Politica

Quando c'erano i Verdi di destra

Alle radici dell'ecologismo dopo la scomparsa di Valentin Oehen
Andrea Stern
Andrea Stern
19.06.2022 06:00

Era contro l’energia nucleare, ma anche contro l’immigrazione. Chiedeva un potenziamento dei trasporti pubblici, ma anche un contingentamento dei frontalieri. A Bellinzona propose un’amnistia penale per i detenuti, dopo che a Berna aveva propugnato la reintroduzione della pena di morte.

Se n’è andato il 2 giugno a Nottwil uno dei personaggi più eclettici della recente storia politica. Valentin Oehen, nato nel 1931 nel canton Lucerna, per sedici anni consigliere nazionale per i Democratici svizzeri (partito che allora si chiamava Azione nazionale contro l’inforestierimento del popolo e della patria), in seguito trasferitosi in Ticino dove allevò bovini in una fattoria biologica di Sessa e diede vita a due movimenti di stampo ambientalista, il Partito ecologico liberale (PEL) e quindi la Svolta eco-politica (SVEPO).

«Amava la patria»
Uno degli ultimi rappresentanti di un’epoca in cui l’ecologia non era ancora sbilanciata a sinistra. «Valentin Oehen era una persona che amava profondamente la sua patria», ricorda il dottor Werner Nussbaumer, suo compagno di avventure nella SVEPO. «Non era un razzista, non l’ho mai sentito dire una parola contro le persone straniere. Ma temeva che l’afflusso in massa di immigrati avrebbe causato inquinamento e deturpazione del territorio. Ciò che, purtroppo, si è avverato».

Dopo aver raccolto a Berna l’eredità politica di James Schwarzenbach - l’artefice dell’iniziativa per la limitazione degli stranieri in Svizzera - Valentin Oehen orientò i Democratici svizzeri su una linea nazionalista ed ecologista. Negli anni '80 ruppe con il partito, divenuto a suo modo di vedere troppo oltranzista, spostò il suo baricentro in Ticino e venne eletto in Gran Consiglio per il PEL, in seguito confluito nella SVEPO insieme al Movimento ecologista ticinese (MET) ma non ai Verdi.

Movimento variegato
«La SVEPO era un movimento molto variegato, c’erano persone di sinistra e di destra, ma non litigavamo tra di noi, eravamo uniti dall’amore per la natura»,  ricorda Adriano Meoli, tra i fondatori del movimento, oltre che ex vicecomandante della polizia di Lugano, comandante della polizia di Chiasso, primo ufficiale paracadutista dell’esercito svizzero e responsabile della sicurezza del FC Lugano.

«Fulvio Pelli mi disse che eravamo arrivati troppo in anticipo», racconta Meoli. «In un certo senso aveva ragione. Ma bisogna pensare che allora la realtà politica era molto diversa, non c’erano ancora le varie Greta. I partiti non avevano la sensibilità ecologica che hanno oggi. Noi ci proponemmo come un’alternativa verde ai partiti storici. Un’alternativa né di sinistra né di destra, bensì trasversale».

Nella SVEPO convivevano profili molto diversi tra loro. «Un’armata Brancaleone», come la definì l’Eco di Locarno per rimarcare la sua identità estremamente composita.

Né Schwarzenbach, né Guevara
«Io mi sono sempre definito un liberale masoniano che ha a cuore l’ambiente», riprende Meoli. «Non vedo nessun conflitto in questa mia visione. Al contrario, per avere un’ambiente sano ci vuole anche un’economia sana. Bisogna conciliare le due cose ed è quello che cercavamo di fare nella SVEPO. Eravamo tutte persone spinte dal desiderio di risolvere i problemi del momento, senza pretese rivoluzionarie, senza atteggiamenti aggressivi. Non eravamo né Schwarzenbach, né Che Guevara, eravamo un movimento tranquillo».

Il riferimento va agli attuali Verdi, troppo rossi agli occhi di Meoli. «Alla fine hanno avuto la meglio i verdi di sinistra», afferma. «Quelli che chiedono rispetto per l’ambiente ma a volte non hanno rispetto per il pensiero altrui».

Dopo la parentesi ecologista Meoli è quindi tornato all’ovile, al PLR, per il quale è stato municipale e presidente sezionale. «Io sono un liberale di destra - si definisce Meoli - ma vado perfettamente d’accordo anche con i socialisti. Sono convinto che le buone idee non siano prerogativa di una sola parte politica».

Un pensiero liberale fatto suo anche dal figlio di Valentin Oehen, Guido, che ha ripreso la gestione della fattoria biologica di Sessa. Dopo la SVEPO Guido Oehen era approdato ai Verdi, per i quali è stato anche presidente del Comitato cantonale. Ma poi si è accasato anch’egli nel PLR.

Nuovo partito per Nussbaumer
Il dottor Nussbaumer si appresta invece a lanciare un altro partito (il decimo o l’undicesimo, non ne siamo sicuri). «Vi confluirà la Lega Verde, lo presenteremo in settembre», anticipa Nussbaumer. «Sarà un movimento verde, ma diverso dai Verdi, che io ritengo essere diventati la lunga mano dei socialisti. Sarà un movimento per la salvaguardia dell’ambiente e del territorio, così come della neutralità e dei valori elvetici. Si chiamerà Helvetica».

Piacerebbe, forse, anche allo scomparso Valentin Oehen. «Difendere i nostri valori è difendere il territorio», afferma Nussbaumer. «Una volta la Svizzera era tra i migliori Paesi al mondo nella salvaguardia dell’ambiente. Oggi siamo molti di più, abbiamo bisogno di più risorse, dobbiamo mantenere le centrali nucleari. Noi crediamo sia opportuno fermare la crescita quantitativa. In fin dei conti è proprio ciò che chiedeva Oehen. Era un precursore».