Il punto

Sette domande per sei tifosi

L'album dei ricordi tra campi e spalti, per ripercorrere la grande passione per il Lugano che negli anni non è mai sbiadita
Luca Sciarini
Luca Sciarini
15.05.2022 06:00

Le domande

1. Come è diventato tifoso del Lugano?

2. Prima partita vista? Cosa ricorda? Chi lo ha portato allo stadio?

3. Idolo del Lugano da bambino

4. Già visto altre finali di Coppa dallo stadio e cosa ricorda?

5. Giocatore preferito della rosa attuale?

6. Un pensiero sul mister Croci-Torti

7. Pronostico per la finale Lugano-San Gallo

Giorgio Genucchi

Il mio primo derby con uno zio tifoso bianconero e mia zia granata

1) Tifo Lugano da quando ero in collegio a Locarno: arrivavo dalla Valle di Blenio e non sapevo nemmeno cosa fosse il calcio, ma in classe ho conosciuto dei compagni di Lugano, e soprattutto un certo Pietro Villa, che hanno iniziato a parlarmi della loro squadra. Da lì è nato l’amore per questi colori.

2) La prima volta fu al Comunale di Bellinzona per un derby, che mi pare finì 0-0. Nel Lugano giocavano i vari Ghisletta, Pastorino, Ziletta, Frosio, Pani, Bossi e tanti altri. Mi portò mio zio che era del Malcantone ma era un tifoso sfegatato del Lugano. C’era anche una zia di Bellinzona, ma lei era tifosissima granata.

3) Ero innamorato di tutti i giocatori, difficile scegliere qualcuno. Se proprio devo fare qualche nome, dico Ciani, Frosio e il portiere Ghisletta. Ma come detto, per me erano tutti idoli, li vedevo tutti bravissimi.

4) Ho visto tre finali. A quella del ‘68 ci andai direttamente in auto con dei colleghi ticinesi da Zurigo, dove lavoravo per un’assicurazione. Ricordo che in semifinale, o forse nei quarti a Lucerna, aspettai il treno che arrivava da Lugano e incontrai Flavio Maspoli, che teneva in mano un cartello con scritto: «Lugano, falli tutti secchi». Sul bus me lo passò, ma per fortuna gli svizzeri tedeschi non capirono cosa c’era scritto. Del ‘92 ricordo Van Eck che picchiava il povero Zuffi, mentre del ‘93 ricordo il pranzo che facemmo alcuni giorni prima della finale nel mio Albergo Posta a Olivone (dove la squadra venne in ritiro entrambe le volte) con Walker e Tita Colombo. Quest’ultimo me lo ricordo ancora gasatissimo.

5) Credo che Bottani sia il giocatore che dispone di una tecnica non comune. Fosse stato un po’ più robusto a livello fisico, avrebbe potuto giocare in grandi campionati, ne sono sicuro. Ovviamente sono tutti importanti, a partire da Maric, Lovric, Sabbatini e gli altri.

6) Il mister mi piace perché dice sempre la verità, è una persona spontanea e diretta: è uno dei nostri. A volte dovrebbe stare un po’ più calmo in panchina, ma il suo temperamento è questo e capisco che sia difficile da controllare. Dopo ogni partita gli mando un messaggio e lui gentilmente mi risponde. Lo conobbi quando era giocatore del Malcantone/Agno e la sua squadra venne in ritiro a Olivone.

7) Alla fine la spunteremo per 2-1. Immagino una partita tirata e sofferta, anche perché l’avversario è di qualità. Ma noi ticinesi abbiamo più fantasia e se ci mettiamo la giusta dose di aggressività, diventiamo imbattibili.

Beat Augstburger

Il mio idolo? È Mario Prosperi, ma non dimentico Luttrop e Brenna

1) Nel lontano 1967 (avevo 7 anni) ero in vacanza a Lugano coi miei genitori. Mio papà mi ha mostrato lo stadio e abbiamo visto da lontano qualche giocatore del FC Lugano, poi nella primavera del 1968 (esattamente il 24 marzo) ho ascoltato insieme a mio papàa alla radio la diretta di una partita Lugano - Lucerna vinta 6 -1 dai bianconeri e non ho potuto fare altro che diventare tifoso del Lugano.

2) Passò un po’ di tempo prima di poter vedere una partita allo stadio. Non mi ricordo bene, ma credo sia stata una partita che il Lugano giocò al Letzigrund. Doveva essere il 1974 0 1975. Ci andai con dei compagni di scuola.

3) Il mio idolo fu soprattutto Mario Prosperi, ma anche Otto Luttrop e Vincenzo Brenna sono giocatori che mi piacevano tanto e sono sempre nel mio cuore.

4) La finale di coppa del 1968 la ascoltai per radio: mi ricordo soltanto la grande gioia per la vittoria. Quelle del 1992 e 1993 le ho vissute invece allo stadio. Ricordo del 1992 il bel gol di Andreoli e l’amara rimonta del Lucerna con Knup. Bellissimi invece i ricordi della grande festa del 1993 per la vittoria contro il blasonato Grasshoppers. Rimasi colpito dalla grande partita di Nestor Subiat.

5) Della rosa attuale mi piace soprattutto Mattia Bottani, ma anche Maric, Sabbatini e Lovric, che formano l’ossatura della squadra.

6) Mister Croci-Torti mi piace molto, soprattutto la sua grinta e la sua capacità di motivare la squadra. Dimostra sempre chiarezza nelle analisi delle partite e lucidità e coraggio nelle sue decisioni.

7) Per scaramanzia non faccio volentieri pronostici ma questa volta dico 2-1 per noi dopo i supplementari.

Erasmo Pelli

Indimenticabili gli anni ‘92 e ‘93, la gente in strada e alla stazione

1) Già mio papà era un grande tifoso del Lugano e mi portava da piccolo a Cornaredo, quando avevo 7/8 anni. Ho cominciato lì, agli inizi degli anni ‘50.

2) La prima partita che ricordo bene è stata Italia-Belgio, mondiali del 1954 giocata a Cornaredo. Gli spettatori avevano invaso anche la pista di atletica e penso che sia stata la partita con più spettatori a Lugano. Mi aveva portato, naturalmente, mio padre.

3) Da bambino Sormani, un luganese grande goleador, più tardi sicuramente Luttrop e poi Galvao!

4) Non ho visto la vittoria del ‘68 perché mio padre era morto qualche giorno prima. Ricordo invece benissimo le finali del 92 e 93 e soprattutto il ritorno a Lugano che fu indimenticabile. Tantissima gente in stazione e per le strade e ho ancora benissimo in mente il ricevimento in Municipio e la Coppa esposta al balcone in una piazza gremita.

5) Sicuramente Bottani, ma mi piacciono anche Maric e Lovric, che con la firma all’Udinese, potrà avere un ottimo avvenire!

6) È andato oltre le previsioni, ha sfruttato bene gli uomini a sua disposizione e ha ottenuto ottimi risultati. Da confermare in pieno!

7) La vinceremo 2 a 1!

Francesco Visani

Dal 1968 in poi le ho viste tutte e ho provato gioia e delusione

1) Ho iniziato a giocare nel settore giovanile del FC Lugano nel 1962, a quei tempi si poteva iniziare solo negli allievi C e quindi a 12 anni e inoltre mio zio Nando Albizzati è stato uno dei giocatori artefici della vittoria nel campionato 1948/1949, per cui è stato per me facile e piacevole diventare subito tifoso di questo club, dal quale non mi sono più distaccato rivestendo anche ruoli societari (membro di comitato, presidente del settore giovanile e presidente del Club sostenitori).

2) Onestamente non mi ricordo più di quale partita si trattasse e di quando si svolse, ma eravamo certamente un gruppo di amici della squadra giovanile del Lugano.

3) Visto il periodo in cui sono cresciuto «calcisticamente», l’idolo è stato certamente Otto Luttrop, ma il cuore non può permettermi di dimenticare Mario Prosperi (anch’io giocavo, ma molto male, in quel ruolo).

4) Dal 1968 e quindi iniziando con Lugano-Winterthur, le ho viste tutte e quattro e quindi i ricordi sono alternativamente la gioia e la delusione, ma l’orgoglio c’è stato in tutte e poi la festa per le due vittorie mi piacerebbe ci fosse anche quest’anno.

5) Nella rosa attuale il preferito è certamente Mattia Bottani, ma come faccio a dimenticare Mijat Maric, entrambi giocatori del settore giovanile quando ne ero presidente? Li ho conosciuti ed apprezzati da ragazzi quali ottimi giocatori, per questo motivo li ho visti partire per altri lidi sportivi e poi li ho visti tornare da uomini e da grandi trascinatori.

6) Mister Croci-Torti è un vero trascinatore e visti i successi ottenuti quest’anno, direi proprio anche un bravo tecnico, anche se questo aspetto esula dalle mie competenze. Quello di cui sono sicuro è certamente della sua intelligenza, che esprime in modo palese nelle interviste, che non sono mai banali e sempre mirate a temi e obiettivi specifici. Grande Crus! E poi essere un sanguigno nello sport è proprio un aspetto negativo?

7) Ma come faccio a dire che perderemo! Per cui 2-1 per noi.

Cio Monti

Mattia Bottani miglior fantasista, meriterebbe anche la nazionale

1) Da ragazzo ho iniziato a giocare nel FC Rapid e subito mi sono innamorato dei colori bianconeri. È stato un amore a prima vista. Giocando a Cornaredo vedevo spesso i giocatori e guardavo gli allenamenti.

2) Onestamente non mi ricordo la prima partita del Lugano, ma sono sicuro che ero andato allo stadio in bicicletta o in motorino. Avevo attorno ai 12-14 anni e vedere quei colori mi trasmetteva sempre grande emozione.

3) Senza dubbio Otto Luttrop e poi successivamente Galvao. Del primo mi piacevano la sua prestanza fisica e la sua personalità: quando tirava le punizioni gli avversari non stavano volentieri in barriera. Il brasiliano era un giocatore di grande classe, quando usciva dalla difesa palla al piede era l’eleganza fatta persona. Un vero trascinatore.

4) Ero già presente nel 1968 quando vincemmo contro il Winterthur. Ricordo che andammo in treno ma al ritorno, avevo 17 anni, non andai in piazza a festeggiare. Me ne tornai a casa. Ovviamente ho visto anche le finali del 92 e del 93: la prima fu una delusione cocente, eravamo convinti di vincerla. La seconda volta vincemmo anche con l’Under 21 la partita che si giocò prima della finalissima. Fu una giornata memorabile, anche perché in quella squadra c’erano tanti giovani luganesi.

5) Senza dubbio Bottani e Maric. Il primo vale sempre il prezzo del biglietto, ritengo che sia il giocatore con maggior fantasia in Svizzera. Meriterebbe anche la nazionale. Il difensore, facendo le dovute proporzioni, è il nostro Galvao, un uomo imprescindibile per questa squadra.

6) Croci-Torti è anche un amico e ritengo che abbia fatto un ottimo lavoro. Consideriamo che per lui è la prima panchina e se da una parte è stato facilitato dal fatto di aver preso un gruppo già amalgamato, nel girone di ritorno ha pagato un po’ la rosa ristretta. I 30 punti ottenuti nel girone di andata restano comunque un mezzo miracolo.

7) Se saremo al completo, la vinceremo: penso 2-1. Senza Maric e Bottani sarebbe durissima, anche perché il San Gallo è un’ottima squadra con un bravissimo mister in panchina.

Franco Denti

Ho cominciato come raccattapalle e fui strattonato da capitan Kuhn

1) Credo fosse il 1969 la squadra era quella mitica fresca vincitrice della Coppa Svizzera nel ‘68 .Allora c’era un gruppetto di bambini che si presentava allo stadio diverse ore prima dell’ inizio della partita poiché si poteva venir scelti per fare i «Ball Boys» (i cosiddetti « raccatta palle). Tra questi bimbi c’ero spesso io e ricordo anche Ivan Parini che poi ebbe una grande carriera in serie A nel Sion. La partita era lugano - FC Zurigo di capitan Kobi Kuhn. Durante la partita io cercavo sempre di posizionarmi vicino alla panchina del Lugano. Il mai dimenticato «Pippi» spesso mi dava dei suggerimenti: quando si perdeva si doveva correre a mille al recupero del pallone, ma se si vinceva si doveva procedere solo correndo. Fu così che feci, ma capitan Kuhn non la prese bene e mi prese per un braccio e mi strattonò, immediatamente tutta la panchina del Lugano si sollevò e si alzarono in mia difesa. D’allora considero il FC Lugano una parte di me.

2) La passione per il FC Lugano la devo a mio papà Francesco, conosciuto ai sui tempi come «Cecchino» arbitro assai noto in Ticino e a Lugano per essere stato « arbitro storico» del mitico Oratorio di lugano,fucina di giovani talentosi giocatori luganesi prima di approdare al FC lugano o FC Rapid.

3) Il mio idolo era Vittore (Vito) Gottardi (scomparso nel 2015) e poi Vincenzo Brenna, senza però dimenticare i Pullica, i Prosperi i Luttrop e capitan Coduri...

4) Le ho viste tutte le finali. Ma se proprio dire quella che ricordo con più emozione dico il 1968, ero piccolo ma è ancora oggi mi emoziona.

5) Ne ho tre: Bottani, Lovric e Custodio.

6) Ho incrociato il cammino di Croci-Torti quando il FC Agno, squadra di cui era un titolare inamovibile, diretta da un grande allenatore come Vlado Petkovic, era stato promosso il Serie B ed io ero da poco stato nominato medico della società. Abbiamo trascorso 3 anni assieme. Abbiamo vissuto assieme anche alla fusione dell’Agno Malcantone con la neonata AC Lugano da cui poi si è potuto ripartire per avere di nuovo il calcio vero a Lugano. Vederlo oggi come Mister del nostro Lugano, mi riempie di gioia: è un lungo cammino che almeno per me si chiude . 

7) Già esserci, per quanto detto sopra, è una grande gioia. Vincerla? Io ci credo. Pronostico: Lugano 3, avversari 1.

In questo articolo: