Relazioni pericolose sul posto di lavoro

L'amore sul posto di lavoro esiste da quando esistono l’amore e il lavoro, quindi praticamente da sempre. «Una volta tutti sapevano delle relazioni in azienda, sia legittime sia extraconiugali - afferma Domenico Basile, esperto di risorse umane -, ma nessuno si sentiva infastidito. Quando due colleghi convolavano a nozze, l’azienda era la prima a congratularsi con loro. Nessuno veniva licenziato, alla peggio si spostava uno dei due partner se le loro posizioni potevano generare conflitti. Il cambiamento è iniziato con il movimento #MeToo, che da una parte ha giustamente sensibilizzato sul tema delle molestie ma dall’altra ha dato una scossa non indifferente anche ai rapporti amorosi consensuali. Oggi è diventato tutto più scivoloso».
Ne sa qualcosa l’ormai ex CEO di Nestlé, Laurent Freixe, licenziato in tronco lunedì per aver prima sottaciuto e poi negato di avere una relazione con una sottoposta, una donna turca che aveva rapidamente scalato la gerarchia aziendale fino a diventare responsabile marketing per l’America Latina nonostante non biascicasse una parola di spagnolo.
Mandare un segnale
«A me sembra un provvedimento esagerato, le reali ragioni devono essere altre - commenta Basile -. Però è anche vero che oggi i capi sono molto responsabilizzati a controllare cosa succede tra i loro collaboratori e a segnalare immediatamente eventuali comportamenti non consoni. Probabilmente con l’allontanamento di Freixe si è voluto dare un segnale, si è voluto far passare il messaggio che nessuno è intoccabile».
Colpirne uno per educarne cento. Perché se è vero che ognuno è libero di seguire il proprio cuore, è anche vero che oggi le aziende pretendono la massima trasparenza, a maggior ragione da chi riveste un ruolo di responsabilità ed esposizione pubblica.
Una questione di trasparenza
«Di principio sarebbe consigliabile segnalare qualsiasi relazione sentimentale interna all’azienda - sostiene Monica Malnati, presidente di HR Ticino, l’associazione professionale nel settore della gestione delle risorse umane -. Questo vale certamente se c’è un rapporto di subordinazione diretta ma anche se le due persone sono a pari livello di responsabilità o nello stesso dipartimento. È una questione di trasparenza e permette di evitare possibili conflitti di interesse, favoritismi e possibili percezioni di ingiustizia da parte degli altri collaboratori».
Le relazioni sentimentali sul posto di lavoro non sono vietate. La legge non prescrive nulla inmerito. Ma sempre più aziende si stanno dotando di codici etici e regole deontologiche che disciplinano anche quest’ambito. «Siamo in un contesto in cui l’integrità e la correttezza hanno una valenza sempre più centrale nelle aziende - spiega Malnati -. Oggi la reputazione è un tema fondamentale, anche per attrarre nuovi talenti. Non dico che una volta non ci fossero regole comportamentali all’interno delle aziende, ma sicuramente l’attenzione e la sensibilità a questa tematica sono cambiate. Questo al fine di prevenire situazioni di abuso di potere, diconflitto di interessi o di disparità di trattamento, favorendo e sviluppando costì una cultura aziendale basata sul rispetto reciproco e sulla fiducia».
Non è una moda. Regolare le relazioni sentimentali serve a garantire equità e fiducia tra i collaboratori. Fermo restando che poi ogni caso è diverso. L’amore tra la cassiera il responsabile del banco macelleria della Migros non ha evidentemente lo stesso impatto di una relazione tra il CEO di Nestlé e una sua diretta subordinata.
Due obblighi da soppesare
«Bisogna sempre valutare le circostanze - premette l’avvocato CostantinoDelogu, specialista in diritto del lavoro -. I contratti di lavoro coniugano due obblighi, quello del datore di lavoro di tutelare la personalità del lavoratore, quindi di rispettarne la vita privata, ma anche quello del lavoratore di avere un comportamento che non si ponga in conflitto con i suoi obblighi contrattuali, rispettivamente con gli interessi dell’azienda. Bisogna sempre fare una ponderazione e vedere come questi due obblighi interagiscono tra di loro».
In altre parole, il datore di lavoro non può invadere la sfera privata del lavoratore, a meno che questa non comporti il rischio di compromettere gli interessi dell’azienda o la corretta esecuzione dell’attività lavorativa.
«Tanto più sono alte le cariche, quanto queste esigenze di irreprensibilità diventano rigide - prosegue Delogu -.E lo diventano sempre di più. Nell’ultimo ventennio c’è stata una crescita nell’emanazione di direttive che toccano anche la sfera più personale dei lavoratori. Oltretutto negli ultimi vent’anni è mutata anche la società. Se una volta gli affari privati potevano rimanere discreti e confinati, oggi i canali social rendono tutto visibile a tutti».
Quasi il 40% ha una relazione
Le relazioni tra colleghi invece non sono affatto una novità. «Da alcuni sondaggi risulta che quasi il 40% degli impiegati ha intrattenuto una relazione affettiva o sessuale con un collega in un certo momento della sua vita - premette l’avvocato Giovanni Jelmini, specialista in diritto del lavoro -. Il posto di lavoro è un luogo che fa parte della quotidianità, è normale che si sviluppino delle relazioni. Quello che le aziende possono fare è proporre delle regole di comportamento professionale per evitare che una relazione influenzi l’impegno e l’efficacia nello svolgimento del lavoro, come anche la relazione con gli altri colleghi»
Un distinguo andrebbe fatto, precisa Jelmini, tra le relazioni legittime ed extraconiugali. «Queste ultime sono più difficili da gestire e comportano sempre un rischio di ricatto - osserva l’avvocato -. Sarebbe consigliabile evitare questo tipo di relazioni sul posto di lavoro, perché rischiano di rendere ricattabili».
L’amante da licenziare
Ad ogni modo non risultano casi in Ticino - almeno non ufficialmente - di dirigenti licenziati a causa di relazioni sentimentali. Emergono però casi di amanti o fidanzati/e che una volta finita la relazione sono stati scaricati in modo più o meno elegante. «Mi capitò che un capo mi chiedesse di licenziare una sua collaboratrice - racconta ad esempio Basile -. Io capii che voleva liberarsi della sua amante, che l’aveva minacciato di spifferare tutto alla moglie, ciò che poi effettivamente fece. Ma io non la licenziai, perché non c’era un motivo valido».
Difatti una relazione amorosa in sè, ribadisce ancora Jelmini, non può infatti essere motivo di licenziamento. «È sbagliato dire che una relazione sentimentale è costata il posto al CEO di Nestlé - conclude l’avvocato -. A costargli il posto è stata la mancanza di trasparenza. E quando viene meno il rapporto di fiducia tra il datore di lavoro e il lavoratore, allora sì che il licenziamento è giustificabile».
I datori di lavoro
Il Ticino è piccolo . Tutti conoscono coppie che si sono conosciute sul posto di lavoro e che spesso continuano a lavorare insieme senza problemi di sorta. Sarà anche per questo che il tema delle relazioni sentimentali in azienda è raramente regolamentato e che in generale si respira una certa condiscendenza verso i piccioncini. A meno che la relazione non implichi un rapporto gerarchico diretto o posizioni che potrebbero generare conflitti di interesse, falsare la percezione del principio di uguaglianza tra collaboratori e inficiare l’andamento dell’attività lavorativa .
Confederazione
Per i dipendenti dell’Amministrazione federale esiste un Codice di condotta, aggiornato l’ultima volta l’anno scorso in modo da esplicitare la condanna di qualsiasi forma di mobbing, sessismo e molestie. Esiste inoltre un sistema che permette di segnalare anonimamente eventuali comportamenti scorretti.Le relazioni consensuali sono ammesse ma devono essere comunicate. Nel caso in cui dovessero generare conflitti di interesse è previsto il trasferimento di uno dei due partner.
FFS
«Le FFS rispettano la vita privata dei propri collaboratori - premette il portavoce Patrick Walser -. Tuttavia eventuali relazioni sentimentali all’interno dell’azienda devono essere dichiarate. Non sono autorizzate situazioni in cui una persona eserciti una funzione di supervisione o di subordinazione nei confronti del proprio partner o di un familiare».
Swisscom
L’operatore telefonico chiede trasparenza ai propri collaboratori. Nel caso di relazioni amorose tra superiori e subordinati si procede al trasferimento di uno dei due partner.
Cantone
Il più grande datore di lavoro del Ticino, l’Amministrazione cantonale, applica un Codice di comportamento, che però non affronta il tema delle relazioni amorose. «Non ci sono normative che vietano le relazioni amorose - spiega Curzio Guidotti, capo dell’Area della gestione amministrativa -. Abbiamo tuttavia dei princìpi deontologici che devono essere rispettati. Qualora una relazione dovesse incidere sullo svolgimento dell’attività lavorativa si valuta come intervenire e si trova una soluzione. A memoria, non ricordo casi in cui si sia dovuti arrivare al licenziamento».
Migros
Non ricorda licenziamenti nemmeno Luca Corti, portavoce di Migros Ticino. «Abbiamo parecchie coppie sposate che lavorano da noi - spiega -. Noi chiediamo semplicemente trasparenza, di modo che si possano trovare i migliori accorgimenti per evitare conflitti di interessi o anche l’insorgere di dinamiche distorte che potrebbero generare malcontento nel team lavorativo ».
EOC
« Non abbiamo delle direttive specifiche sulle relazioni sentimentali - afferma Matteo Tessarollo, portavoce dell’EOC -. È un tema che stiamo affrontando ma siamo ancora agli albori. Abbiamo però un sistema di whistleblowing per la segnalazione anonima di situazioni non congrue con il codice etico. C’è inoltre un codice informale interno che regola la buona condotta. Tengo inoltre a sottolineare che come ente ospedaliero siamo molto avanti nel campo delle pari opportunità ».
BancaStato
« È normale che anche sul luogo di lavoro nascano delle relazioni tra le persone - osserva Stefano Sergi, portavoce di BancaStato -. La normativa interna del nostro istituto, in particolare il Codice di condotta, non ammette situazioni che possano dare adito a conflitti di interesse e questo vale anche in caso di relazioni personali. In questi casi si interviene gestendole per evitare che vi sia un conflitto d’interesse dettato, per esempio, da un rapporto di subordinazione ».
SUPSI
Si guardano i singoli casi anche alla SUPSI, che conta un organico di oltre 1.200 persone. «Le relazioni fra collaboratori non sono disciplinate o codificate in regolamenti interni o codici di comportamento specifici, preferendo la via del rispetto reciproco, del buon senso e della responsabilità individuale - spiega il portavoce Andrea Ramani -. Tali principi sono iscritti nel Codice etico della SUPSI. In situazioni potenzialmente critiche, come ad esempio in presenza di rapporti fra responsabili e subalterni, sono definite puntuali condizioni comportamentali all’attenzione dei diretti interessati».