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Riva come il Bronx

Esplode la criminalità nel borgo sul Ceresio, con un +1313%: «Anomalie statistiche»
Andrea Stern
Andrea Stern
08.05.2022 06:00

Nel borgo regna un’atmosfera spettrale. Tra le viuzze non c’è quasi un’anima viva. In pochi parlano. Qualcuno dice di sentirsi ancora tranquillo. Un altro, spavaldo, sostiene di uscire la sera senza nemmeno infilare la pistola nella fondina dei pantaloni. Non si rendono conto di vivere nella capitale ticinese del crimine. Riva San Vitale, il comune dove l’anno scorso i reati sono aumentati del 1313% (!).

«Il dato statistico è corretto», si limita a confermare la polizia cantonale a coloro che dovessero essere balzati sulla sedia sfogliando la Statistica criminale 2021. In quel di Riva San Vitale, placido borgo adagiato sulle rive del Lago di Lugano, l’anno scorso si sono registrati 791 reati. Più che a Chiasso, Mendrisio o Locarno. Il tasso di criminalità è schizzato a oltre 300 reati ogni mille abitanti, il decuplo che nel resto del cantone. Cifre da rabbrividire per un comune che, fino al 2020, figurava regolarmente nella parte tranquilla della classifica.

Ora Riva San Vitale è diventata la capitale del crimine ed è tutto vero. Sebbene vi sia una spiegazione capace di stemperare quel quadretto da Far West che probabilmente a molti si stava già insinuando in testa.

A parte il furgone parzialmente inabissato nel lago e l’accoltellamento senza gravi conseguenze di un uomo da parte della sua compagna alticcia, non è che l’anno scorso a Riva San Vitale sia successo granché. I 791 reati - e qui sta la spiegazione di tutto - sono quasi tutti da addebitare a un’unica inchiesta ruotata attorno a una carrozzeria con sede sul territorio comunale. Un’inchiesta per truffe alle assicurazioni che fu aperta nel 2018 ma che è stata conclusa solo l’anno scorso. Con relativa trascrizione di tutti i reati riscontrati durante l’inchiesta nella categoria «Riva San Vitale», perché è lì che sono stati realizzati i presunti danni da fatturare alle assicurazioni. E sotto l’anno «2021», nonostante i reati risalgano al passato.

«Anomalie statistiche», commenta una fonte interna al Ministero pubblico. Come quelle che sulla cartina cantonale portano a dipingere di rosso sangue, oltre a Riva San Vitale, anche il comune di Bosco Gurin. L’altra capitale del crimine ticinese. Con una quarantina di abitanti. In fin dei conti a Bosco, se si fa un rapporto con la popolazione, bastano un paio di infrazioni per essere catapultati in cima alle classifiche della delinquenza.

Già, anomalie della statistica.