«Mollo tutto e faccio il nomade»
Fino a un paio di mesi fa, Thomas Hasler lavorava in uno studio di architettura. Ogni sera tornava a casa, abbracciava la moglie e i figli e andava a dormire nel solito letto. Una vita assolutamente normale.
Oggi invece il 50.enne di Wiesendangen vive da nomade. Si è licenziato, ha chiesto a sua moglie se volesse seguirlo per un viaggio senza meta, lei gli ha risposto di no e allora lui è partito con un cavallo da soma, Sahiba.
«Sentivo il bisogno di uscire dalla solita routine, di prendermi il tempo per stare nella natura, per incontrare nuove persone, per vivere senza programmi né orari - racconta Hasler dal retro di una stalla nei pressi di Moutier, nel Giura bernese, dove lo raggiungiamo al telefono -. Non è una fuga da mia moglie e dai miei figli. Ma loro sono ormai indipendenti, mentre lei ha lavorato una vita come hostess, ha girato il mondo e ora sta bene tra le mura di casa. Quindi ho deciso di partire da solo».
Un cavallo come amico
O meglio con Sahiba. «Mentre lavoravo ancora come architetto - spiega Hasler - mi è capitato di discutere della mia idea con una ingegnera, che a dire il vero conoscevo poco. Subito è stata lei a propormi di portarmi dietro il suo cavallo, senza nemmeno che dovessi chiederglielo. Mi ha detto che Sahiba apprezzato un po’ di libertà. In effetti Sahiba è come me. Ci intendiamo benissimo».
I due compagni di viaggio si lasciano guidare dal destino. «All’inizio pensavo di dover fare tot chilometri al giorno - spiega Hasler -. Ma mi sono subito reso conto che gli incontri contano molto più del percorso. Ogni mattina partiamo senza un obiettivo preciso. Ci fermiamo dove c’è qualcuno che ci apre la porta o che semplicemente ha voglia di chiacchierare».


Un incontro dopo l’altro
Ciò che succede molto spesso, anche grazie alla curiosità destata da un uomo che cammina a fianco di un cavallo. «È incredibile quanta gente si ferma con noi a parlare, finendo per raccontare anche questioni molto personali - osserva Hasler -. Per me sono tutti incontri molto arricchenti».
Quando viene sera Thomas Hasler si mette alla ricerca di un luogo per dormire. La condizione principale è che ci sia erba a sufficienza per Sahiba. «Solitamente andiamo a bussare alla porta di qualche fattoria - dice -. Chiediamo se ci concedono un po’ di spazio per piazzare la tenda. In questi due mesi solo una persona ci ha risposto di no. Tutti gli altri sono stati molto disponibili, si sono fatti in quattro per farci sentire a nostro agio. Tante volte mi invitano a cena o a colazione il mattino dopo e non si dimenticano di coccolare anche Sahiba».
C’è chi li invita a restare, o a tornare a trovarli. Ma Thomas Hasler e Sahiba vogliono vivere da nomadi. Ogni giorno partono alla ricerca di nuovi posti, nuove persone, nuove esperienze, nuove scoperte. «È bellissimo iniziare la giornata senza sapere dove andremo e cosa faremo - dice -. Ci lasciamo semplicemente sorprendere».
D’altra parte sono anche tante le persone che si sorprendono del coraggio di Thomas Hasler. «Mi rendo conto che molte altre persone hanno questo desiderio di mollare tutto ed evadere dal solito tran tran - afferma -. Ma non osano partire, temono di perdere qualcosa. In un certo senso le capisco molto bene».
Il futuro? Chi lo sa
Ma Hasler non vuole preoccuparsi del proprio futuro.Sa che tornerà da sua moglie nella loro casa di Wiesendangen ma non sa ancora quando. E non sa cosa farà una volta finito il viaggio. Difficilmente tornerà in ufficio. Forse potrebbe dedicarsi alla pedagogia forestale, un’attività che in parte lo impegnava già prima di mollare tutto. Ma per ora non ci pensa. Vuole solo vivere appieno la sua esperienza.
«Mi godo ogni momento - dice -, sono felice come non mai». E a chi vuole seguire il suo esempio, fornisce un solo consiglio. «Questo non è un viaggio che si può comprare, come per esempio una vacanza in Thailandia - spiega -. Conosco altre persone che sono partite all’avventura con un animale e hanno avuto cattive esperienze. Per un viaggio del genere bisogna conoscere la natura e gli animali, ma soprattutto bisogna avere lo spirito giusto. Avere voglia di conoscere le persone e lasciarsi stupire».