Novanta giorni per tutti
Diciotto settimane di congedo per la madre, diciotto per il padre. A Zurigo i cittadini potranno esprimersi il prossimo 15 maggio su un’iniziativa del Partito socialista che trasformerebbe il cantone in un’oasi di generosità verso i neogenitori. Attualmente a Zurigo, come in tutti gli altri cantoni elvetici, la nascita di un bambino dà diritto a 14 settimane di congedo per la madre e due settimane per il padre.
L’iniziativa socialista è sostenuta anche dai Verdi e da qualche singolo membro dei Verdi liberali e dell’Alleanza del Centro. A detta dei suoi promotori, un congedo di 18 settimane per entrambi i genitori sarebbe un passo verso una maggiore uguaglianza tra i sessi e favorirebbe la partecipazione delle donne al mondo del lavoro. Il canton Zurigo, sostengono, diverrebbe ancora più attrattivo come luogo dove vivere e lavorare. I contrari invece si oppongono a una soluzione in solitaria che creerebbe disparità all’interno del Paese, oltre a causare costi fino a 2 miliardi di franchi l’anno.
Meno della metà dei padri ne ha approfittato
Sempre se tutti i neogenitori dovessero effettivamente beneficiarne. Perché già solo il congedo paternità di due settimane - introdotto all’inizio dell’anno scorso dopo che nel settembre 2020 il popolo aveva approvato un progetto in tal senso con il 60,3% di voti favorevoli - ha ottenuto riscontri ben inferiori alle aspettative. L’Ufficio federale delle assicurazioni sociali (UFAS) aveva messo a preventivo una spesa di 198 milioni di franchi per il 2021, in realtà ha versato solo 98 milioni.
Questo perché - come rivelato da Le Matin Dimanche - su 89mila uomini che avrebbero potuto fare richiesta del congedo paternità di due settimane, solo 42mila l’hanno fatto.
L’UFAS avverte che i dati vanno presi con le pinze, siccome i padri hanno sei mesi di tempo dopo la nascita del figlio per prendere le due settimane di «vacanza». Solo nel prossimo mese di luglio sarà quindi possibile stilare un bilancio definitivo del primo anno di congedo paternità. È però già ora evidente che sarà un bilancio a tinte fosche.
«Un cambiamento culturale richiede tempo»
«Ci vorrà del tempo per arrivare a regime - commenta Giorgio Fonio, sindacalista OCST, deputato e vicepresidente PPD -. Il congedo paternità è un cambiamento culturale importante, che è diventato realtà dopo un percorso lungo e difficile. Non stupisce che ora anche la sua applicazione debba fare i conti con alcuni ostacoli».
Leggasi pressioni. Dall’alto o autoindotte. L’Istituto delle assicurazioni sociali di Zurigo spiega, nel suo rapporto annuale, che «molti padri si sono informati sui loro diritti, ma diversi di loro hanno espresso preoccupazione perché il loro datore di lavoro era critico nei confronti del congedo di paternità». Da qui la supposizione «che nell’anno di introduzione non tutti i padri abbiano rivendicato il loro diritto a un congedo di paternità pagato».
Valérie Borioli Sandoz, responsabile uguaglianza a Travail.Suisse, conferma la supposizione. «Abbiamo ricevuto un’ottantina di chiamate da parte di padri che denunciavano le pressioni esercitate dai loro datori di lavoro, per nulla favorevoli all’idea del congedo paternità», ha detto alla RTS.


«C’è chi non è interessato»
«I sindacati portino le prove, altrimenti sono le solite insinuazioni campate in aria - reagisce Fabio Regazzi, consigliere nazionale PPD e presidente dell’Unione svizzera arti e mestieri (USAM) -. Per conoscere le vere ragioni di queste rinunce bisognerebbe interpellare i diretti interessati. Io ipotizzo che ci sia chi non è interessato a questo benefit. Poi non escludo che ci siano piccole realtà che incontrano difficoltà nel gestire le assenze. Ma è presto per stilare un bilancio esaustivo. Bisognerà aspettare ancora qualche anno». Potrebbe trattarsi di una situazione temporanea, di una fase transitoria. Sebbene in Francia, dove il congedo pagato esiste dal 2002, ci sia ancora oggi un30% di padri che vi rinuncia.
Il sondaggio sulla soddisfazione
Un fenomeno curioso. Un sondaggio di Travail.Suisse ha infatti dimostrato - caso mai ce ne fosse stato il bisogno - che più il congedo paternità è lungo, più cresce la soddisfazione del lavoratore. Solo il 39% degli uomini interpellati dal sindacato si è detto «soddisfatto» o «molto soddisfatto» da un congedo paternità di 10 giorni. La percentuale sale al 61% per un congedo di 20 giorni, al 71% per un congedo di oltre 20 giorni.
Il sondaggio di Travail.Suisse non ha contemplato l’eventualità di un congedo paternità di diciotto settimane, 90 giorni, come proposto dal Partito socialista nel canton Zurigo. Immaginiamo che la soddisfazione salirebbe alle stelle.