I dati

Frontalieri, mortalità (da record) e natalità: il Ticino in numeri

Ecco alcune curiosità dell'annuario statistico ticinese 2022: in questa edizione si sente il peso della pandemia
Una poderosa pubblicazione di oltre 600 pagine. Una «radiografia» sui fronti demografia, società e territorio
Jona Mantovan
11.05.2022 12:11

Una poderosa pubblicazione. Oltre 600 pagine per mettere il Ticino in cifre. Un volume realizzato ogni anno praticamente senza interruzioni dal 1938, che nel 2022 taglia il traguardo dell'83.esima edizione. È l'annuario statistico ticinese, un prodotto centrale della statistica. «Anche se ovviamente non contiene i dati dell'ultima ora, dal momento che occorre almeno un mese di lavorazione tra grafica e tipografia – premette Pau Origoni, capoufficio dell'Ustat –. Alcuni cantoni, poi, hanno anche deciso di rinunciare al suo prosieguo, puntando piuttosto sui dati costantemente aggiornati sui portali internet, che offriamo anche noi. La nostra idea, però, è accompagnare il lettore attraverso una serie di testi che spiegano tabelle e numeri». Mettendo le “fredde cifre” in prospettiva attraverso i dati storici, per capire meglio alcuni fenomeni.

I decessi sono da primato, nel 2020 sono stati 4.067. Mille in più rispetto alla media degli anni passati.
Pau Origoni, capoufficio Ustat

Le sorprese

E non mancano numeri sorprendenti. «Nell'annuario del 2022 emergono i primi dati sulla pandemia e sull'impatto che ha avuto sul Ticino e la popolazione». Il numero di decessi, ad esempio, è da primato. Come si legge nella tabella a pagina 51, nel 2020 sono stati 4.067. «Mille in più rispetto alla media degli anni passati». Di conseguenza, il tasso di mortalità, che dal 2001 oscillava tra l'otto e il nove percento, è schizzato all'11,59%. Gli esperti tuttavia, hanno visto un netto calo di questo dato, siccome questi decessi, se non ci fosse stata la pandemia, sarebbero comunque avvenuti negli anni futuri.

Un altro mito da sfatare è quello delle nascite. Il semiconfinamento avrebbe stimolato un nuovo “baby boom”? Niente di più falso. Anzi. Nel 2019 il numero di neonati ha toccato il fondo, perché non è arrivato nemmeno a 2.500.

Natalità ai minimi storici

Un altro mito da sfatare è quello delle nascite. Il semiconfinamento avrebbe stimolato un nuovo “baby boom”? Niente di più falso. Anzi. Nel 2019 il numero di neonati ha toccato il fondo, perché non è arrivato nemmeno a 2.500. «Sì, 2.494 per la precisione. Quando normalmente ci aspettiamo quasi sempre di sfiorare i 3.000 neonati. Diciamo 2.700-2.900». Per fortuna si vede uno spiraglio con l'ultimo dato del 2021, dove c'è stato un recupero con il superamento di questa “soglia psicologica”. Per trovare un dato simile, secondo Origoni, occorre tornare indietro nel tempo anche fino agli anni Cinquanta «o forse anche prima».

I frontalieri sono arrivati a superare le 75.000 unità. Il numero, dal 1999, è in costante crescita.

I frontalieri

Un nuovo primato è dato anche dal numero di frontalieri, che in Ticino rappresentano il trenta percento degli occupati, mentre poco più di cinque occupati su dieci sono di nazionalità straniera. Un rapporto che, a livello nazionale, è più contenuto (circa tre su dieci, come riportato a pagina 92 del documento). «I frontalieri sono arrivati a superare le 75.000 unità. Il numero, dal 1999, è in costante crescita. Nell'annuario, oltre a mettere in prospettiva questo fenomeno, suggeriamo anche una serie di approfondimenti tramite una serie di rimandi, per esempio alla nostra rivista, “Dati”». Il commento tra le tabelle sottolinea come l'ambito d’impiego si sia esteso a rami economici non tradizionalmente legati al lavoro frontaliero, «anche se industria, commercio, costruzioni, alberghi e ristoranti, sanità e assistenza sociale rimangono i datori di lavoro nettamente maggioritari».

Il contesto è estremamente incerto e l'evoluzione dei prezzi è un tema che interessa molto il dibattito pubblico. Tanto che, in effetti, nelle ultime settimane abbiamo ricevuto varie richieste su questo tema.
Pau Origoni, capoufficio Ustat

I prezzi

La guerra in Ucraina e la carenza delle materie prime provocherà un aumento dei prezzi misurabile nelle prossime edizioni dell'annuario? Origoni non si sbilancia. «Dico sempre che la statistica lavora bene con il passato e se la cava con il presente, ma sul futuro... ha qualche problema. Se noi che ci occupiamo di statistiche sapessimo prevedere il futuro... beh, forse non faremmo questo lavoro! – dice con un sorriso – Questa era una battuta, ma è vero che il contesto è estremamente incerto e l'evoluzione dei prezzi è un tema che interessa molto il dibattito pubblico. Tanto che, in effetti, nelle ultime settimane abbiamo ricevuto varie richieste su questo tema. Per ora posso dire solo che l'ultimo dato, del mese di aprile, è di un +0,4 percento di aumento dei prezzi. In un'ottica internazionale è estremamente positivo. Basti pensare che, negli Stati Uniti, si viaggia su tassi del sei-sette percento...».


Origoni ricorda come il periodo storico sia inedito, dato che per una decina d'anni c'è stata una stabilità eccezionale «con tutto quel che ne consegue in termini di tassi d'interesse. Dal momento che il capitolo è così sentito, per il mese di giugno abbiamo in cantiere, sulla nostra rivista, un lungo articolo dedicato alla statistica dei prezzi. Qui ripercorreremo i fondamenti dell'indice dei prezzi al consumo, la fonte statistica impiegata per adeguare i salari o le pigioni al rincaro».

I comuni

La “guida ragionata” ai numeri del Ticino offre una panoramica molto dettagliata sui comuni. In coda alla pubblicazione, si apre il capitolo “Ritratti comunali”. «Abbiamo una scheda per ogni comune, in totale 106 dato che consideriamo la nuova situazione con l'ultima fusione, quella di Val Mara (frutto dell'aggregazione di Maroggia, Melano e Rovio, ndr), con una radiografia molto dettagliata sugli abitanti, sull'economia e su altri parametri rilevanti».

La copertina

Come da tradizione da almeno una decina d'anni, l'annuario riporta in copertina un grande infografico colorato che mette in risalto uno dei tanti temi di cui si occupa l'ufficio di statistica ticinese. Quest'anno, sulla prima pagina campeggia una grande libreria. «La copertina è dedicata al tema della lettura. Proponiamo, a colpo d'occhio, le differenze tra regioni linguistiche. In Ticino la pratica della lettura, in generale, risulta meno diffusa. Ma possiamo vedere anche le differenze tra uomini e donne. Si nota come queste siano lettrici molto più assidue rispetto agli uomini».
La scelta del tema è dovuta anche al fatto che molte attività culturali, nel periodo della pandemia, hanno avuto un ottimo riscontro.
Origoni ricorda poi il successo che aveva riscontrato copertina di qualche anno fa, del 2017. «Una delle più apprezzate, perché avevamo scelto, all'epoca, di scrivere il testo dell'infografica in dialetto. Una scelta forse banale, ma che ha avuto un forte impatto. Nessuno si aspettava di trovare la familiarità del dialetto “nero su bianco” su una pubblicazione istituzionale e ufficiale», conclude l'esperto.

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