L'analisi

Turista svizzero? Ahi ahi ahi

La stessa camera su Booking ha prezzi diversi, in base alla provenienza degli ospiti: abbiamo fatto un test – Indovinate chi paga di più?
Andrea Stern
Davide Illarietti
Andrea SterneDavide Illarietti
15.06.2025 06:00

Eravamo quattro amici al computer. Uno in Svizzera, uno in Italia, l’altro in Germania e l’ultimo in Russia. Al via, ci siamo messi tutti a cercare su Booking.com gli stessi alberghi, nelle stesse date, alle stesse condizioni, nella stessa valuta. E abbiamo avuto conferma (purtroppo per gli uni, fortunatamente per gli altri) che il turista svizzero è quasi sempre quello cui viene chiesto di pagare di più.

La lodevole eccezione è Rio de Janeiro, ma dato che la nostra ricerca si riferisce a luglio dubitiamo che l’italiano guardi con invidia lo svizzero perché ha risparmiato qualche franchetto per stare in spiaggia quando a Copacabana è pieno inverno. Sarà piuttosto lo svizzero a sentirsi turlupinato quando, chiacchierando con i vicini di stanza a Ibiza o sull’isola di Krk, scoprirà che questi hanno pagato alcune centinaia di franchi in meno per la stessa identica offerta.

Nulla di illegale. È la stessa piattaforma di riservazioni alberghiere - esattamente come altre sue concorrenti - a suggerire ai gestori delle strutture turistiche di diversificare le proprie tariffe in funzione dei mercati che si vogliono raggiungere. «Le tariffe per Paese possono aiutarti ad attirare la domanda nazionale e internazionale offrendo ottimi prezzi ai viaggiatori che provengono proprio dai Paesi che ti interessano di più - scrive Booking.com agli albergatori -. Puoi scegliere di offrire qualsiasi sconto a partire dal 5% in su. Mostreremo questo sconto specifico solo alle persone che utilizzano la nostra piattaforma nei Paesi o nelle regioni che imposti come target».

Il potere d’acquisto, ma non solo

Evidentemente la Svizzera viene considerata come target, ma nel senso inverso. Il solo albergatore di Copacabana offre al turista elvetico una tariffa inferiore a quella dell’italiano e comunque pari a quella del tedesco. Gli altri albergatori presi in considerazione da «La Domenica» non offrono sconti allo svizzero, al contrario gli propongono spesso e volentieri una tariffa superiore a quella dei suoi vicini a nord e sud. Evidentemente confidano sul fatto che il potere d’acquisto del turista svizzero gli permetterà di digerire tariffe che altrove verrebbero considerate esagerate.

«Il potere d’acquisto è sicuramente un fattore che viene preso in considerazione in questo tipo di ragionamenti, ma non è l’unico - osserva Davide Nettuno, professore di gestione del turismo alla SSSAT di Bellinzona e portavoce Hotelplan -. È notorio per esempio che se si vuole volare nelle prime due settimane di agosto conviene partire da Zurigo invece che da Milano, perché in Italia è altissima stagione e i prezzi vengono adeguati alla richiesta.

Allo stesso modo dalla vostra ricerca emerge che il turista russo paga generalmente meno. Ma è molto probabile che se si cercasse nel periodo del Natale ortodosso o della Pasqua ortodossa il turista russo si troverebbe invece a pagare di più. Gli operatori sanno che in quei periodi la richiesta è altissima e che quindi non hanno bisogno di proporre sconti, anzi».

È la legge della domnda e dell’offerta, che vale nel settore turistico come in ogni altro ambito. Tuttavia è comprensibile che tra chi subisce questa legge ci sia chi provi a sfuggirle, per esempio modificando la geolocalizzazione del proprio dispositivo attraverso una VPN (rete privata virtuale). Uno strumento che permette di far credere all’albergatore che si sta riservando da una catapecchia in Bangladesh quando invece ci si trova in un ricco salotto sulla Bahnofstrasse.

Alternative e limiti

«Ma questi stratagemmi hanno i loro limiti - spiega Nettuno -. Se un albergatore pensa di aver affittato una stanza a un turista del Bangladesh ma poi si trova davanti uno svizzero, potrebbe non riconoscergli la tariffa o anche cancellargli la prenotazione. Ci sono compagnie aeree che sistematicamente incrociano i dati delle prenotazioni per vedere se qualcuno ha approfittato di tariffe cui non aveva diritto. Bastano già i soli dati bancari a smascherare chi usa una VPN, che può fingere di prenotare dal Bangladesh ma difficilmente avrà anche una carta di credito emessa inBangladesh».

Una via di scampo, per il turista che non vuole farsi spennare inutilmente, potrebbe essere quella di rivolgersi a un’agenzia di viaggi. «Noi abbiamo accesso a una serie di banche dati internazionali - spiega il portavoce di Hotelplan -. Se un cliente cerca un alloggio confrontiamo tutte le offerte disponibili e gli offriamo quella migliore, senza ricarichi. È possibile che in questo modo il cliente benefici di tariffe più economiche rispetto a quelle che troverebbe suBooking.com, come anche che trovi disponibilità non presenti sulle piattaforme online».

Non c’è solo il prezzo

Da parte sua il supplente di Mister Prezzi, Beat Niederhauser, raccomanda di verificare sempre più opzioni possibili. «Consiglio di confrontare sistematicamente i prezzi - afferma -, utilizzate diversi dispositivi (desktop, smartphone), confrontate i prezzi in diversi momenti della giornata e in diversi giorni della settimana e, soprattutto, confrontate diversi alberghi». Senza dimenticare che il prezzo non è l’unico aspetto da tenere in considerazione. «Una riservazione su Booking.com include servizi aggiuntivi, come la sicurezza nell’elaborazione del pagamento e l’assistenza in caso di problemi con la prenotazione in loco - conclude -. La regola è che ogni persona deve decidere autonomamente quale servizio desidera utilizzare».

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