essere una cosa bellissima, ma contro lo sfruttamento. La prostituzione è sfruttamento. Io a livello parlamentare mi batto contro ogni tipo di sfruttamento, che sia nel mercato del lavoro o in altri ambiti».

Voi evangelici siete anche l’unico partito che ha espresso una raccomandazione di voto in merito all’introduzione dell’alcol alla Migros. Perché?
«Perché ci sono persone che hanno un problema con l’alcol, che sono riusciti a uscirne e che sono felici di poter andare in un negozio senza essere confrontate con offerte di alcolici. La Migros può fare i suoi utili con gli alcolici attraverso Denner o altre filiali, ma è buono che i suoi negozi restino un ambiente protetto».

Quindi volete privare la maggioranza di un bicchiere di vino in nome di una piccola minoranza?
«È una minoranza di persone deboli che noi come partito ci teniamo a proteggere».

Secondo lei vincerà il sì o il no?
«Non so, posso immaginare che ci saranno delle differenze regionali. In Svizzera tedesca potrebbe prevalere il no, in Svizzera romanda e in Ticino invece non mi stupirebbe affatto se dovesse vincere il sì».