Ma i veicoli a motore devono essere strumenti per uccidere?

La Nota
C’è finalmente qualcuno che incomincia a commuoversi per la frequenza dei suicidi e degli omicidi a base di veicoli a motore e che sente la opportunità di invitare i guidatori di veicoli a motore a fare un po’ di esame di coscienza, e a chiedersi se l’automobile o la motocicletta sono fatti per servire come mezzi di locomozione o se devono invece servire da istrumenti istituiti, come la guerra, la peste bubbonica e il terremoto, per le parziali riduzioni del genere umano.
E mettiamo fuori di discussione il pedone. Il pedone – noi che apparteniamo al venerando sindacato dei pedoni lo sappiamo – è quella cosa vile, ingombrante, antiquata della quale uno scavezzacolli che corre su una duecento cavalli non se ne cura poco più di quello che si curerebbe della formica che sta a prendere il sole in una carreggiata.
Mettiamo dunque fuori causa il pedone e accontentiamoci di parlare dei danni che gli automobilisti e i motociclisti si recano vicendevolmente, o saltando da una scarpata, o abbracciandosi prima in strada, o sfondando un muro, o demolendo un palo del telegrafo, o demolendosi vicendevolmente la vettura, nonchè i connotati.
Uno ha appena imparato a montare una moto o a guidare su un rettilinea che già crede di essere un Ascari o un Campari, e via a corsa, via a rotta di collo per le discese, sulle curve. Sono come quei dilettanti di piano che sanno a malapena cavare dalla tastiera le note della Titina e si mettono in testa di eseguire una sinfonia di Beethoven o un Notturno di Chopin.
Nulla di male che uno si creda un Ascari, un Campari, un virtuoso del volante quando lo fa a proprie spese (quantunque anche il suicidio è reato). Ma quando il virtuosismo lo devono pagare o i pedoni, o i paracarri, o gli altri automobilisti che vengono dalla parte opposta, allora tutti sentiamo il dovere di chiedere la eliminazione dalla circolazione automobilistica di tutti questi virtuosi rompicolli propri ed altrui e di ristabilire la vecchia massima che chi non ha voce non ha il diritto di cantare, chi non sa la musica di mettersi al piano, chi non ha soldi di fare il milionario, chi non ci vede di fare il cacciatore e chi non sa guidare l’automobile di fare il virtuoso del volante.
Gavroche
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