Cent'anni fa

Emergono particolari sullo sparatore che ha colpito a Paradiso

Le notizie del 6 dicembre 1923
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Nicola Bottani
Nicola Bottani
06.12.2023 06:00

Confederazione
Introiti doganali
Berna, 5 ag – Le entrate doganali dal 1. al 30 novembre hanno raggiunto la somma di fr. 17.498.456 contro franchi 13.620.012 nello stesso mese dell’anno precedente. L’aumento è di franchi 3.878.444. Dal primo gennaio al 30 novembre le entrate ammontarono a fr. 166.756.044 contro fr. 141.094.394, con un aumento di fr. 25.661.650.

Importazione di carbone
L’importazione di carbone in Isvizzera raggiunse in Novembre per l’antracite un totale di ql. 131.451, rispetto a una media per i restanti mesi di ql. 150 mila, in altri carboni ql. 48.015, press’a poco quanto i media negli altri mesi, e in briquettes ql. 26.178.

In seguito alle condizioni ancora sempre molto precarie nel territorio della Ruhr, gli invii di antracite e di coke delle officine Buker sono, così per dire, rimasti soppressi. Invece, il territorio della Sarre spedì circa 48 mila quintali di antracite dal territorio tedesco del Reich, che come è noto viene sfruttato attualmente dalla Francia; l’importazione di antracite dalla Francia stessa importò 43 mila quintali. L’importazione di coke fu coperta per più della metà dalla Francia, con 24 mila quintali. L’importazione di briquettes è stata minima in novembre. Essa importò meno della metà dell’importazione nei mesi precedenti. Le cause vanno ricercate negli stock ancora rilevanti dell’importazione d’autunno, principalmente però nel minimo fabbisogno del consumo casalingo.

Quanto alla via di transito, va notato che in seguito all’enorme rincaro dei porti in Germania, il trasporto del carbone cerca dove possibile di evitare la Germania.

Voli senza motore
Dübendorf, 5 ag – I signori Spahlinger di Dübendorf, Aecherli di Fällanden e Friedländer di Uster sono riesciti a compiere parecchi voli con un velivolo senza motore, da loro inventato. Il sig. Spahlinger ha effettuato un volo di 650 metri, registrato ufficialmente dai delegati dell’Aero club svizzero.

Lugano - Il tentativo di un pazzoide
Particolari interessanti
Sul triste accaduto di ieri mattina, pel tentativo di un disgraziato verso la signora Betty Riva, moglie dell’avv. signor Antonio Riva, consigliere agli Stati, abbiamo raccolto numerosi particolari che diamo a completamento della narrazione di ieri (nota di 100 anni dopo: oggi riproduciamo solo parzialmente il lungo articolo pubblicato sul CdT del 6 dicembre 1923). Si tratta, lo premettiamo subito, di una feroce e stupida vendetta maturata nel cervello di un individuo non completamente sano. Feroce e stupida, ripetiamo, in quanto che il Guglielmetti non ebbe il coraggio di rivolgersi contro l’avvocato Riva, dal quale si dice danneggiato (e vedremo come) ma volle condurre a compimento il tragico gesto, premeditato, contro una donna.

Dalle notizie da noi raccolte nella giornata di ieri ed in attesa delle dichiarazioni che potrà fare lo stesso signor avv. Riva, giunto in serata da Berna, possiamo così ricostruire, nel suo quadro esatto, la fulminea scena: L’avvocato signor Antonio Riva era sempre stato il patrocinatore degli interessi del fu Battista Guglielmetti, padre dell’aggressore, ed anche dopo la morte di questi continuò ad esserlo per gli eredi e specialmente verso un fratello dell’Arturo (nota di 100 anni dopo: questo il nome di colui che sparò alla signora Riva), Don Guido Guglielmetti, parroco a Mugena, in Valle Maggia (altra nota: Mugena, però, come ben sappiamo è nel Malcantone).

Due anni or sono, nel ’21, l’avv. Riva, per incarico degli eredi Guglielmetti, mise all’incanto una casa da costoro posseduta in via Lavizzari, al numero 7, del valore di 40-50 mila franchi, ipotecata per la somma di fr. 20 mila. La casa passò così in proprietà del signor Giacomazzi, cognato di Mario Guglielmetti, altro fratello dell’Arturo. A quest’ultimo, nella ripartizione, non spettò nulla e questo è stato il punto di partenza di tutto l’odio accumulato nell’animo e che doveva esplodere in modo brutale nella mattinata di ieri.

L’Arturo Guglielmetti incominciò a spedire lettere, da Ginevra, crediamo dapprima di richiesta, poi intimidatorie all’avv. Riva, il quale respinse poi la corrispondenza che riteneva inviata dal Guglielmetti. Dalle lettere si passò alle cartoline contenenti aperte minaccie, tanto che venne denunciato al Giudice Istruttore di Ginevra. Domenica sera l’ossessione della vendetta prese forme concrete: ritiratosi nella cameretta che occupava a Basilea, ove si era domiciliato ultimamente ed era impiegato presso la grande casa di prodotti chimici «Hoffmann-La Roche», il Guglielmetti scrisse le lettere di cui abbiamo detto ieri: una alla moglie, domiciliata a Lugano, in Via Nassa, l’altra all’on. Procuratore Pubblico sottocenerino. Lunedì, deciso alla partenza ed alla vendetta, acquistò un revolver a cilindro, calibro 9, in una bottega di armaiuolo situata di fianco alla stazione, pagandola dodici franchi, ed acquistò un biglietto di semplice andata per Lugano. (…) Ieri mattina, dopo un primo tentativo compiuto come abbiamo detto alle ore 7,30, effettuò il suo tragico atto poco dopo le 9.

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