Società

Una multa, che sarà mai

I turisti e i macchinoni del Golfo sono tornati in Ticino, e si sono fatti notare anche dalla Polizia
© CdT/Chiara Zocchetti
Davide Illarietti
28.05.2023 10:15

L’auto è rosso fuoco, la carrozzeria così lucida che riflette il San Salvatore in lontananza. Difficile non notarla: la marmitta sembra fatta per udirsi fino al Paese d’origine. Manca l’adesivo a indicarlo: solo una ricerca online rivela che la targa - in caratteri arabi - viene dal Golfo persico.

L’assenza è costata una multa al conducente di una Mercedes C-63 fermata nei giorni scorsi a Sorengo dalla Polizia di Lugano. Niente di strano, a parte il fatto che è il terzo verbale per lo stesso «macchinone» in pochi mesi, e già l’anno scorso l’automobilista saudita - un giovane appartanente a una nota famiglia di imprenditori di Riyad - era stato multato per aver occupato un posteggio per disabili con un altro bolide, una Lamborghini.

Sul Foglio Ufficiale

Con la ripresa della mobilità internazionale negli ultimi due anni le automobili di lusso con targhe straniere, e spesso di Paesi lontani, sono tornate a circolare sulle strade ticinesi. E ad essere multate dalla polizia in caso di infrazioni. Sono ricomparse anche le gride sul Foglio Ufficiale: un 29.enne del Qatar a gennaio è stato condannato a sette mesi di sospensione della patente, a dicembre è toccato a un 28.enne di Abu Dhabi, nello stesso mese a un 27.enne del Kuwait (sei mesi), a marzo a un 25.enne israeliano (quattro mesi), ad aprile a un 25.enne pakistano (tempo indeterminato). Questo per limi tarsi alle pubblicazioni delle ultime settimane.

Casi rari, sul totale della massa di visitatori mediorientali che sono tornati a frequentare il Ticino senza creare problemi, anzi facendo la gioia di negozi di lusso, albergatori e scuole private in particolare nel Luganese. La maggior parte - 11.863 pernottamenti nel 2022 secondo l’Ustat - arrivano proprio dall’Arabia Saudita. Seguono gli Emirati Arabi (7.799 pernottamenti), Kuwait (3.981) e Qatar (2.054). Nel complesso gli arrivi dai paesi del Golfo sono cresciuti del 13 per cento a marzo scorso (ultimo dato) rispetto a un anno prima.

«Turisti benvenuti»

La speranza che gli ospiti arabi possano riempire il vuoto lasciato dalla clientela russa, per tradizione ugualmente «altospendente» e da sempre radicata in Ticino, è una consolazione per gli operatori turistici. «I numeri sono ancora contenuti ma stanno crescendo e vediamo un grande potenziale» spiega il direttore di Ticino Turismo Angelo Trotta. L’organizzazione nel 2022 ha investito in iniziative promozionali nei paesi del Golfo, ha ospitato una produzione tv saudita («Travelling with Haya» dell’emittente MBC) e quest’anno sarà presente al Festival di Riyad e a Jeddah. A loro volta degli influencer sauditi saranno invitati in Ticino, in collaborazione con Lugano Region.

Le multe non spaventano

I «macchinoni» con targhe arabeggianti insomma in futuro potrebbero aumentare. Anche se il viaggio è lungo e i costi surclassano qualsiasi multa per infrazione stradale e anche quelle per il burqa (fino a 1.000 franchi al mese, non sembrano aver dissuaso il turismo). Da Riyad ad esempio, la capitale saudita, a Lugano sono 52.00 kilometri, 52 ore che con una super-car possono diventare di meno, ma il costo parte comunque da 930 franchi secondo il calcolatore del TCS, alberghi e cibo esclusi. In genere - spiegano gli addetti ai lavori - i trasporti di auto di lusso su lunghe distanze avvengono comunque tramite autocarri (bisarca) per non usurare i «gioielli» o esporli a rischi e il conto sale ancora.

Sarà per questo che alla Polizia comunale di Lugano «non capita spesso di incontrare veicoli immatricolati con targhe straniere provenienti da Paesi così lontani». Quando accade, si tratta quasi sempre di «studenti di noti istituti di formazione esteri». Nessun problema a patto che sdoganino i rispettivi «bolidi» nei tempi previsti: «Entro un anno dall’arrivo in Svizzera per i titolari di permesso B o C» spiega la Polcom. Pena per i trasgressori il divieto di circolare. Per chi non espone l’adesivo del Paese di provenienza, invece, è prevista solo una sanzione lieve (con procedura ordinaria). Briciole per gli «sceicchi», ma quel che è giusto è giusto.

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