Cent'anni fa

L'esploratore polare che impose il silenzio giorno e notte

Le notizie del 27 settembre 1925
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Nicola Bottani
Nicola Bottani
27.09.2025 06:00

La Nota
Un esploratore, che sta organizzando una spedizione al Polo Nord, ha messo fra le condizioni principali la proibizione assoluta ai membri della spedizione di parlare durante il viaggio di andata; silenzio assoluto di notte e di giorno, anche durante i pasti, pena un salto nel vuoto.

Si afferma che l’esploratore abbia giustificato il provvedimento in questo modo: «Gli argomenti di conversazione fra uomini sono necessariamente limitati; esaurito il repertorio, gli uomini sono costretti a ripetersi; quando un argomento è stato trattato e discusso a diverse riprese, gli individui condannati a vivere insieme per molti mesi si esasperano vicendevolmente, ripetendo le stesse storie con grave danno per il morale dell’equipaggio».

Io non mi metterò a discutere con l’esploratore nè di geografia, nè di astronomia, nè di tecnica dei viaggi polari; potrei tutt’al più dargli qualche indicazione sul modo di guarire i geloni o sui migliori colpi a una partita di tresette; ma mi posso permettere di dire al signor esploratore che in materia di psicologia se ne intende un po’ poco. Venirci a dire che un gruppo di uomini, dopo alcuni mesi di conversazione, non hanno più nulla da dirsi e sono costretti a ripetersi, è un colmo!

Ci sono degli uomini i quali possono tenere accesa la conversazione, come un fuoco sacro, per mesi e mesi, buttando lì ogni giorno un argomento nuovo; oggi è il tempo che fa e che ha fatto; domani è la storia del vicino di casa che ha litigato con la moglie; per una settimana è l’ira di Dio contro il Governo, perchè fa o perchè non fa; un mesetto buono lo si può impiegare a spiegare agli amici come dovrebbe essere organizzato il mondo, in quale modo si dovrebbe fare la revisione dell’Universo, la soluzione più sicura dei più grandi problemi mondiali o la ricetta per le polpettine al prezzemolo e per il risottino all’onda.

E ignora, il signor esploratore polare, quella fonte preziosa, abbondante, perenne di argomenti per conversazione che è la maldicenza? Se la ignora, mi permetto di ricordargliela io e di dirgli che con la risorsa della maldicenza due uomini hanno da discorrere, senza ripetersi, per almeno un anno, quanto basta per fare un paio di volte il viaggio di andata e ritorno al Polo Nord e una corsa per l’aperitivo al Polo Sud. Per arrivare a spennare, a spiumare, spellare tutti, amici prossimi e remoti, parenti, tutta gente che si conosce, e quella che non si conosce, ce ne vuole del tempo.

Non si preoccupi, quindi, il signor esploratore del pericolo che i suoi equipaggi si trovino un giorno a secco di argomenti per chiacchierare: si porti a bordo un paio di attaccabottoni di quelli buoni, se possibile un paio di donnette di quelle che piantano radici sugli angoli della strada, e stia sicuro che acqua pel mulino non mancherà, durasse il viaggio polare non due, ma dodici mesi.

Gavroche

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