#raccontaloagiorgia

Al lavoro le chiacchiere stanno a zero?

La rubrica settimanale #RaccontaloaGiorgia ospita Vanessa Ruffini, happiness manager e facilitatore mindfulness: ecco alcuni consigli pratici per creare un ambiente di lavoro sano e collaborativo – PUNTATA 5
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Giorgia Cimma Sommaruga
13.01.2022 12:02

Il buon Aristotele chiosava perentorio: «L’uomo è un animale sociale», per Cicerone invece «l’uomo è socievole per natura». I rapporti interpersonali sono alla base della vita di tutti noi, e non è quindi un caso che nel corso degli anni sia diventato sempre più importante ridisegnare le risorse umane in ambito aziendale. Siamo tutti d’accordo che andare al lavoro ogni tanto è difficile e faticoso. La soluzione? Rendere il nostro impiego una esperienza appagante. Perché? Beh, indubbiamente è proprio la qualità delle relazioni che riusciamo a instaurare con i colleghi (anche con quelli che meno ci piacciono) a rendere un ambiente di lavoro piacevole. Scopriamo come farlo grazie all’ospite di #RaccontaloaGiorgia: Vanessa Ruffini.

Abbiamo tutti quel collega che ogni volta che ci vede alla macchinetta del caffè ci viene incontro baldanzoso con il suo ghigno malefico: «Ma hai sentito che Andrea ha tradito la moglie? E lei l’ha beccato!». Risatina. Oppure, quella che con aria afflitta attacca cantilenosa: «Eh, sai, mio marito ha problemi di salute, mia figlia si è lasciata con il ragazzo, mi è morto il gatto, mia mamma ha problemi all’anca...». Insomma, sarà capitato anche a voi. Fortunatamente l’esperta corre in nostro aiuto con una serie di consigli. Quello di oggi è: Sì: riservatezza; No: gossip.

In sintesi:

Ciascuno di noi ha il proprio carattere, ci sono persone che litigano ma riescono comunque a vivere senza tensioni, non portano rancore e non sono permalose. Solitamente, una persona con questo tipo di carattere può anche non preoccuparsi se vede scemare un rapporto di amicizia con un collega. Ahinoi, non è così per tutti. Già, esistono anche le persone che caratterialmente si rivelano più sensibili e suscettibili. Ed è proprio a loro che ci rivolgiamo: è importante comprendere che una collega può tranquillamente diventare una amica, ma rimane pur sempre una tua collega. Ciò significa che è certamente importante riuscire a stringere dei buoni rapporti sul posto di lavoro, ma prestando attenzione a non entrare troppo in confidenza poiché qualora il rapporto di amicizia si interrompesse, sapere che quella persona è a conoscenza di questioni private che ci riguardano potrebbe metterci a disagio. Ma non solo! Potremmo anche rimanere coinvolti in un giro di gossip spiacevoli.

Ecco i consigli dell’esperta:

Parlare si, ma non con tutti. A volte può capitare di vivere situazioni, nella nostra vita privata, e di sentire il bisogno di parlarne con altri: ma non andiamo dal primo collega che incontriamo al lavoro! Se proprio si tratta di un argomento che ci mette a disagio se affrontato con un amico, e preferiamo dunque un estraneo, teniamo presente che esistono dei professionisti che ci sanno ascoltare, e ci danno gli strumenti per poter affrontare determinate situazioni. Ma, soprattutto, magari ci sanno anche spiegare come mai sentiamo tutto questo bisogno di parlare con qualcuno che è estraneo, come appunto un collega. E se invece non si tratta di questo, non dobbiamo nemmeno essere ingenui e credere che raccontando i fatti nostri proprio a quel collega, da domani automaticamente è il nostro migliore amico.

Saper cambiare discorso. Cosa significa? Beh, sarà capitato a tutti di avere un collega pettegolo che parla sempre male di tutti, oppure un collega che continua a raccontarci i fatti suoi. Bisogna imparare a cambiare discorso, ad esempio: «Ma lo sai che Martina ha cambiato ancora fidanzato? Certo che quella ragazza li ha provati davvero tutti! O no?». Probabilmente noi la pensiamo diversamente, oppure non ci interessa proprio parlare di questo argomento, allora la cosa migliore da fare in questo caso è: «Scusami mi sono dimenticata di rispondere ad una mail, devo scappare!». Appunto: cambiare discorso. Se fatto con i giusti modi – l’educazione prima di tutto – quel collega non si sentirà offeso perché non l’hai ascoltato o non hai assecondato il suo pettegolezzo, semplicemente comprenderà che hai altro da fare e la sua chiacchiera è inopportuna in quel momento.

Avere una strategia. Significa non metterci in situazioni sconvenevoli o che non vogliamo vivere. Se siamo in pausa pranzo e quel collega si avvicina verso di noi per «fare bar» e noi non abbiamo voglia, basta fare i vaghi, o addirittura fingere di avere la testa altrove. Insomma: chi ha voglia di fare pettegolezzi con una persona che non dà corda e pensa ai fatti suoi?

Non mettere in dubbio te stesso. Se sei tu la vittima del gossip, cosa fare? Prima di tutto non soffrirne, perché tu sai chi sei, e il pettegolezzo resta sempre un pettegolezzo, ovvero, non ti deve toccare. Ognuno ha il proprio carattere, c’è chi fa finta di niente e cerca di non sentire. «Tanto passerà», ripete. Ma c’è anche chi vuole affrontare la questione. In questo caso ti consiglio di andare direttamente dalla persona che anima il gossip e confrontarsi, sempre con i giusti modi. Ovviamente ogni caso è a sé, tutto dipende dall’entità del gossip e dalla situazione, come sempre dovete ragionare in termini di convenienza: è più conveniente parlarne o fare finta di nulla?

Se avete domande o desiderate consigli potete scrivere un’e-mail a [email protected] con oggetto «#RaccontaloaGiorgia». Tutte le e-mail saranno lette dall’esperta, che il 24.02.2022, alla fine delle dieci puntate, risponderà in una diretta sui profili Instagram e Facebook del CdT.