Attenzione, DiCaprio non assomiglia a Di Capri

In "Natale col Boss" un divertente pasticcio tra il celebre attore e il cantante napoletano
Peppino Di Capri tra Lillo e Greg.
Max Armani
05.01.2016 01:01

Adesso per strada a Capri qualcuno già lo chiama «o cant'attore», e lui famoso cantante confidenziale degli anni '60, approdato al cinema per caso, quasi per sbaglio, si stupisce e si diverte di questa nuova popolarità, ma Peppino Di Capri in Natale col Boss, interpreta addirittura due personaggi e rivela doti da star. «Io non avevo mai fatto cinema in passato, solo qualche "musicarello" in alcuni film, ossia delle scene in cui cantavo in un locale, ma i protagonisti erano altri. Il mio mondo è sempre stata la musica e al cinema di solito vado a vedere film d'azione, per rilassarmi». Parole di Peppino Di Capri alla presentazione a Roma del film di Volfango De Biasi, scritto da ben cinque sceneggiatori tra i quali lo stesso De Biasi e Lillo e Greg, già da alcuni anni tra i protagonisti del nuovo corso del cinepanettone della FilmAuro. Questa volta li vediamo nelle vesti di due chirurghi plastici di successo, Alex e Dino, che vengono rapiti e obbligati a cambiare i connotati ad un pericoloso boss della malavita napoletana che vuole sfuggire all'arresto. Narcisisti e rissosi i due (volutamente ritagliati sui più famosi «colleghi» della serie Nip & Tuck), non capiscono bene le indicazioni del Boss e invece di trasformarlo nel sosia di Di Caprio, ne fanno il gemello di Di Capri, appunto il cantante. «In napoletano, il suono della "e" e quello della "o" si assomigliano - racconta Peppino Di Capri - e questo nel film causa un notevole sconquasso, perché il boss, che vorrebbe essere trasformato in un attore che ha interpretato un grande malavitoso sullo schermo, si ritrova invece con la faccia di uno, sempre famoso, ma bonaccione e schivo come me. Per lui è uno choc». Tuttavia, passato il primo momento di furore, il Boss si scopre una vena melodica e comincia a volersi esibire in pubblico al posto del vero Di Capri, drogato e imprigionato nella cantina della sua villa. «Così mi si vede molto di più nei panni del Boss che in quelli di me stesso e per essere un malavitoso credibile ho avuto anche un coach che è venuto a casa mia a Capri, per insegnarmi il portamento giusto per un tale personaggio». –chiosa divertito Di Capri, perfetto e davvero godibile nel ruolo del Boss. Ad ingarbugliare le cose, ci sono le incursioni continue di due poliziotti: Cosimo e Leo (Francesco Mandelli e Paolo Ruffini), validi rappresentanti del massimo dell'inettitudine condita di presunzione, che gareggiano in humor e che, insieme alla moglie di Leo (Giulia Bevilacqua), poliziotta combattiva, bella e procace, ma anche lei non molto sveglia, sono sulle tracce del Boss, decisi ad arrestarlo. Natale col Boss è una commedia che t'intrattiene e ti annoia con gentilezza, perché essendo frutto di una sorta di assemblaggio di comicità diverse tutte autoreferenziali e insistite (da un lato quella surreale e ormai scontata di Lillo e Greg; dall'altro quella demenziale e pedissequa di Ruffini-Mandelli-Bevilacqua), anche se qualche risatina te la fai, non riesce mai veramente a conquistarti. Anche la regia di De Biase appare incerta, tra l'effetto da comica finale e la pochade, il tutto condito con citazioni piuttosto banali dal Padrino, Quei bravi ragazzi, Gomorra ed altri film di genere, sino a serial tv storici. Curiosi i titoli di coda con il duetto canoro tra il rapper Guè Pequeno e Peppino Di Capri.

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