Cent'anni fa

La tragedia della massaia che esagerò per voler eliminare i topi

Le notizie dell'8 novembre 1925
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Nicola Bottani
Nicola Bottani
08.11.2025 06:00

La Nota
Secondo comandamento: Mai esagerare. Nè con la lode e nemmeno con l’ingiuria; nè col dolce, nè col veleno. Se per lodare un bravo artista gli dici che è celebre, l’artista avrà ragione di restar mortificato perchè l’elogio sproporzionato gli farà l’effetto di una corona d’alloro di due metri di diametro che, messagli in testa, gli casca sulle spalle.

Se ad uno che ha commesso un errore, che ha manifestato una opinione diversa dalla tua, gli dai del brigante, del delinquente, l’ingiuria, come un sasso troppo pesante, ricadrà sulla tua testa. Mai esagerare.

Sentite questa. In un paese della Francia una casa è invasa da qualche topolino; di quelle graziose creature che di notte ne fanno così cara compagnia grattando, raspando, rosicchiando vuoi il muro, vuoi i piedi del cassettone, vuoi una scarpa solitaria. La massaia pensa subito a liberare la casa dall’ospite per lei «indesiderabile», come dicono gli americani quando vogliono tenere qualcuno alla larga.

Ci sono, per distruggere i topi, le pillole topicide, le trappole, ed altri arnesi. Ma la massaia vuole qualche cosa di più complicato, vuole l’esagerazione, e prepara un paio di scodelle di minestra opportunamente condita con dell’arsenico. Colloca la minestra nei punti strategici della casa e se ne va a dormire con l’idea borgiana di trovare all’indomani la vittima avvelenata.

Torna a casa un membro della famiglia; ha fame; vede in giro una scodella di minestra, appetitosa, e si mette a mangiarla; sopraggiunge un altro parente. Che minestra appetitosa! Sente anche lui il pizzicorino dell’appetito. «Bada che ce n’è un’altra scodella». E anche la seconda scodella trova il suo cliente.

I due finiscono di mangiare; vanno a letto e dopo un’ora urlano come dannati per il male di ventre. Accorre la massaia, che forse sognava il topo intento a lappare la minestra arsenicata, e intuisce la tragedia; accorrono, alle grida, i vicini, i medici, i farmacisti, ma i due disgraziati morirono avvelenati. Per aver voluto ammazzare un topo, quella disgraziata massaia ha mandato all’altro mondo due persone della famiglia. Ecco a cosa conduce l’esagerazione.

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