Roba da ricchi
È forse il globalista della storia (svizzera) più famoso, Charlie Chaplin. Al celebre comico, sceneggiator e produttore cinematografico, che nel 1952 si stabilì con la famiglia a Vevey, il Canton Vaud applicò la legge sui Paperoni stranieri che scelgono di risiedere in Svizzera in cambio di un’imposta calcolata in base al loro tenore di vita e non sui redditi e sulle sostanze. Da lì in poi la legge diventò famosa come il comico e ribattezzata «Lex Chaplin». Anche se... anche se era già dal 1862 che Vaud appllicava ai turisti inglesi imposizioni agevolate. Quel che è sicuro è che oggi in Svizzera sono 5mila i super ricchi di cui quasi 900 vivono in Ticino. Una presenza, quella in Ticino che secondo la Divisione cantonale delle contribuzioni ha generato entrate fiscali per 118 milioni di franchi nel 2016, per 143.2 milioni di franchi nel 2018 e per 157.8 milioni di franchi per il 2020.
Tanto pesano i globalisti, facoltosissime persone che hanno deciso di restare in Ticino (e nel resto della Svizzera) nononostante l’esistenza di una revisione normativa federale del 2016 «che inasprisce le condizioni per accedere all’imposizione secondo il dispendio e chiama questi contribuenti maggiormente alla cassa», chiarisce Samuele Vorpe, responsabile del Centro competenze tributarie della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI).
Ecco perché Vorpe, ma anche Giordano Macchi, direttore della Divisione delle contribuzioni, parlano di una tenuta importante. «È un istituto, quello del dispendio che tiene - precisa Macchi - e questo è un fattore importante, perché conferma l’attrattività del Canton Ticino che tradizionalmente, assieme a Vaud e Ginevra è un Cantone apprezzato da questi contribuenti». Di sicuro, se l’imposizione per i globalisti non ci fosse, rimarca Vorpe, «queste persone non verrebbero in Ticino, ma sceglierebbero altri parti del mondo, perché com’è probabile hanno case anche in altre parti del globo e decidono di prendere il domicilio dove gli conviene anche fiscalmente».
Li vogliono quasi tutti
Quasi tutti li vogliono. Quasi, perché nel 2010 il Canton Zurigo ha scelto di fare diversamente, abolendo l’imposizione «speciale» per i globalisti. «Alcuni sono certamente rimasti - precisa Vorpe - ma la fuga verso altri Cantoni c’è stata ed è stata rilevante». Tanto più che sono 21 Cantoni su 26 a offrire questo regime fiscale particolare. Ecco perché, secondo il fiscalista, se l’imposizione forfettaria un giorno dovesse essere abolita in Svizzera, «così come ha tentato di fare la Sinistra nel 2012 con un’iniziativa popolare poi respinta dal popolo, credo che sarebbe il 70% dei globalisti ad andarsene dal Paese».
Anche perché, annota il responsabile del Centro competenze tributarie della SUPSI, le altre Nazioni non stanno a guardare. Anzi.
La legge Paperoni
«Nel 2017 l’Italia ha introdotto la legge Paperoni che consente ai super ricchi, anche italiani, di pagare 100mila euro di tasse senza l’obbligo di dichiarare i redditi esteri. Un regime a mio parere molto più interessante di quello svizzero, anche se ovviamente l’Italia non ha la nostra stabilità politica e questo può essere uno svantaggio per un globalista che sceglie di stabilirsi in un posto anche per altri motivi, non soltanto quello impositivo».
Un dato appare comunque certo. Ed è che il Ticino è «un Cantone apprezzato da questi contribuenti», sottolinea Macchi. Vorpe conferma. «Siamo al terzo posto in Svizzera, dopo Vaud e Ginevra». Non sembra dunque un caso che anche il miliardario norvese Kjell Inge Røkke abbia scelto di vivere in Ticino. «Non è né il più economico, né quello con le tasse più basse, ma in compenso è un ottimo posto con una posizione centrale in Europa», ha scritto il milardario che molto probabilmente potrebbe, ma non è detto, avere la possibilità di trattare con il fisco un’imposizione forfettaria.
Da dove arrivano?
Già ma chi sono i super ricchi che arrivano in Ticino? Da dove vengono? In realtà non c’è un’unica risposta. «Se guardo la cartina geografica di provenienza dei globalisti - osserva il capo della Divisione delle contribuzioni - noto un ampio raggio di provenienza che copre i cinque continenti ». Insomma c’è davvero un po’ di tutto.
Quel che è certo è che nei prossimi anni non dovrebbero esserci troppi scombussolamenti. Ancora Macchi. «Le statistiche sui globalisti domiciliati in Ticino vengono eseguite ogni due anni. Nel 2023 verranno quindi comunicate quelle del 2022. Ciò detto, questo istituto tiene, non rilevo oscillazioni importanti, né di un dimezzamento, né di un raddoppio e questo, mi ripeto, è un fattore importante».
Importante non soltanto per l’erario cantonale e comunale. Ma anche per l’economia nel suo insieme. «I globalisti generano un indotto non indifferente sul territorio in termini di investimenti e posti di lavoro - sottolinea Vorpe - basti pensare alla rete di consulenti e di personale di supporto di cui si circondano».