«Qui la pensione non ci basta»
Se potessero scegliere, Maria e Leandro (*) resterebbero volentieri a trascorrere la loro vecchiaia in Svizzera, accanto ai figli e ai nipotini. Ma non possono scegliere. Ora che è giunto il momento del pensionamento, si trovano costretti a tornare a vivere nel loro Paese natio, il Portogallo. «Con quello che prenderemo di AVS e secondo pilastro - spiega Maria -, non saremmo in grado di sopravvivere qui in Svizzera».
Eppure Maria e Leandro hanno faticato tutta la vita. Prima in Portogallo e poi in Svizzera, dove sono venuti a cercare quella stabilità finanziaria che non riuscivano a trovare in patria. Il primo a partire era stato Leandro, 36 anni fa, rispondendo alla ricerca di personale di uno dei più prestigiosi alberghi del Luganese. Ottenne un permesso come stagionale e venne assunto come aiuto-cucina, posizione che occupa tuttora con grande soddisfazione del suo datore di lavoro.
La moglie e i due figli lasciarono il Portogallo solo alcuni anni dopo, quando a Leandro fu prospettata la possibilità di ottenere un permesso di soggiorno meno precario.
Il ricongiungimento in Ticino non fu privo di difficoltà. Ma dopo qualche tribolazione, burocratica e non solo, la famiglia poté iniziare la sua nuova vita. I due figli furono scolarizzati, mentre la madre trovò impiego come donna delle pulizie.
«Sono ancora oggi grata a tutti coloro che ci hanno aiutato a inserirci in questo Paese - rimarca Maria -. Ci sono tante persone che, nel loro piccolo, hanno contribuito a farci sentire a casa qui in Ticino».
I contributi non versati
Purtroppo ci sono state altre persone che non si sono dimostrate degne della medesima stima. «Dopo diversi anni presso la stessa impresa di pulizie - racconta Maria -, il mio datore di lavoro venne arrestato. Sul momento fu uno shock. Ma fu ancora peggio quando scoprii che per tutti quegli anni non mi aveva mai versato i contributi».
Maria non fece fatica a trovare un nuovo impiego. Però nessuno le ha mai restituito ciò che le era stato sottratto durante tutti quegli anni. «Per cui oggi mi ritrovo con un secondo pilastro molto più misero di quello che avrebbe dovuto essere», osserva.
Il marito ha invece avuto la fortuna di essere sempre stato pagato regolarmente. Tuttavia, fatti due calcoli, la coppia si è resa conto che al momento di andare in pensione non le rimarrebbe quasi più nulla per vivere, una volta versati i circa 1.000 franchi di cassa malati e 1.500 franchi di affitto. E quindi, per poter vivere dignitosamente, ha dovuto decidere di lasciare la Svizzera.
L’allontanamento da figli e nipoti
«Già i genitori di mia nuora hanno preso la stessa decisione e sono tornati in Portogallo - spiega Maria -. Non è un passo facile. Ci dispiace moltissimo doverci allontanare dai nostri figli e dai nostri nipotini. Ma loro ormai si sono stabiliti qua, hanno un buon lavoro e stanno bene. Mentre noi non possiamo più permetterci di vivere in Svizzera, con le rendite che ci ritroviamo».
Maria e Leandro stanno preparando la partenza. In settembre si trasferiranno definitivamente nella loro casetta di proprietà nella valle del Douro.
Sempre più pensionati emigrano
Come loro, sempre più pensionati lasciano la Svizzera per andare a vivere altrove. Nel 2021 gli emigranti ultrasessantacinquenni sono stati 8.109. Uno dei valori più alti di sempre. A titolo di paragone vent’anni prima, nel 2001, gli emigranti della stessa categoria di età erano stati solo 3.268.
Aumentano gli emigranti stranieri, che tornano nel loro Paese d’origine, ma aumentano anche gli emigranti svizzeri. Vent’anni fa erano meno di 1.000, l’anno scorso sono stati più di 3.000. A oggi sono circa 120.000 le rendite AVS versate a pensionati svizzeri che vivono all’estero, in particolare in Francia ma anche in Paesi più esotici.
Le statistiche non indicano i motivi delle partenze. Sicuramente c’è anche chi lascia la Svizzera attratto da sole, spiagge e mare. Ma anche chi non ha altra scelta. Basti pensare che in Svizzera il tasso di povertà tra gli anziani è del 13,6%. Più del doppio che nella popolazione attiva.
(*) Nomi di fantasia per una storia vera.