Madame e la musica da COVID

Il caso di Madame, accusata di avere falsificato la sua vaccinazione anti-COVID e quindi il Green Pass, ha una volta di più dimostrato che nel mondo degli artisti le posizioni no-vax, o comunque scettiche nei confronti delle misure anti-COVID, sono più diffuse rispetto a quanto sembri dalle loro dichiarazioni pubbliche. Un fenomeno interessante, in cui considerazioni mediche si mescolano a ideologia, diffuso anche fra gli sportivi. Ma chi sono i principali cantanti no-vax?
Madame COVID
Il caso della cantante vicentina forse nemmeno rientra in questo discorso no-vax, comunque tutto parte dalle indagini della magistratura italiana su un giro di false vaccinazioni, che fra gli altri ha coinvolto la dottoressa Daniela Grillone Tecioiu, medico di base a Vicenza. Secondo lei i falsi vaccini, per ottenere veri Green Pass, servivano a proteggere pazienti con patologie particolari, che vaccinandosi avrebbero corso più rischi che vaccinandosi. Si parla di circa 300 pazienti, quindi nella sostanza un quarto di quelli di un normale medico di base italiano. Madame e altri pazienti, più o meno eccellenti (fra questi la tennista Camila Giorgi, attuale numero 66 del mondo), sono indagati per falso ideologico e allo stato attuale la cantante non rischia l’esclusione dal prossimo Sanremo: su questo punto Amadeus è già stato chiaro. Di sicuro la ventunenne di Sciccherie (diventata famosa anche per la condivisione da parte di Cristiano Ronaldo) e Voce (ottava a Sanremo 2021) mai si era espressa contro i vaccini, almeno in pubblico.
L’inno di Clapton
A esporsi contro i vaccini e in generale contro la limitazione delle libertà personali dovute alle misure anti-COVID sono stati in pochi, fra i musicisti pochissimi, in tutto il mondo. Fra i pesi massimi doveroso partire da Eric Clapton, che ha sostenuto che chiunque avesse deciso di farsi vaccinare fosse vittima di una ipnosi di massa. Il chitarrista più famoso della storia è andato anche oltre, componendo una canzone, This Has Gotta Stop, che è diventata una sorta di inno no-vax. Va detto che il settantasettenne Slowhand in origine si era vaccinato e che la sua conversione è avvenuta proprio per problemi di salute avuti dopo la vaccinazione (si trattava di Astrazeneca). In ogni caso lui ha annullato tutti i concerti in cui sarebbe stato necessario il Green Pass per gli spettatori, mentre l’amico Zucchero lo prendeva bonariamente (?) in giro per le sue posizioni: «Saranno gli effetti di tutte le droghe e dell’alcol. Si diventa cupi e vengono idee così».
Il becco di Povia
Un altro peso massimo della musica mondiale apertamente no-vax è Kanye West, che in maniera apocalittica ha definito i vaccini «il marchio della Bestia» e ipotizzato che attraverso le iniezioni vengano inseriti nel corpo delle persone chip per controllarle in ogni momento. Non è difficile capire perché la ormai ex moglie Kim Kardashian faccia di tutto per dissociarsi da lui su ogni tema, temendo di perdere sponsor. Meno eco mediatica mondiale hanno avuto le parole di Povia, che non è Clapton ma come Clapton ha una posizione articolata: non è contrario ai vaccini in generale ma a quelli anti-COVID sì, e inoltre si è schierato contro ogni limitazione alle libertà personali. Poi il vincitore di Sanremo 2006 con Vorrei avere il becco si è spinto oltre, paragonando l’imposizione del Green Pass alla Shoah, scatenando la reazione della senatrice Liliana Segre, da giovanissima deportata ad Auschwitz, e di tanti altri. Curioso che Povia non abbia potuto partecipare alla manifestazione contro il Green Pass perché positivo al COVID. Più centrato sull’aspetto scientifico il no di Heather Parisi, che adesso vive a Hong Kong e che non ha voluto per sé e per i suoi figli un vaccino che definisce sperimentale e non ancora sufficientemente testato. Forse la cantante di Cicale e Disco Bambina si riferiva a quelli cinesi, disastrosi oltre ogni previsione.
Bravi ragazzi
In molti casi le perplessità sui vaccini sono state superate da posizioni più radicali, come quella di Miguel Bosé, il quale ha affermato che il COVID non esiste. Non è nemmeno chiaro se sua madre Lucia nel marzo 2020 sia morta davvero di COVID, in isolamento all’ospedale di Segovia: il cantante di Bravi Ragazzi e Ti amerò sostiene che le cause siano altre e in ogni caso che il COVID non sia un virus. «Sono negazionista. Per quanto riguarda il COVID esiste un disegno che non si vuole far sapere alla gente: la verità è questa». Per queste posizioni Miguel Bosé è stato anche bannato dal Twitter pre-Elon Musk, chissà che adesso con la nuova gestione non venga graziato.
Il fronte del sì
Il 99% dei musicisti si è schierato a favore delle vaccinazioni o, nella maggior parte dei casi, non si è espresso, lasciando quei pochi a essere additati come cattivi maestri. Fra i più attivi pro-vax sicuramente è da annoverare Neil Young, che ha chiesto di farsi togliere da Spotify, visto che la piattaforma di streaming ospita anche podcast negazionisti. Sulla stessa linea Joni Mitchell e addirittura i Rolling Stones, con Keith Richards (!) nella inedita parte del cittadino modello che invita a fidarsi dei medici. Nella musica italiana il più attivo nella propaganda pro-vaccini è J-Ax, che per questo ha anche ricevuto minacce da alcuni no-vax: da notare che sarà al prossimo Festival di Sanremo con i ricostituiti Articolo 31 e che quindi sarà fra gli avversari di Madame. J-Ax ha senza mezzi termini accusato di vigliaccheria i colleghi che, pur vaccinati, non hanno fatto contrastato i no-vax, timorosi di perdere pubblico: mai infatti come in questo caso gli spettatori sono sembrati più ribelli dei loro idoli.