Il commento

Più che vacanze, ai giovani serve considerazione

L'Unione sindacale svizzera ha scritto una lettera aperta a Berna, per chiedere con urgenza più ferie per gli apprendisti – Ma è davvero ciò di cui hanno bisogno?
Prisca Dindo
22.06.2025 06:00

L'allarme arriva dall’USS, l’Unione sindacale svizzera, che ha indirizzato una lettera aperta a Berna per chiedere con urgenza più ferie per gli apprendisti. La richiesta del sindacato nasce dalla radiografia sullo stato di salute mentale dei giovani in formazione scattata negli scorsi mesi da Workmed.

l quadro che emerge dall’indagine del centro di competenza psichiatrica di Olten, è difficile da ignorare: più della metà dei cinquantamila giovani coinvolti dagli esperti in tutto il Paese ha ammesso di aver vissuto problemi psicologici durante l’apprendistato.

Tra le difficoltà più segnalate figurano giornate di lavoro troppo lunghe, stress scolastico e scarsa comprensione da parte dei formatori, soprattutto quando emergono errori o ci sono difficoltà personali.

Soltanto il 56% degli intervistati raccomanderebbe senza esitazioni la propria azienda di formazione, il 33% lo farebbe soltanto a determinate condizioni, mentre uno su dieci (11%) sconsiglierebbe caldamente qualsiasi giovane dal farsi formare dalla sua stessa azienda. «La loro sofferenza è molto reale e la necessità di agire lo è altrettanto», sottolineano i sindacalisti, che propongono di portare le ferie annuali dalle attuali cinque a otto settimane.

Non è la prima volta che questa proposta approda a Berna. Nel 2023, la consigliera nazionale socialista Sarah Wyss aveva firmato una mozione che chiedeva sei settimane di vacanza per gli apprendisti. Allora il tema non era il disagio psicologico, bensì la carenza di lavoratori qualificati. Per la parlamentare basilese la settimana di ferie in più avrebbe contrastato in modo sostenibile la problematica. «Come società, ma anche come economia, abbiamo tutto l’interesse a rendere l’apprendistato ancora più attrattivo» - aveva argomentato Wyss, sottolineando come gli apprendisti, a differenza dei coetanei liceali, abbiano in media solo cinque settimane di vacanza contro le tredici del sistema scolastico. La maggioranza del Parlamento non le diede retta, seguendo l’indicazione del Consiglio federale, che ritenne i potenziali svantaggi superiori ai benefici.

In Svizzera, l’apprendistato ha un ruolo centrale nel sistema formativo: circa il 60% dei giovani opta per una formazione professionale duale, un dato senza eguali nel panorama europeo. Per questo i sindacati insistono: offrire più tempo libero potrebbe aiutare a contrastare quel disagio crescente emerso dai sondaggi. Ma resta un rischio: le aziende formatrici potrebbero reagire negativamente a un aumento dei costi, riducendo la propria disponibilità a formare nuovi apprendisti.

Sbaglia però chi sostiene che le nuove generazioni siano più fragili rispetto a quelle di un tempo. Lo sostiene la stessa WorkMed. Dati alla mano, gli specialisti del centro di competenza smentiscono «la rappresentazione - ancora molto presente nell’opinione pubblica e nei media - di adolescenti e giovani adulti incapaci di gestire lo stress psicologico: questo cliché non rende giustizia agli apprendisti. Al contrario, la maggior parte di loro, pur vivendo problemi psicologici o difficoltà nel contesto familiare, sociale o scolastico, dimostra forza d’animo e riesce a superare gli ostacoli».

L’indagine rivela anche che il rischio di abbandono della formazione è più alto nelle micro-imprese. Tra le cause più frequenti: conflitti con i formatori (63%), senso di scarso rispetto e difficoltà di integrazione nei team. Forse, più che nuove settimane di vacanza, servirebbe un cambiamento culturale: più ascolto, più empatia, e più considerazione per le nuove generazioni che si affacciano al mondo del lavoro.

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