E se Guglielmo Tell diventasse uno zombie? Un artista luganese ribalta il mito svizzero
Un autore luganese ha deciso di portare Guglielmo Tell oltre la leggenda. Non per esaltarlo, ma per sfidarlo. Con Torsoli, Joël Prétôt trasforma l’eroe elvetico in un sopravvissuto zombificato, in un mondo che ha perso ogni certezza. Pubblicata dall’Istituto Editoriale Ticinese e selezionata tra i tre vincitori del primo bando per progetti a fumetti promosso dal DECS, l’opera sarà protagonista di una mostra alla Marco Lucchetti Art Gallery di Via Cattedrale Lugano dal 23 al 31 maggio. E il fumettista ticinese, classe 1985, è pronto a raccontare il dietro le quinte di una graphic novel che sfida miti e simboli collettivi.

«È un’idea che avevo in testa da tempo», spiega Prétôt. «Mi affascinava la mela come metafora dell’uomo, e il torsolo come ciò che resta. L’ho legata alla figura di Tell, lavorando sull’ambiguità della sua eredità. L’eroe che non piega la testa davanti al potere diventa, nel mio racconto, vittima e simbolo di un mondo che non riesce più a trovare risposte».
«Torsoli» è ambientato in un Ticino immaginario devastato da un’apocalisse zombie. Tell viene morso già nelle prime pagine e la sua parabola si spezza. A raccoglierne il peso è il figlio Gualtierino, che nel fumetto deve imparare a cavarsela da solo. «Mi interessava ribaltare i ruoli», continua l’autore. «Il figlio diventa guida, la nuova generazione si confronta con un passato che si disgrega. È anche una metafora della Svizzera di oggi: servono nuove visioni, perché quelle di ieri non bastano più».

Prétôt non si definisce un autore horror, ma il contesto post-apocalittico gli ha permesso di esplorare temi e dinamiche altrimenti inaccessibili. «Non è tanto il gusto per il macabro, quanto l’idea di spingere i personaggi all’estremo, metterli di fronte a limiti invalicabili. In quel tipo di narrazione emergono sfumature che altrove resterebbero in ombra. È un gioco, ma anche un modo per interrogarsi su ciò che resta, quando tutto crolla».
Lo stile scelto per Torsoli è volutamente essenziale: matita grezza, segno gestuale, atmosfere cupe. «Con l’editore abbiamo voluto qualcosa di più istintivo, meno rifinito. Anche la colorazione è stata pensata per evocare un senso di decadenza. Un mondo stanco, che si consuma come la polpa attorno a un torsolo».

Dietro il progetto c’è anche la volontà di affermare il fumetto come linguaggio capace di dialogare con la cultura locale. «Il Ticino non ha una vera tradizione fumettistica», riflette Prétôt. «Molti di noi si formano altrove e poi cercano di tornare con qualcosa di proprio. Io provo a costruire storie che parlino al nostro territorio, partendo da riferimenti che tutti conoscono, ma ribaltandoli. Lo avevo fatto anche in «Derby», ambientato alla Valascia durante una partita tra Ambrì e Lugano. Lo faccio qui con Tell. Serve un appiglio culturale per catturare l’attenzione in un ambiente dove il fumetto è ancora marginale».
Il successo del progetto — 500 copie stampate, l’esposizione delle tavole originali alla Marco Lucchetti Gallery, una mostra itinerante promossa dal DECS — ha rafforzato la determinazione di Prétôt nel proseguire. «Queste 18 tavole sono solo l’inizio. Ho già in mente un volume completo, più articolato, per raccontare davvero tutto quello che questo universo può offrire».
Ma la visione dell’autore non si ferma al mondo della fiction. «Mi piacerebbe lavorare anche su reportage a fumetti, magari su eventi locali o situazioni sociali poco visibili. C’è una rivista, la Revue Dessinée, che lavora in questa direzione. Fumetti lenti, riflessivi, per raccontare storie vere. Il fumetto è un linguaggio duttile, può essere surreale o documentaristico. Io vorrei muovermi su entrambi i binari».

Nel frattempo, Torsoli è pronto a incontrare il pubblico. Il 23 maggio, all’inaugurazione della mostra, sarà presentata anche un’edizione speciale con la copertina «Variant» immaginata da Prétôt, accompagnata da un rinfresco a base di mele, succo e sidro — un richiamo ironico ma coerente alla simbologia del racconto. Chi lo desidera potrà anche adottare un melo del Meleto della Fattoria protetta di Vaglio, sostenendo così i progetti benefici della Fondazione Lions Club Lugano.
«Alla fine, quello che mi interessa è stimolare curiosità», conclude Prétôt. «Curiosità per il linguaggio del fumetto, per storie che mischiano assurdo e riflessione, per personaggi che resistono anche quando tutto intorno cade a pezzi. Guglielmo Tell che combatte gli zombie non è una provocazione: è una domanda. E forse anche una risposta, se si sa leggere tra le righe».