L'editoriale

Questa estate bollente ci rende le vacanze stressanti

Da settimane l’intero settore delle compagnie aeree sta affrontando seri problemi di carenza di personale
Paride Pelli
17.07.2022 06:00

Da settimane l’intero settore delle compagnie aeree sta affrontando seri problemi di carenza di personale, prevedibile esito di due anni di pandemia che hanno quasi azzerato i voli durante il periodo più buio del COVID e stravolto un mercato che già in precedenza viaggiava sul filo del rasoio. Tutte le compagnie, dalle più grandi alle più piccole, hanno dunque dovuto negli ultimi due anni ridurre i propri organici - talvolta fino a percentuali a due cifre - per far fronte al grave peggioramento dei conti.

La principale conseguenza della mancanza di personale è che ogni giorno vengono cancellati centinaia di voli e lasciati a terra migliaia di viaggiatori, spesso senza preavviso o senza alcun annuncio. Comprensibili e scontate, a questo punto, la rabbia dei passeggeri e la scelta di utilizzare altri mezzi di trasporto. A intensificare questa che non sembra soltanto una perturbazione momentanea (come altre simili se ne sono viste in passato) ma una tempesta di cui non si vede la fine c’è pure l’aumento dei prezzi, in salita da diversi mesi ed esplosi dopo l’invasione da parte della Russia dell’Ucraina e lo scoppio del conflitto bellico. E così molte vacanze da sogno si sono già trasformate in un mezzo incubo: la situazione potrebbe addirittura precipitare nelle prossime settimane, con l’ulteriore incremento del flusso di turisti.

È questa la ragione per cui - fatto salvo alcune destinazioni esotiche raggiungibili in tempi utili solo in aereo - l’inaffidabilità dei voli ha riportato in auge il traffico su gomma, il classicissimo spostamento in auto. Ma ahinoi, con pochi vantaggi: l’estate si registra rovente anche sulle autostrade, dove le code fanno invidia a quelle negli aeroporti.

«Le vacanze, che stress!» verrebbe voglia di esclamare, nella comunque privilegiata consapevolezza che crisi economica, guerra e aumento dei contagi non sembrano aver frenato il desiderio degli svizzeri (e non solo loro) di viaggiare ed esplorare il mondo. Anzi. Dopo un inizio 2022 incerto e timoroso, dalla primavera sono ripartite a pieno ritmo le prenotazioni, tra chi non bada a spese dopo due anni o quasi da «recluso» e chi, più cauto, sceglie con attenzione la propria vacanza valutando ogni sfumatura del rapporto qualità-prezzo.

Tornando ai voli, in particolare a quelli delle compagnie low-cost, letteralmente prese d’assalto come in epoca pre-COVID, la preoccupazione maggiore dei viaggiatori non è più soltanto quella di avere un servizio a minor costo ma piuttosto e in prima battuta, quella di poterlo ottenere in tempi certi e senza sorprese dell’ultimo momento. Un carico di aspettative altamente stressante per tutti. A rinfocolare polemiche e insoddisfazioni, nei giorni scorsi, ci si è messo pure il CEO di Ryanair, che ha commentato in un’intervista: «Ogni volta che volo a Londra Stansted trovo assurdo che sia più costoso raggiungere il centro di Londra in treno che volare dall’Irlanda alla Gran Bretagna». Eppure, all’inizio degli anni Duemila, era proprio questo il messaggio che la sua compagnia aveva lanciato con enorme successo: che volare fosse la scelta più economica e veloce fra tutte. La sua ultima dichiarazione, invece, ci consegna un clamoroso cambio di paradigma che la dice lunga sulla rivoluzione in atto nell’offerta aerea. A tendere, secondo gli esperti, la ripresa a spron battuto dei viaggi potrebbe perfino tradursi - e sarebbe un paradosso da sviscerare - nel netto ridimensionamento o addirittura nella fine dell’era delle compagnie low cost, che per far fronte ai rincari del carburante e dell’energia dovranno prima o poi adeguare, e pesantemente, il prezzo dei biglietti.

E questo nonostante un potere d’acquisto che per il cittadino si assottiglia sempre di più. La domanda è lecita: l’aereo tornerà ad essere un mezzo di trasporto per benestanti, come è stato a lungo con i voli di linea, fin dalla loro nascita? In attesa di capire quale sarà la risposta, buone vacanze a tutti: a patto - ça va sans dire - di riuscire a partire.