Società

«Vincere il premio Balzan per noi è un onore»

Il team di donne della Fondazione Francesca Rava è già arrivato a Gaza
Giorgia Cimma Sommaruga
03.12.2023 14:36

Prima di tutto raccontiamo come e perché è nata. E dunque raccontiamo che la Fondazione è nata nel 2000 in memoria di Francesca Rava. Chi era? Era una giovane donna scomparsa in un tragico incidente d’auto. E ora passiamo a spiegare di cosa si occupa. E qui la descrizione è facile: si occupa di aiutare i bambini e i giovani in difficoltà in Italia e nei paesi più poveri dell’America Latina, in collaborazione con l’organizzazione Nuestros Pequeños Hermanos (NPH), che dal 1954 salva dalla strada e offre una educazione, un futuro ai ragazzi più poveri. Perché parliamo della Fondazione Francesca Rava?Perché quest’anno ha vinto il Premio Balzan, nato a Lugano nel 1956, «per l’umanità, la pace e la fratellanza tra i popoli». La Fondazione Rava ha ricevuto il prestigioso riconoscimento il 17 novembre al Palazzo federale, alla presenza del Presidente del Consiglio nazionale Martin Candinas. 

Soccorso e speranza

Riprendiamo da capo il discorso, affidando la parola a Mariavittoria Rava, presidente della Fondazione e sorella di Francesca. Racconta con entusiasmo la sua esperienza di volontariato e le sfide che affronta ogni giorno per portare soccorso e speranza. «Sono molto felice di questa inaspettata premiazione e selezione. Abbiamo lavorato mesi per questa candidatura, perché è stato necessario fornire tutte le informazioni relative al nostro operato in questi 23 anni. Abbiamo fornito informazioni sui progetti concreti e sulle azioni della Fondazione, nonché gli obiettivi raggiunti in questi 23 anni in aiuto ai bambini e ai giovani in difficoltà in Italia e nei paesi più poveri dell’America Latina, con un focus specifico proprio in questi ultimo paesi dove noi lavoriamo rappresentando l’organizzazione NPH. È stato un processo molto accurato e molto dettagliato in cui abbiamo potuto apprezzare la serietà del Comitato del Premio Balzan», spiega Mariavittoria Rava.

La costruzione di un ospedale

Tra i progetti concreti che la Fondazione ha realizzato, spicca la costruzione di un ospedale pediatrico in Haiti, che salva 80.000 bambini ogni anno, e che è rimasto l’unico di tutta l’isola dopo il terremoto del 2010. «Abbiamo costruito questa struttura sanitaria che aiuta moltissime giovani vite. Però quello che è molto importante, e che ho raccontato anche nel discorso a Berna, è che per noi è fondamentale come si aiuta. Perché si possono fare tantissime cose: costruire ospedali, scuole, orfanotrofi… Ma è importantissimo farlo con il cuore, con vero ascolto, senza le logiche dell’assistenzialismo ma rispettando veramente le persone che vengono aiutate. Soltanto così si costruisce la pace e la fratellanza tra i popoli, una unione che nasce solo dal rispetto che noi abbiamo verso le persone che non sono inferiori a noi solo perché hanno bisogno, ma sono persone alle quali dobbiamo dare strumenti per aiutarsi da sole. Questa è la nostra filosofia dell’amore che significa responsabilità, capacità di rispondere ai bisogni nel modo migliore possibile. È una filosofia che noi applichiamo con tutti i giovani volontari che si avvicinano alla Fondazione», riflette la presidente. 

Un lavoro di fratellanza

Il lavoro per la fratellanza e pace tra i popoli avviene anche attraverso «l’educazione alla cultura del volontariato. Questi sono i principi che sono stati riconosciuti nel nostro lavoro durante le situazioni di emergenza in particolare ad Haiti, dove nel 2010 c’è stato il terremoto. Il nostro ospedale è diventato centro di soccorsi internazionali perché, costruito da un ingegnere del Friuli Venezia Giulia con canoni super sismici, era l’unico rimasto in piedi. E lì è arrivata la Protezione civile, la Marina militare italiana, i vigili del fuoco e le forze internazionali e centinaia e centinaia di medici volontari della Fondazione. Quindi da quel momento sono nate anche delle relazioni con la Marina militare, e con la Farnesina. E quando ci sono delle emergenze nel mondo la Fondazione Francesca Rava con un team fatto prevalentemente da donne - apparentemente fragili ma molto forti e determinate - si attiva subito con efficacia e concretezza e portando container con attrezzature mediche, sanitarie, con soccorsi laddove c’è bisogno». 

Durante questi anni la Fondazione è andata in Libano, a Beirut, in Turchia, in Ucraina, e venerdì 1 dicembre il team medico di volontari è partito per Gaza. «L’attività di sensibilizzazione in cui andiamo nelle scuole per parlare del nostro operato è molto importante per noi: tutti i ragazzi che hanno scelto di unirsi al nostro team di volontari e si recano nelle zone di emergenza per aiutare concretamente tornano e testimoniano di aver compreso il vero significato dell’amore. Ci piacerebbe portare le nostre testimonianze anche in Ticino!». 

Diversi progetti per le donne

La Fondazione Francesca Rava non si occupa solo di aiutare i bambini all’estero, ma anche in Italia, dove ha diversi progetti di empowerment delle donne, di educazione alla cultura del volontariato, di sostegno alle famiglie in difficoltà, di intervento nei carceri minorili. «Recentemente abbiamo celebrato la giornata contro la violenza sulle donne, noi tutti i giorni lavoriamo con diversi progetti affinché tutte le donne, non solo quelle che si trovano nei paesi del terzo mondo, possano avere gli strumenti per essere veramente indipendenti nelle loro scelte e nella loro vita». Una libertà che diventa oggi più che mai lo strumento per liberarsi dalla violenza. 

«Purtroppo esistono molte situazioni in cui le ragazze non vengono mandate a scuola, questo è la prassi in America latina, in Italia invece è molto forte la violenza psicologica, finanziaria. Ad oggi nei confronti delle donne esistono molti tipi di violenze nel mondo e uno dei nostri obiettivi è combatterle tutte per dare un futuro migliore alle giovani».

 

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