La diplomazia europea si è decisa a mettersi sulla strada giusta

La Nota
Mi dispiace per i signori diplomatici, i quali certamente quando lo sapranno perderanno il sonno, ma io non ho mai avuto una grande simpatia per le conferenze della pace. Da Versaglia in poi ho sempre avuto la impressione che ogni volta che le grandi Potenze si riunivano per combinare la pace si comportavano nella stessa guisa di uno che dovesse andare a sostenere una partita di boxe e che il combinare la pace consistesse nell’assestarsi la maggior quantità possibile di pugni e che la pace stessa significasse uno che ne ha buscate ed uno che ne ha date.
Ed infatti dopo quasi tutte le conferenze per la cosiddetta pace la prima cosa che si faceva era il bilancio dei punti guadagnati nella partita, delle possibilità che si erano acquistate di cimentarsi con maggior sicurezza di successo coll’avversario; onde le conferenze di pace finivano sempre con dei vincitori e dei vinti. Fare la pace con questi sistemi e con queste formule era la stessa cosa come compiere quella delicata quanto inutile operazione che si chiama pestare l’acqua nel mortaio, e ricordava la trovata geniale di quel benemerito pompiere il quale, partendo dal principio che un diavolo scaccia l’altro, per spegnere gli incendi, invece di mettere nelle pompe l’acqua, ci metteva del petrolio.
Oggi ricomincio a conciliarmi con la diplomazia. Quando ho sentito il signor Chamberlain dire, ad un banchetto dove non c’era champagna e il vino bianco di Castagnola non era traditore, che l’accordo di Locarno non deve segnare il trionfo dell’uno sull’altro, che se ci fosse il solo sospetto che dalla Conferenza di Locarno uscisse un vincitore e un vinto, l’accordo sarebbe un disaccordo, ho pensato che la diplomazia europea sta finalmente per mettere giudizio e per chiudere la serie dei turlupinamenti dei popoli assetati di pace, affamati di quiete e sottoposti per anni ed anni al supplizio di Tantalo.
La diplomazia europea, dopo aver battuto i sentieri più rovinosi, si è decisa a mettersi sulla strada giusta, sulla strada che conduce direttamente alla meta. Riconciliamoci dunque con la diplomazia e facciamole un nuovo credito di fiducia, sperando che questa volta non ci venga frodato il denaro come purtroppo si è sempre fatto fino ad oggi.
Gavroche
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