L'editoriale

Ritorno alla Contea

Attraverso le opere di J.R.R. Tolkien, e tutta la filmografia tratta dai suoi romanzi, scopriamo un messaggio d'amore per la propria casa
L'ingresso di Casa Baggins nel film Il Signore degli Anelli
Antonio Paolillo
Antonio Paolillo
27.10.2022 06:00

Di recente la nota piattaforma streaming Amazon Prime Video ha rilasciato la serie tv Il Signore degli Anelli - Gli Anelli del Potere, spin-off della celeberrima saga cinematografica tratta dai romanzi dello scrittore britannico J. R. R. Tolkien de Il Signore degli Anelli. Da tempo i fan della saga attendevano un ritorno sugli schermi del mondo fantastico inventato dall’autore originario di Bloemfontein (Sud Africa), con molta curiosità e al tempo stesso sospetto, sperando in un risultato all’altezza dei precedenti. Non delude invece le aspettative la serie ideata da J. D. Payne e Patrick McKay, che si ispira ad alcune appendici dei romanzi principali, quali Il Silmarillion, Racconti incompiuti e La storia della Terra di Mezzo e che offre uno sguardo sulla storia che precede la creazione dell’unico anello e l’ascesa di Sauronvillain principale di tutta la saga. Quest’ultimo, infatti, nei film de Il Signore degli Anelli e de Lo Hobbit era rimasto un personaggio tanto importante quanto avvolto nell’ombra, mentre in Gli Anelli del Potere si trova risposta ad alcune domande che lì non trovavano completa soddisfazione. Questo compito viene in parte adempito dalla prima stagione appena pubblicata e troverà maggiore specificazione nelle prossime (si parla di una programmazione di almeno 5 stagioni). Insomma un approfondimento interessante su un universo fantastico, quello creato da Tolkien, che continua ad affascinare generazioni di lettori.Chiaramente l’uscita della serie tv ha dato vita anche ad un ritorno di fiamma verso il resto della saga, scatenando maratone dei film del Signore degli Anelli e, per i più affezionati – me compreso -, una rilettura dei romanzi da cui essi sono tratti.Ed è qui che ne nasce una riflessione, nonché il motivo di questo tema per l’editoriale. Al di là degli innumerevoli messaggi che si celano all’interno di un’opera monumentale come quella di Tolkien, c’è un tema ricorrente che è quello del sentimento d’amore per la propria casa.La Contea per la salvezza della quale Frodo, un piccolo Hobbit, decide di farsi carico e di distruggere il male più grande del mondo; le Terre Immortali di Valinor alle quali gli elfi desiderano fare ritorno; Erebor, la Montagna Solitaria, desiderio di riconquista da parte del nano Thorin, erede al trono di quel regno, in seguito alla sua sottrazione da parte del drago Smaug. Questi alcuni esempi dalla trama dei romanzi che sottolineano quanto, nell’opera di Tolkien, l’amore per la patria, il partire e separarsene per contribuire alla sua salvezza o farne ritorno per liberarla, siano una questione centrale.È vero, Tolkien scriveva in un periodo turbolento – Il Signore degli Anelli viene pubblicato tra il ’54 e il ’55, ma viene scritto tra il 1937 e il 1949 – e aveva partecipato in prima persona agli scontri della prima guerra mondiale, da cui si comprende facilmente il tema della «liberazione dal male assoluto» e l’opposizione ad un tiranno malvagio come Sauron. Ma altrettanto fondamentale è il desiderio di esprimere l’amore per la propria terra, e quello di difenderla, valorizzarla e viverla, che voleva essere di ispirazione per i suoi contemporanei e che può continuare ad esserlo per i giovani di oggi. 

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