L'America guarda l'Europa come fanno i pescecani arricchiti

La Nota
Si licet… magna componere parvis: la politica dell’America verso l’Europa dovrebbe definirsi la politica della tartaruga. Di tanto in tanto l’America mette fuori del guscio il suo capo dagli occhietti cauti e lo protende prudentemente verso l’Europa; ma non appena di qua si accenna ad accorgersi della sua presenza, non appena l’opinione pubblica schiude le labbra ad un respiro di sollievo, la tartaruga ritira prontamente il capo nel guscio e chi s’è visto, s’è visto. Il giuochetto dura da qualche anno; in questi giorni ci troviamo precisamente nel periodo in cui la tartaruga mette fuori il suo capo squamoso; di qua si fanno già grandi feste, si fa del giubilo per l’intervento dell’America nelle cose d’Europa; si contano già a staia i dollari che lo zio Sam rovescierà, come rugiada benefica, sugli arsi calami e sulle ancor più arse saccocce di questa Europa a sbrendoli. Ma non bisogna far troppo rumore, non bisogna dar troppa stura alla gioia, se non la tartaruga si affretta a ritirarsi nel guscio e buona notte, suonatori… e suonati.
L’America, questo grosso parvenu che ha ingrassato le sue casse coi franchi, con le lire, le sterline, i marchi e le corone europee, guarda questa povera Europa con lo stesso sguardo misto di sprezzo e di intima soddisfazione con cui i pescecani arricchiti guardano i nobili decaduti che nuotano nella miseria.
È certo che quell’aiuto di cui abbisogniamo per rimetterci ce lo darà, perchè glielo impone il suo stesso interesse, ma è pure certo che ce lo farà sospirare, ce lo darà con mano avara, buttandocelo sul piatto col gesto del ricco senza cuore che getta l’elemosina al povero diavolo.
Per intanto, nell’attesa cioè che suoni l’ora imperiosa di allargare i cordoni della borsa e di restituire all’Europa affamata un po’ di quell’oro guadagnato al di qua dell’Oceano, l’America continua a praticare la politica della tartaruga che per noi europei, assillati dal bisogno, affamati e assetati di dollari, diventa una specie di supplizio di Tantalo. Gavroche
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