Arrestato truffatore che si spacciava quale figlio del re del Belgio

Incendi misteriosi nella Slesia centrale
Frankenstein, 1. ag (Wolff) – La Slesia centrale è attualmente teatro di numerosi incendi misteriosi. Quasi ogni giorno dei cascinali sono distrutti col loro contenuto e coi raccolti. Non si è riescito finora a scoprire gli incendiari.
Confederazione
Un emulo di Tavanna Ray
Zurigo, 1. (S. M.) – In base ad un mandato d’arresto, è stato arrestato a Zurigo un abilissimo cavaliere d’industria le cui gesta non sono da meno di quelle del sedicente Principe Indiano. Si tratta di un certo Otto Stephan di Lüttich, 25enne; come il «Cervo Bianco», pretende essere d’origine reale. Afferma essere figlio legittimo di Leopoldo II del Belgio e si era arrogato il titolo di conte von Tervueren. In nome del suo preteso zio Re Alberto del Belgio, un giorno aveva organizzato una solenne manifestazione, durante la quale, in presenza di tutta la milizia, aveva egli stesso data una decorazione di guerra del Belgio al comandante delle truppe americane della guarnigione del Reno. A Basilea, cui fece l’onore di una visita nel 1923, si fece introdurre nei circoli diplomatici del Console del Belgio. In occasione dell’Assemblea della Società delle Nazioni si fece notare anche a Ginevra, dove, trovandosi momentaneamente sprovvisto di mezzi, si era fatto prestare alcune centinaia di franchi. All’arrivo della Commissione di Riparazione a Berlino, il nostro abile giovane, il quale parlava correntemente 4 lingue, spacciandosi per il rappresentante del Governo del Reich, si incaricò dei bagagli degli arrivati, i quali lo attesero poi invano… Il sedicente rappresentante del Reich era sparito! Un’altra volta si presentò in un convento in Francia dandosi a crede un rappresentante del Vescovo. Dal momento del suo arresto egli appare estremamente affranto; non si sa se trattasi di una simulazione oppure se sia veramente malato di spirito. Attualmente è stato internato in un istituto di alienati.
Punizioni
In relazione all’interpellanza Bertoni, si apprende che il tenente Dr. phil. Schooch Franz della III/86 ha presentato le sue più vive scuse per aver pronunciato la frase «razza di latroni», dicendo di aver detto ciò in un momento di eccitazione e senza voler offendere menomamente il Ticino od i soldati ticinesi. Egli, perciò, non ha avuto ulteriori punizioni. +Siccome l’inchiesta ha dimostrato che un ufficiale svizzero-tedesco domiciliato nel Ticino, certo Hilfiker, si era permesso di passare a vie di fatto verso i soldati, di cui alcuni dovettero ricorrere alle cure del medico, l’autorità militare ha stralciato l’Hilfiker dai ranghi dell’ufficialità svizzera.
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