Perché per noi inglesi era una regina rock

Quando io sono nato nel 1963 lei era già Regina da undici anni. E la sua presenza ha accompagnato, con quel tocco di nobile discrezione, tutta la mia vita e quella di intere generazioni di britannici.
Ha attraversato la storia e i cambiamenti geopolitici, superato tensioni interne (basta pensare alla Brexit), affrontato crisi, gestito scandali che hanno coinvolto appartenenti alla Famiglia Reale, traghettato un Impero in un Paese normale. Dal Dopoguerra a oggi il mondo è cambiato e lei era lì, come una presenza rassicurante. Ecco perché la morte di Elisabetta II a 96 anni (la mamma quando è scomparsa ne aveva 101), è stata per noi uno shock.
Perché per ogni singolo inglese, anche per quelli contro la Corona o i Windsor, Elisabetta era una di famiglia. Il suo viso era nelle monete che abbiamo usato centinaia di volte per pagare una birra o un parcheggio, era nei francobolli, nei bicchieri, nei libri. Ovunque. Capisco che è difficile far comprendere a chi non è inglese perché una vecchia signora con un ruolo d’altri tempi che resiste alla modernità ha avuto un così forte impatto sulla vita di milioni di inglesi. Personalmente, quando ho sentito che era morta, ho vissuto questo momento con nostalgia e profondo dispiacere e ho sentito l’esigenza di chiamare amici e parenti in Inghilterra per parlare, per superare le distanze e sentirmi vicino al mio Paese.
Ancora ricordo quando l’ho incontrata. Forse avevo sette, otto anni: c’era una gara dell’esercito, lei si era avvicinata a noi bambini e io che avevo un’idea di Regina idealizzata dalla letteratura e dai film, pensavo fosse bella e giovane. Così quando la vidi lì accanto esclamai - con l’innocenza di quell’età - «ma come è vecchia!». Aveva poco più di quarant’anni e mia madre mi fulminò con uno sguardo. Poi ho incontrato anche il marito, Filippo, duca di Edimburgo. Venne a Lugano nel 2005 per un incontro del WWF e io fui il Dj della serata.
Elisabetta ha svolto perfettamente il suo ruolo, il ruolo di una sovrana d’altri tempi. Non ha mai parlato di politica e per capire cosa pensasse di un tema o di un problema dovevi cercare di interpretare un mezzo sorriso, uno sguardo, una smorfia, un silenzio prolungato; il giudizio potevi leggerlo nel suo volto mai dalle parole. Tutti i sudditi pensavano di conoscerla ma nessuno l’ha mai conosciuta davvero. In questo senso è stata una maestra nel suo mestiere. Anche se si vedeva che dietro quella scorza dura, dietro protocolli e antiche consuetudini, c’era una donna curiosa, spiritosa, di grande cultura. Non per nulla - ad esempio - ha nominato baronetti i Beatles, cavaliere della Regina Elton John, ha scherzato sugli Abba che cantavano Dancing Queen. In questo è stata una Regina rock. Una Regina che la storia ricorderà a lungo, visto che chissà quale generazione futura (perché dopo Carlo arriverà William e poi suo figlio…), potrà cantare ancora come hanno fatto i Sex Pistols: God Save The Queen.