Il caso

Ancora polemiche per il risultato di Israele all'Eurovision Song Contest

Dopo la Spagna, ora diverse emittenti europee chiedono maggiore trasparenza e una possibile revisione del sistema di voto
©GEORGIOS KEFALAS
Red. Online
21.05.2025 19:22

Non si placano le polemiche sull'Eurovision Song Contest. Il risultato ottenuto da Israele al televoto nell'ultima edizione della gara canora, svoltasi in Svizzera, ha scatenato un acceso dibattito tra diverse emittenti europee, le quali ora chiedono maggiore trasparenza e una possibile revisione del sistema di voto. La prima a criticare il televoto era stata negli scorsi giorni la TV statale spagnola RTVE, dubbiosa sul risultato ottenuto dall'artista dello Stato ebraico. La cantante israeliana Yuval Raphael ha infatti conquistato il primo posto nel televoto con la ballata «New Day Will Rise», ma si è classificata seconda nella classifica finale a causa del punteggio più basso attribuitole dalle giurie nazionali, che l'hanno collocata al 14esimo posto. A trionfare è stata l'Austria, grazie al bilanciamento tra voto popolare e voti delle giurie.

Oltre a quella spagnola, emittenti pubbliche di Paesi come Irlanda, Paesi Bassi, Belgio, Islanda e Finlandia hanno espresso dubbi sull'equità del sistema di voto, chiedendo chiarimenti o addirittura un audit completo, stando a quanto riporta la BBC. L'Unione Europea di Radiodiffusione (European Broadcasting Union - EBU), che organizza il concorso, ha replicato affermando che ogni voto è stato verificato da un ente indipendente e che ogni segnalazione viene presa sul serio.

Israele ha ottenuto il massimo punteggio (12 punti) dal pubblico di Paesi come Belgio, Paesi Bassi, Spagna e Regno Unito, mentre Irlanda e Finlandia ne hanno assegnati 10. Tuttavia, l'emittente irlandese Rté ha chiesto la pubblicazione dettagliata dei dati del televoto, mentre la spagnola RTVE ha annunciato di voler proporre una revisione dell'intero sistema di voto popolare. Al centro delle critiche c'è la possibilità per ogni spettatore di votare fino a 20 volte tramite telefono, sms o app. «Un sistema che consente 20 voti per persona favorisce la manipolazione», ha dichiarato la deputata fiamminga Katia Segers, chiedendo un'indagine che coinvolga tutti i Paesi partecipanti.

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