Quando David Bowie interpretò Ponzio Pilato

Dal monumentale Christus, diretto nel 1916 da Giulio Antamoro e considerato una sorta di pietra miliare della produzione italiana dell’epoca del muto - una «Biblia pauperum in movimento», ha detto qualcuno - a Paul, Apostle of Christ, un film del 2018 scritto e diretto da Andrew Hyatt e interpretato, tra gli altri, da James Faulkner e Jim Caviezel, non è trascorso soltanto più di un secolo: sono passati, sul piccolo e sul grande schermo, anche centinaia di opere tratte dai Vangeli. È sostanzialmente impossibile fare una sintesi compiuta del cinema cristologico, cui sono state dedicate intere bibliografie.
La presentazione, a Locarno, del film di Giulio Base è, tuttavia, occasione per ricordare almeno i titoli più significativi, quelli - insomma - che hanno in qualche modo fatto storia. Torniamo, allora, indietro, sino al 1961, l’anno in cui nelle sale esce Il Re dei Re di Nicholas Ray, un film che segna un punto di rottura con i peplum di argomento evangelico che lo hanno preceduto (un titolo per tutti: La tunica, di Henry Koster, girato nel 1953 e interpretato da Richard Burton). Ray, infatti, mostra lungamente il volto di Cristo (l’attore Jeffrey Hunter), superando una convenzione sino a quel momento - più o meno - rispettata da tutti.
Il 1964 è l’anno del Vangelo secondo Matteo, di Pier Paolo Pasolini, film dedicato a papa Giovanni XXIII e giudicato (nel 2014) dall’Osservatore Romano «forse la migliore opera su Gesù di tutta la storia del cinema». Attorno al Cristo interpretato dall’esordiente Enrique Irazoqui, Pasolini costruisce un capolavoro di accentuato realismo, grazie anche alle scelte scenografiche e alla decisione di girare in un Sud all’epoca ancora non sventrato dall’urbanizzazione feroce. Nella temperie del Concilio Vaticano II, il radicale ritorno alle fonti suggerito da Pasolini fece scandalo ma segnò anche il punto probabilmente più alto di tutto il cinema dello scrittore-regista, del quale tra pochi mesi, il 2 novembre, ricorrerà il cinquantesimo della tragica uccisione.
In questa breve galleria trova spazio, infine, L’ultima tentazione di Cristo, che nel 1988 Martin Scorsese trasse dal romanzo omonimo di Nikos Kazantzakis, autore molto amato dal cinema (Zorba il greco, di Michael Cacoyannis, e Colui che deve morire, di Jules Dassin). Apocrifo per definizione, il film di Scorsese fu tutto giocato sui cardini della tentazione e della redenzione, attraverso rappresentazioni spettacolari. In ciascuno è chiaro il ricordo di Gesù-Willem Dafoe, pochi invece ricordano David Bowie-Ponzio Pilato.