Sulle orme di Shakespeare, sognando il cinema di Corbet

Ti scoccia se diciamo che ricordi Tom Holland?, domando quando lo incontro per un caffè in piazza riforma a Lugano. «No, anzi: me lo dicono spesso!», risponde lui con una risata che gli illumina il volto da ragazzino. Diego Benzoni è nato a Balerna e di mestiere fa l’attore. A differenza della star britannica, che ha scoperto la recitazione quasi per caso, Diego ha sempre avuto le idee chiare sul suo futuro professionale. «Amo le performance. Fin da bambino partecipavo a spettacoli teatrali. Ricordo con precisione la mia prima parte nel Piccolo Principe messo in scena in un dopo scuola alle elementari. Già allora desideravo fare bene senza lasciare nulla al caso. Il teatro è sempre stato la mia casa». Quando, a 19 anni, ha comunicato ai genitori l’intenzione di iscriversi, dopo il liceo, a una scuola di teatro a Londra, loro non hanno battuto ciglio. «Anzi, mi sostengono da sempre e io non smetterò mai di ringraziarli di questo». Probabilmente, l’idea di proseguire gli studi lontano da casa e dagli amici, è maturata proprio a Locarno. Diego segue con assiduità il festival, dove è stato anche nella giuria di «Cinema e gioventù» per due anni. Grazie al festival, ha sviluppato un occhio critico nei confronti delle opere. E a Locarno ha incontrato persone provenienti da ogni dove e si è innamorato di questo ambiente cosmopolita, rendendo la scelta di Londra una conseguenza logica.
I primi mesi alla Shakespeare Summer School, il corso estivo della Royal Academy of Dramatic Art, mettono a dura prova la sua tenacia. Il fatto di non essere di madre lingua inglese, non gli rende la vita facile. «Eppure è stata una grande scuola! Non conoscendo a fondo la lingua, dovevo lavorare il doppio rispetto ai miei compagni, e questo mi ha fatto crescere molto dal profilo professionale. Stringevo i denti e imparavo ogni parola, cercando di interpretarla al meglio». Successivamente, seguendo un consiglio di un collega di corso, si iscrive a un prestigioso corso a Stratford-upon-Avon, il paese natale di Shakespeare. «In un anno ho lavorato talmente tanto che ho perso il contatto con tutti in Ticino; la recitazione assorbe molte energie, e io mi sono impegnato moltissimo. È stata una fatica, ma ne è valsa la pena». Diego ora abita in Italia, dove ha sede l’agenzia cinematografica che lo rappresenta. Finora ha recitato in una decina di film ma aspetta la «grande occasione», puntando sui provini, che affronta in abbondanza. «È un po’ come nel mondo del calcio: tiri in porta in continuazione fino a quando fai gol».
In Inghilterra gli proponevano provini per ruoli da italiano, «mentre in Italia mi dicono che ho una faccia da inglese: a me, invece, piace sorprendere le persone, sovvertire le aspettative».
Il suo sogno nel cassetto? Ottenere un ruolo da protagonista in un film diretto da un regista forte, «uno come Brady Corbet, per intenderci, che ha firmato The Brutalist, un’opera con un cast di grandi attori, e non mi riferisco soltanto ad Adrien Brody». Mi rendo conto che l’amore di Diego per la recitazione non è soltanto un mestiere, ma un’autentica vocazione, che lo spinge ad abbattere qualsiasi ostacolo. Sul palcoscenico della vita ci sono ancora tante storie da raccontare e c’è da scommettere che, prima o poi, questo attore ticinese dal volto di ragazzino potrebbe giocarvi un ruolo importante.