Politica

Obbligo di mensa? Fuga dall'asilo

Verso i Grigioni per sfuggire alle grinfie del sistema scolastico ticinese, l’unico in tutta la Svizzera che impone la refezione obbligatoria: «Era un incubo»
Andrea Stern
Andrea Stern
26.06.2022 09:04

Anna (nome di fantasia) è emigrata nei Grigioni per sfuggire alle grinfie del sistema scolastico ticinese, l’unico in tutta la Svizzera che impone la refezione obbligatoria per i bambini di 4 e 5 anni. «Mia figlia era felice di iniziare l’asilo – spiega Anna -. È una bambina socievole, che impara velocemente, molto precoce nel suo sviluppo, secondo il pediatra. Ero fiduciosa che sarebbe andato tutto bene. Invece le prime settimane sono state un incubo. Mia figlia stava male, piangeva, scappava, si nascondeva, è regredita sotto tanti aspetti. Ho provato a discuterne con la direzione ma ho trovato un muro. Allora per evitare che la situazione degenerasse ulteriormente l’ho portata via dall’asilo e ci siamo trasferite nei Grigioni. Ora mia figlia sta molto meglio».

Obblighi diversi

Il canton Grigioni è una delle vie di fuga per le famiglie che non accettano la rigidità della scuola dell’infanzia in Ticino. Un’altra via di fuga sono le scuole private, in particolare la scuola Steiner, dove la partecipazione alla mensa e alle attività pomeridiane sono facoltative. Nella scuola pubblica ticinese invece no. Il pranzo in mensa è considerato un momento educativo ed è quindi obbligatorio.

«Avevo chiesto espressamente di non obbligare mia figlia a finire il piatto nel caso in cui non avesse avuto fame - riprende Anna -. Mia figlia è così, non rifiuta praticamente nessun alimento, ma ci sono giorni in cui mangia tanto e altri in cui si accontenta di pochi bocconi. In mensa però non erano d’accordo. Le mettevano il cibo in bocca con la forza, tanto che a volte mia figlia tornava a casa tutta arrossata».

Anna dice di aver provato a chiedere una deroga. Infin dei conti, pensava, sua figlia non avrebbe patito chissà quali conseguenze educative se avesse mangiato a casa anziché all’asilo.Ma la direzione scolastica è stata di parere contrario. Non le ha concesso né l’esenzione dal servizio di refezione, né il trasferimento in un altro asilo. Anna e figlia hanno quindi preso il toro per le corna e si sono spostate nei Grigioni, dove la mensa è facoltativa, come pure la stessa scuola dell’infanzia. L’obbligo scolastico, dai nostri vicini orientali, inizia solo all’età di 7 anni.

La richiesta di Morisoli

In Ticino invece la libertà di scelta resta un miraggio. Nel marzo 2019 il deputato UDCSergio Morisoli aveva depositato un’iniziativa parlamentare per la libera scelta genitoriale in ambito di refezione, come è già il caso per coloro che frequentano le scuole elementari, medie e superiori.Ma il Consiglio di Stato s iè messo di traverso. Dopo una consultazione tra i dirigenti scolastici - ma non tra i genitori né tra gli iniziativisti - ha di fatto avvisato che sarebbe stato impossibile abolire l’obbligatorietà.

«L’introduzione del concetto di facoltatività laddove è previsto un obbligo rischia di mettere in discussione i principi di equità e inclusione che la scuola persegue con ilproprio mandato» avvertiva il governo.

Il relatore Raoul Ghisletta (PS) ha quindi tirato fuori un compromesso molto annacquato, che prevede di abolire l’obbligatorietà di refezione solo durante l’anno facoltativo, mantenendola invece per i due anni successivi.

Non finisce qui

Mercoledì il Gran Consiglio ha accolto a maggioranza questo compromesso che compromesso non è. Già al momento del voto però era chiaro a tutti in aula che la questione non si sarebbe chiusa così. Si tornerà a parlare di questo unicum ticinese. L’associazione ARIPE - che da alcuni anni si batte affinché i genitori possano pranzare con i propri figli, se lo vogliono - ha infatti preannunciato il lancio di un’iniziativa popolare per chiedere di rendere facoltativo il servizio di refezione scolastica (vedi qui a fianco).

«Purtroppo in parlamento non siamo riusciti a ottenere ciò che desideriamo - afferma Enrico Ferrari, presidente di ARIPE -, nonostante parecchi deputati condividessero la nostra richiesta. Ora vorremmo che a esprimersi siano i cittadini. Lanceremo la raccolta firme il prossimo 23 dicembre, a cento giornidalle prossime elezioni cantonali. Questo ci permetterà di approfittare degli appuntamenti elettorali e al contempo di spingere tutti i partiti a prendere posizione».

Iniziativa popolare per parificare il Ticino agli altri cantoni 

L’associazione

ARIPE (Associazione per il rispetto di un infanzia pedagogicamente equa) nasce nel 2019 con l’obiettivo di abrogare l’obbligo di refezione scolastica all’asilo, così come l’obbligo dell’imposizione di frequentazione pomeridiana della scuola dell’infanzia. Le richieste di ARIPE vengono riprese da un’interpellanza del PPD, bocciata dal Consiglio di Stato, e da un’iniziativa parlamentare dell’UDC, a seguito della quale mercoledì il Gran Consiglio ha accolto un compromesso molto annacquato.

L’iniziativa

Visto quanto emerso in Gran Consiglio, ARIPE ha ora deciso di lanciare un’iniziativa popolare. È previsto che la raccolta firme parta il prossimo 23 dicembre, esattamente a cento giorni dalle elezioni cantonali del 2023. Lo scopo dell’iniziativa è quello di rendere facoltativa la partecipazione alla mensa, come già avviene in tutti gli altri cantoni.