Musica

Fabio Concato, il volto «smooth» della musica d’autore italiana

Stasera al Teatro Sociale di Bellinzona l’artista milanese è ospite della Fondazione del Patriziato nel tradizionale «Gala» di fine anno con il progetto «Musico ambulante» con cui rilegge con la consueta raffinatezza e piacevoli sfumature jazz il suo ultraquarantennale repertorio
Fabio Concato, all’anagrafe Fabio Piccaluga, è nato a Milano il 31 maggio 1953. © ravennaphoto
Mauro Rossi
23.11.2022 06:00

È uno degli esponenti «storici» del cantautorato italiano Fabio Concato che stasera, alle 20.30,  sarà ospite al Teatro Sociale di Bellinzona della Fondazione del Patriziato della Turrita nel tradizionale «Gala» di fine anno che chiude la sua stagione artistica, quest’anno caratterizzata dal XX compleanno della sua più celebre creatura, i Bellinzona Beatles Days.

Milanese doc, figlio e nipote d’arte (il padre Luigi Piccaluga, è stato un chitarrista e autore jazz noto come Gigi Concato, a sua volta figlio dei cantanti lirici Nino Piccaluga e Augusta Concato della quale Fabio ha assunto il cognome d’arte) Concato ha iniziato la sua carriera nella seconda metà degli anni Settanta con un repertorio caratterizzato soprattutto da una marcata pacatezza ed eleganza sonora di chiaro stampo jazzistico, che ha abbinato a testi intensi, introspettivi in cui ha sempre fatto capolino quella sottile ironia che da sempre lo accompagna.

Gli inizi «elvetici»

Un cantautore insomma decisamente superiore, dal profilo qualitativo, a molti suoi colleghi dell’epoca e che proprio in virtù di questa sua eccessiva raffinatezza agli inizi ha incontrato non pochi problemi nell’affermarsi: i suoi primi album (Storia di sempre, contenente la splendida A Dean Martin e Svendita totale con la delicata P... come, entrambi – piccola curiosità – prodotti dalla piccola etichetta Harmony del produttore e discografico svizzero Walter Gürtler, uno dei maggiori talent scout della scuola cantautorale meneghina), pur ottimamente accolti dalla critica, furono sostanzialmente ignorati dal pubblico, così come il suo primo disco per una label importante (la Polydor), Zio Tom, molto più carico di ironia dei precedenti e impreziosito dalla presenza del grande armonicista Toots Thielemans.

Il successo e l’impegno

Il successo per Concato arrivò solo nel 1982 con Domenica bestiale, inserita in un album dal taglio molto più poetico e melodico rispetto ai precedenti. Una svolta «leggera» confermata anche dai due successivi dischi (Fabio Concato, 1984 e Senza avvisare, 1986) che oltre a contenere alcuni dei brani più significativi del repertorio dell’artista (Fiore di maggio, Ti ricordo ancora, Guido piano, Tornando a casa, Rime per un sogno....) accentuarono la svolta verso sonorità più «smooth» e testi dal taglio crepuscolare. Da quel momento la popolarità di Fabio Concato si è attestata su alti livelli, facendo di lui un indiscusso punto di riferimento della scena d’autore tanto da consentigli di dare sempre maggior profondità ai suoi prodotti senza dover per forza inseguire le mode del mercato. Nacquero così lavori come Blu (1996) realizzato in collaborazione con l’ex PFM Flavio Premoli, Ballando con Chet Baker (2001) in cui il grande amore dell’artista per il jazz – soprattutto quello latino – emerge prepotentemente, ma anche esperienze particolari come 051/222525 , disco dedicato alle violenze sui bambini e il cui ricavato è stato interamente devoluto al «Telefono Azzurro», la partecipazione, quale autore allo Zecchino d’oro, la realizzazione delle musiche per l’audiolibro del capolavoro Il piccolo principe e varie altre iniziative di carattere benefico. Iniziative che lo hanno distolto dalla discografia «tradizionale» cui Fabio Concato ha fatto ritorno o solo nel 2016 con Non smetto di ascoltarti in collaborazione con due jazzisti, il pianista anglo italiano Julian Oliver Mazzariello e il trombettista Fabrizio Bosso, composto da standard della musica italiana e proprie composizioni riarrangiate in chiave jazz e il recente Musico ambulante, «best of» della sua ultraquarantennale carriera con brani riarrangiati per l’occasione. Un album alla base dell’esibizione del cantautore stasera a Bellinzona dove sarà affiancato da Ornella d’Urbano al pianoforte, Larry Tomasini alla chitarra, Gabriele Palazzi Rossi alla batteria e Stefano Casali al basso: una formazione sostanzialmente acustica con la quale Concato si è recentemente esibito al Premio Tenco dove è stato insignito del prestigioso riconoscimento assegnatogli per il contributo significativo dato alla canzone d’autore mondiale. Biglietti ancora disponibili per il concerto (che, come da tradizione negli appuntamenti della Fondazione del Patriziato sarà aperto da un giovane talento – nella fattispecie la cantautrice locarnese Agata Pelloni accompagnata alla chitarrista da Nicola) negli uffici di Bellinzona e Valli Turismo Piazza Collegiata 12, tel. 091/825.21.31.