Il sopralluogo per il processo della tragedia ferroviaria di San Paolo

Il processo di Bellinzona
Il sopraluogo di ieri
Una quarantina di persone si sono recate alle 13,30 di ieri al passaggio a livello di Molinazzo d’Arbedo, luogo di convegno stabilito dal Presidente del Tribunale accettando la domanda della difesa per un sopraluogo. Al completo la Corte, il collegio di difesa, presenti gli avvocati di Parte Civile, i periti, non pochi giornalisti e i rappresentanti delle Ferrovie Federali, nelle persone di alti funzionari ed impiegati.
Il sopraluogo venne iniziato al Nord del passaggio a livello, poi il folto gruppo ritornò sui suoi passi e fece lentamente a piedi il tratto di binario che conduce sul luogo del disastro, proseguendo quindi fino alla stazione di Bellinzona. Le soste, gli esperimenti, le consultazioni dei disegni in atto sono stati numerosi e l’onorevole Zeli, a nome e per incarico della Difesa, fece un numero notevole di constatazioni sulle quali a diverse riprese richiamò l’attenzione della Corte.
Come i lettori facilmente comprenderanno, torna perfettamente inutile riportare quello che è stato detto e perchè si tratta di particolari aventi specialissimo carattere tecnico e perchè sia le ragioni della Difesa, sia eventuali contestazioni di Parte Civile saranno, e più volte certamente, replicate nel corso del processo stesso.
Ad ogni modo è bene chiarire che il sopraluogo, invocato dalla Difesa e accettato da tutti, ha servito a ristabilire quali erano i mezzi di segnalazione di cui potevano servirsi i ferrovieri (macchinisti, scambisti, capi stazione ecc.) al momento del disastro, mezzi che hanno subìto in questi ultimi tempi radicali trasformazioni, completati cioè in modo più rispondente ai riconosciuti bisogni, aumentati di numero, traslocati anche in posizioni più adatte ecc. La Corte e gli avvocati delle parti interessate, i periti nostri ed esteri si sono specialmente soffermati sul funzionamento, sul numero e sulla situazione dei semafori.
A nostro modesto modo di vedere si può fin d’ora concludere che l’orrendo disastro di San Paolo è stato causato dall’errore del povero macchinista Caviglioli, il quale non tenne in conto l’avvertimento di «strada chiusa» segnalato dal semaforo d’entrata A-I-II e dall’insufficiente servizio di segnalazioni di cui disponeva il personale, ridotto, come numero, ai minimi termini. In più – e questa è opinione di tutti colori che hanno studiato a fondo l’incartamento del processo e che hanno voluto recarsi sul posto – un complesso di circostanze malefiche si è accumulato quella notte fatale, quasi a congiurare della vita dei disgraziati passeggeri.
Il processo tende a sfumare
Bellinzona, 24 – Stamane alla riapertura dei dibattimenti il Presidente comunica che il processo è sospeso fino alle 10,30 per dare tempo alle parti riunite per una discussione di mettersi d’accordo. A questo proposito si afferma che la difesa, basandosi sulle risultanze del sopraluogo avvenuto ieri e su nuove perizie, intende chiedere il richiamo degli atti per una nuova istruttoria che potrebbe anche chiudersi con un ritiro dell’atto di accusa.
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