È carnevale, deponiamo la serietà, la dignità, la compostezza austera

La Nota
È carnevale. Dunque, divertiamoci. Se c’è qualcuno che ha dei fastidi, un mal di denti, un debito urgente e noioso, una moglie bisbetica o un marito lunatico, una suocera a stantuffo o una nuora indemoniata, è pregato di mettere tutto da parte per un momento perchè questo è il tempo di divertirsi, di essere allegri, di ridere, di ballare, di cantare. Fuori le maschere, fuori i costumi; trucchiamoci la faccia, camuffiamoci il corpo; diventiamo degli arlecchini, delle follie, dei pulcinella, dei tony; facciamo la voce chioccia, tiriamo fuori dai più reconditi ripostigli dello spirito le cose più idiote, le trovate più sceme, le frasi più goffe, magari più banali, forse anche più volgari… ed allegre; siamo in carnevale.
In carnevale, dicono i brontoloni, ci siamo tutto l’anno. Sì, è vero; c’è tanta gente che non ha bisogno di aspettare il carnevale ufficiale per pitturarsi il viso o per infarinarselo, per camuffarsi la persona con le toilettes le più stravaganti, per fare l’arlecchino il pulcinella o il tony, per dire delle cose stupide, per metter fuori le frasi banali o volgari; certa gente questa lo fa tutto l’anno, hieme et aestate. A rigor di termini, per questa gente la vita è tutta quanta un carnevale; e il mondo un gran veglione mascherato.
Ma per noi, gente seria, il carnevale vero è solo quello segnato dal calendario. Suonata la campana che annuncia il tempo della baldoria, deponiamo la serietà, la dignità, la compostezza austera, magari anche il buon senso; come si depongono gli indumenti ingombranti e pesanti nella guardaroba, e via, ci diamo alla pazza gioia. È tempo di divertirsi. Si deve stare alle date.
A Natale una scorpacciata a crepapelle; a fine d’anno la baldoria orgiastica, gli occhi pesti e il mal di festa per Capo d’anno; in quaresima, penitenza in chiesa per il quaresimale, e a carnevale baldoria ufficiale, obbligo tassativo di divertirsi, di essere allegri, di ridere.
Ed è precisamente per noi consuetudinari, per noi che viviamo una vita di lavori, di cure, di fastidi grassi e magri, reali ed immaginarî, minuscoli e ingigantiti come mongolfiere, per noi che durante l’anno non abbiamo tempo, nè voglia, nè mezzi per far baldoria, che si è pensato di fissare nel calendario dei termini fissi per un periodo di divertimento.
Divertiamoci, dunque… se possiamo, perchè il vaso della gioia è come certi strani boccali antichi sui quali c’è scritto: «Bevete, se potete».
Gavroche
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