Giona A. Nazzaro: «La definizione di icona è spesso abusata, ma nel caso di Brigitte Bardot è l'unica possibile»

Brigitte Bardot non c'è più. Il cinema, a pochi mesi dalla scomparsa di Claudia Cardinale, ha perso un'altra diva assoluta. Attrice, cantante, paladina degli animali, l'icona francese aveva 91 anni. Giona A. Nazzaro, direttore artistico del Locarno Film Festival, contattato dal Corriere del Ticino ha ricordato così l'eterna BB: «Brigitte Bardot incarna un modo di essere nel cinema, per il cinema, che è tipica del ventesimo secolo». E ancora: «Brigitte Bardot è una diva di una magnitudo oggi impensabile, un'artista, attrice, interprete che ha lavorato tantissimo fra gli anni Cinquanta e i primi anni Settanta, per poi ritirarsi all'apice del suo successo e consegnarsi così, in questo modo, a una mitologia che ha trasceso la sua stessa immagine».
Brigitte Bardot, ha spiegato sempre Nazzaro, «rappresenta tante cose differenti, rappresenta un simbolo di emancipazione femminile, rappresenta un modello di desiderio maschile, rappresenta una frattura nell'immaginario, rappresenta un cambio radicale di paradigma rispetto alla società francese del Dopoguerra e rappresenta una sorta di inquietudine gioiosa che lei è riuscita a incarnare all'apice del suo successo fra cinema, moda e cultura in senso lato. La definizione di icona è sovente abusata, ma nel caso di Brigitte Bardot mi sembra l'unica possibile».
