Calcio

Professione sicurezza

Pre-gara a Cornaredo con il responsabile del Football Club Lugano (FCL) Marco Ottini
Marco Ortelli
13.11.2022 14:00

«Sono rimasto un po’ scioccato, in 7 anni come responsabile della sicurezza a Lugano un uso così marcato di oggetti pirotecnici non era mai successo», ci dice Marco Ottini, responsabile sicurezza e prevenzione del FC Lugano l’indomani della partita di Coppa svizzera tra Lugano e Winterthur. Scioccato e preoccupato. «I razzi pirotecnici erano indirizzati verso la tribuna Monte Brè e questo avrebbe potuto creare grossi problemi per l’integrità fisica delle persone presenti». Scioccato, preoccupato e dispiaciuto. «Sono molto dispiaciuto per l’accaduto. Chi compie queste azioni magari non conosce le conseguenze dei suoi gesti, per il Club e per sé stesso».

Per l’FC Lugano il calcolo è presto fatto. «50 oggetti pirotecnici a 200 franchi ognuno fanno almeno 10 mila franchi che il Club dovrà sborsare», osserva Ottini. Stessa sorte ma di entità minore toccherà al FC Winterthur, nel cui settore sono stati accesi 5 oggetti pirotecnici. «A livello individuale ci sarà qualcuno che avrà sicuramente delle conseguenze», commenta.

Ossia denuncia penale e interdizione dagli stadi di calcio di tutte le categorie (e di hockey) fino a tre anni, secondo le direttive dell’Associazione Svizzera di Football (ASF) e il Concordato intercantonale in vigore dal 2012 che recita: «una dichiarazione di un membro della polizia o di un dipendente di un’organizzazione di sicurezza privata è una prova sufficiente per imporre misure contro una persona ai sensi del Concordato». Tra i comportamenti sanzionabili figurano «l’aggressione, l’ostruzione di un atto ufficiale, il possesso o l’accensione di oggetti pirotecnici senza causare ferite». Un Concordato al momento seguito da 24 Cantoni -all’appello mancano Basilea Campagna e Città - che porta i «rei» a essere inseriti nel sistema informativo HOOGAN, la banca dati nazionale sui tifosi violenti (vedi ad esempio la tabella in basso).

Sei ore prima

Cornaredo, 9 novembre 2022, «posto di comando» dello stadio. Mancano 6 ore alla sfida di Coppa Svizzera alle 20:30. Monitor di videosorveglianza già in «azione». «I cancelli chiudono tre ore prima dell’inizio della partita, può succedere - come del resto successo - che oggetti vari possano essere introdotti in questa fascia temporale», racconta Marco Ottini. Magari eludendo gli occhi della videocamera, che non hanno una visione panoramica e in una sorta di gioco «prova a prendermi». Cosa poi successa sei ore più tardi e che richiederà una riflessione.

Molte partite in una

La partita del responsabile della sicurezza Marco Ottini può essere letta all’insegna del numero tre. Tre categorie di tifosi. «Vi è la tifoseria cosiddetta normale, ma vedo gente impeccabile che varcata la soglia si trasforma radicalmente- osserva ottini -». Una sorta di Dr. Jekill e Mr. Hide in versione minore. «Ci sono poi gli Ultras, più identificabili perché vestiti in modo uniforme, che solitamente occupano il 30% di una curva, infine gli hooligans, i più difficili da controllare».

Una distinzione di tifosi che porta il responsabile della sicurezza, in sede di pianificazione stagionale durante la pausa estiva, a valutare tre gradi di pericolosità di una partita. «Rosso, per quelle ad alto rischio (Basilea, Grasshopper e Zurigo), arancione per il livello medio (Lucerna, San Gallo, Sion, YB) e verde (Servette e Winterthur)». Colori che vengono attribuiti oltre al grado di ‘facinorosità’, anche «sulla base di dati relativi al numero di tifosi ospiti attesi, al mezzo di trasporto che utilizzeranno (auto, torpedone, treno) - spiega Ottini. «Anche la stagione in cui avrà luogo la gara è presa in considerazione, e le condizioni meteorologiche che potranno esserci in un determinato giorno. Tutto questo serve per capire quale sia il dispositivo migliore da implementare». Un esempio. «Tra estate e inverno cambia il modo di abbigliarsi e questo può rendere più o meno facile individuare eventuali oggetti contundenti». Tifosi, gradi di rischio e dispositivi mutevoli che vedono agire di concerto, unitamente al responsabile della sicurezza e prevenzione del FCL anche i rispettivi referenti delle polizie comunali e cantonali per gli aspetti di ordine pubblico, della polizia ferroviaria, i responsabili delle agenzie private di sicurezza, dell’ambulanza e dei pompieri. «Quest’ultimi - osserva Ottini - secondo direttive dell’ASF sono i soli a poter intervenire in caso di accensione di oggetti pirotecnici».

Corpo sociale, umano e sistema di sicurezza

Il responsabile della sicurezza nel suo centro di comando, gli addetti ai cancelli e tutti coloro pronti a intervenire in caso di «allarme» possono per analogia riportarci al corpo umano e alle sue naturali difese, dall’epidermide al sistema immunitario con le sue strategie di neutralizzazione dell’avversario. In uno stadio chi è chi?

Per Marco Ottini, alla luce della sua pluriennale esperienza nell’ambito della sicurezza negli stadi, «la situazione è migliorata, mi sembra che tutti gli attori implicati nell’ambito della sicurezza e della prevenzione si siano un po’ arrotondati, siano meno irrigiditi sulle loro posizioni». Poi ci sono i tifosi, «noi», che possiamo assumere l’abito del sostenitore più o meno infuocato, rosso, arancione, verde, con tutte le conseguenze di ogni nostro singolo gesto.