Città Ticino

Una piaga aperta che nessuno cura

La fuga dei cervelli è uno dei principali problemi della Città Ticino - I dati sono certi, le soluzioni un po' meno
Giò Rezzonico
26.10.2025 06:00

Uno dei principali problemi della Città Ticino è quello della fuga di cervelli, cioè dei giovani laureati che dopo aver concluso gli studi lasciano il Cantone o non tornano. Già due anni fa osservavo in questa rubrica che nel corso degli ultimi 20 anni 8 mila giovani ticinesi tra i 19 e i 35 anni sono emigrati in altri cantoni. Le statistiche rivelavano inoltre che la metà dei nostri laureati non rientrano in Ticino dopo aver teminato gli studi in università romande o della Svizzera tedesca. E non si sa quanti fanno ritorno in seguito.

Nuovi dati prodotti dall’Osservatorio dello sviluppo territoriale, un laboratorio dell’Accademia di architettura di Mendrisio, rivelano che questo fenomeno ha subito un’ulteriore accelerazione nel corso degli ultimi anni. Paragonando i dati del 2011 con quelli del 2023 si nota infatti un aumento di fuga dei cervelli, ovvero un’uscita dal cantone di persone in età di lavoro (tra i 19 e i 40 anni). In cifre assolute si è passati da un saldo negativo (cioè la differenza tra chi lascia il Ticino e chi arriva) di -424 nel 2011 ad uno di -565 nel 2023. Questi nuovi dati ci rivelano anche quali sono i poli urbani più attrattivi. La parte del leone la fa la città di Zurigo: nel 2011 si registrava un saldo negativo in cifre assolute di 197, mentre nel 2023 questa cifra è salita a 368, con un aumento, quindi, del 53 per cento. In misura meno rilevante si dimostrano particolarmente attrattivi anche i cantoni di Basilea città e Vaud. Nelle altre regioni elvetiche che ospitano importanti istituti accademici la situazione rimane costante, nel senso che il confronto tra il saldo negativo 2011-2023 non rivela importanti variazioni.

Uno dei motivi principali che spiega questo preoccupante fenomeno risiede nel fatto che gli stipendi medi ticinesi risultano tra i più bassi della Confederazione. E questo per due ragioni. Da una parte a causa di una politica economica cantonale che ha favorito l’insediamento di troppe aziende basate su attività e posti di lavoro poco qualificati. Dall’altra per la concorrenza dei lavoratori frontalieri, di cui la nostra economia non può fare a meno, ma che si accontentano di stipendi inferiori alla media elvetica. I salari ticinesi si calcola che siano mediamente oltre il 20 per cento inferiori rispetto a quelli percepiti a Zurigo, che è il cantone svizzero con i salari medi più elevati. Molti giovani sono inoltre attratti dallo stile di vita molto internazionale di Zurigo: una delle più vivaci «capitali» europee. E l’apertura del tunnel di base del San Gottardo, ci si chiede, che ha avvicinato il nostro Cantone al resto della Svizzera, quale influsso ha avuto su questo fenomeno? Ci sono certamente molti ticinesi che fanno la spola giornaliera tra il Ticino e la Svizzera centrale, ma, da quanto rivelano queste statistiche, sembrano più numerosi coloro che hanno deciso di stabilirsi a Zurigo per tornare in Ticino solo il fine settimana.

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