Clima

Vernice gialla sulla statua di Vittorio Emanuele II a Milano: «Non paghiamo il fossile»

Gli attivisti di Ultima Generazione, stamane, hanno imbrattato il monumento in piazza Duomo rilanciando l'allarme: «L'Italia investe nel fossile più di Russia e Arabia Saudita»
Red. Online
09.03.2023 12:32

Rieccoli. Parliamo degli attivisti di Ultima Generazione. Dopo aver bloccato le strade di Roma e, fra le altre cose, imbrattato il dito medio di Cattelan, i manifestanti sono tornati a colpire a Milano. Lo hanno fatto nella centralissima piazza Duomo. Oggi, in mattinata, gli attivisti hanno riversato della vernice gialla sulla statua di Vittorio Emanuele II. Come da prassi, oramai, i manifestanti sono poi stati trascinati via di peso dai Carabinieri. 

Prima di darsi appuntamento in piazza Duomo, gli attivisti hanno rilasciato un comunicato stampa. Al grido, va da sé, «non paghiamo il fossile». «Imbrattare una statua è scandaloso? Io dico che il vero scandalo è l'assoluta indifferenza del governo verso le nostre vite, che la crisi climatica distruggerà e starà già distruggendo» si legge nella nota. «L'Italia è il sesto investitore mondiale in combustibili fossili, investe persino più di Russia e Arabia Saudita. Dobbiamo liberarci immediatamente di petrolio, carbone e gas: farlo è possibile, manca solo la volontà politica perché viviamo in un sistema in cui il profitto di pochi conta più della vita di milioni di persone».

Sul proprio profilo Twitter, Ultima Generazione ha aggiunto, riferendosi alla statua-bersaglio scelta per questa azione: «Nel 1861 come oggi, le dichiarazioni di chi governa possono essere del tutto incoerenti con la realtà».

L'ultima protesta dei ragazzi di Ultima Generazione a Milano risale al 22 febbraio scorso, quando in via Palmanova un gruppo ha impugnato lo striscione con lo slogan «non paghiamo il fossile» e, in seguito, ha invaso la strada con l'obiettivo, chiaro, di fermare il traffico. Obiettivo raggiunto per alcuni minuti, fra la rabbia e la frustrazione degli automobilisti. I quali, a modo loro, hanno provato a spostare gli attivisti. Pure quella manifestazione si era conclusa con l'arrivo delle forze dell'ordine.

A livello svizzero e ticinese, invece, l'ultima manifestazione è quella di venerdì scorso indetta, a livello nazionale, al movimento Sciopero per il clima. «È molto importante che questa crisi climatica sia affrontata nel modo giusto per tutti» aveva detto a CdT.ch Larissa Bison, giovane ticinese che studia Letteratura e linguistica inglese, oltre a Biomedicina. «Il secondo punto su cui vogliamo portare l'attenzione, oggi, è la crisi energetica: dobbiamo essere più lungimiranti, puntare sulle energie rinnovabili». E ancora: «Una delle cose che al momento non sta proprio andando, qui in Svizzera, è che si sta parlando di costruire o riaprire, o comunque tenere attive molte centrali a gas o a olio che sono dannose per l'ambiente». In particolare a Basilea, appunto, venerdì scorso c'è stata una manifestazione contro un nuovo terminale di gas a Muttenz.