L'inafferrabile poesia di Alfonsina

Nel documentario dedicato alla grande scrittrice argentina di origine ticinese
Antonio Mariotti
20.11.2014 04:00

Il regista di Zugo (ma da qualche anno residente in Ticino) Christoph Kühn è specializzato in ritratti di personaggi fuori dal comune, film che vanno al di là dell'aspetto strettamente documentaristico per assurgere a vere e proprie «riflessioni per immagini» in grado di far penetrare lo spettatore nell'universo più intimo di protagonisti molto particolari del mondo letterario novecentesco. I suoi lungometraggi consacrati allo scrittore-viaggiatore ginevrino Nicolas Bouvier (22 Hospital Street del 2004) o al giallista-ribelle Friedrich Glauser (Glauser del 2011) sono esempi da antologia di come il cinema possa farsi veicolo privilegiato delle vicissitudini esistenziali e delle opere dei protagonisti, grazie all'uso spesso sorprendente di materiale d'archivio (non solo filmati ma anche fotografie, disegni e manoscritti), interviste a testimoni e specialisti in materia unito a sequenze originali dedicate ai luoghi e alle situazioni che hanno occupato un ruolo peculiare nella biografia dei personaggi esplorati.Con Alfonsina, coprodotto come il precedente dalla ticinese Ventura Film con RSI, Kühn punta la propria lente d'ingrandimento sulla figura della poetessa argentina di origini luganesi Alfonsina Storni, nata a Sala Capriasca nel 1892 e scomparsa suicida nelle acque di Mar del Plata il 25 ottobre 1938. L'impresa di raccontare un'altra vita tormentata dal dubbio e illuminata dalla scintilla dell'arte pare essere pienamente nelle corde del regista svizzero, anche perché il personaggio di Alfonsina offre spunti di grande interesse sia dal profilo sia umano che ideologico ed è in grado di suscitare ancora oggi grandi dibattiti, soprattutto nel suo Paese d'adozione dove la sua opera rimane popolarissima e il suo tragico destino è stato immortalato nella splendida canzone Alfonsina y el Mar, scritta da Ariel Ramírez e Félix Luna ed interpretata, tra gli altri, da Mercedes Sosa. Sarà perché il materiale d'archivio non è eccezionale (mancano le fotografie scattate da Bouvier e i disegni di Hannes Binder per i romanzi di Glauser), perché la poesia offre talmente tante sfaccettature interpretative da risultare alla fine comunque magica e sfuggente, o perché le immagini originali (che si concentrano in particolare sul mare) risultano poco pregnanti, fatto sta che Alfonsina rimane un po' al di sotto delle aspettative. Ma ciò non toglie che costituisca un film importante per immergersi nel denso magma dell'opera della grande poetessa.

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