Classica

OSI, una nuova stagione «da vivere con la gente»

Al via venerdì all’Auditorio della RSI il programma 2022/2023 dell’Orchestra della Svizzera italiana
L’Orchestra della Svizzera italiana ritratta al LAC (di cui è il complesso residente). © Kaupo Kikkas
Mauro Rossi
14.09.2022 06:00

Prende il via ufficialmente venerdì con il primo dei concerti «OSI in Auditorio» la nuova stagione concertistica in Ticino dell’Orchestra della Svizzera italiana che prevede una quindicina di momenti sinfonici suddivisi in due precisi segmenti (dieci al LAC, quattro all’Auditorio Stelio Molo della RSI) nonché altri speciali appuntamenti raggruppati sotto la sigla «Be connected» che vedranno il complesso esibirsi in contesti inusuali con lo scopo di rinsaldare e ampliare il proprio rapporto con il territorio. «È questo l’elemento che ritengo centrale di questa stagione», conferma il direttore principale dell’OSI Markus Poschner. «Il progetto “Be connected” che abbiamo avviato e che ci porterà a esibirci, tra gli altri luoghi, nella Discoteca Vanilla di Riazzino oppure nelle scuole (il Centro professionale di Lugano-Trevano e la Commercio di Bellinzona - ndr) è straordinario perché ci aiuterà a far capire che la nostra musica è davvero per tutti, ci permetterà di entrare direttamente in contatto con i ragazzi, i giovani introducendoli nel nostro lavoro. Essere maggiormente presenti sul territorio, tra le persone di ogni età, ritengo sia un dovere fondamentale per un’istituzione come la nostra, soprattutto in un momento non semplice da punto di vita politico e sociale quale quello che stiamo vivendo e nel quale la musica può avere un effetto tonificante, rasserenante, costruttivo e propositivo». Elementi questi emersi già in quello che è stato l’applauditissimo prologo della stagione, la messa in scena della Traviata di Giuseppe Verdi al LAC. «Sono davvero contento della riuscita dell’operazione», confessa Poschner. «Curare con il giusto tempo a disposizione un capolavoro come Traviata era un sogno che mi portavo appresso da tanto tempo e che non ero fino a oggi riuscito a realizzare: normalmente hai al massimo due-tre giorni per lavorarci sopra e questo non ti consente di sottolineare le sfumature della sua partitura e della sua struttura. In questo caso ci siamo riusciti e facendo tutto in casa: dal grandioso lavoro di Carmelo Rifici sul lato scenico, alle ottime performance Coro della RSI e della Civica Filarmonica di Lugano.... La “nostra” Traviata è stata insomma un simbolo dell’alta qualità di ciò che Lugano è in grado di produrre dal punto di vista artistico. E lo stesso LAC si è dimostrato perfetto a ospitare un’operazione come questa, con la quale è stato posto l’accento sulla dimensione cameristica dell’opera verdiana». Tornando alla stagione dell’Orchestra della Svizzera italiana Poschner tiene a precisare che non avrà un vero e proprio filo conduttore se non quello rappresentato «dall’alta qualità riscontrabile nei solisti invitati e nei direttori chiamati sul podio». «Non sono un fan dei cicli concertistici che si sviluppano unicamente lungo un unico tema – spiega – obbligandoti a scelte che restringono eccessivamente la libertà d’azione, la creatività che può avere un’orchestra da camera come la nostra. Durante la stagione noi spazieremo tra Sostakovic, Brahms, Hindemith, Ciaikovskj, Richard Strauss, Ligeti, Verdi... un sacco di fantastica musica e di capolavori che riusciremo a proporre anche con l’ausilio di grandi solisti e direttori di primissimo piano». Da questo punto di vista Poschner sottolinea le presenze di importanti colleghi «che hanno un grande feeling con l’Orchestra» come Krzystof Urbanski, Charles Dutoit e Robert Trevino («Dopo essere stato con noi la prima volta a novembre ha ottenuto un tale consenso che è stato quasi naturale richiamarlo») ma anche di «new entry» di qualità come Michele Mariotti, sul podio venerdì nella serata di apertura. «Di lui ho avuto importanti riscontri da parte dell’orchestra», spiega. «Inoltre proporrà un programma davvero interessante comprendente un’opera che amo particolarmente, la Sinfonia n. 1 di Brahms». Anche riguardo ai solisti Poschner non ha dubbi sull’elevato tasso di qualità che garantiranno alle varie esibizioni: «da Julia Fischer a Julia Hagen ad Anastasia Kobekina (solo per citarne alcuni) si tratta di grandi star. A loro aggiungerei Christian Gerhaher, che sarà con noi a novembre, e che considero l’autentico “godfather” dei baritoni e grazie al quale si potrà vivere una serata davvero speciale». 

«Un fondamentale polo culturale della nostra regione»

La nuova stagione dell’OSI oltre che importante dal profilo artistico lo è anche da quello organizzativo: le dimissioni, qualche mese fa, del direttore amministrativo Christian Weidmann costringono infatti i suoi vertici a ripensare e a rielaborare le strategie in tal senso. «Stiamo elaborando il profilo della persona che dovrebbe prendere il suo posto», spiega Mario Postizzi, presidente della FOSI (Fondazione per l’Orchestra della Svizzera italiana). «Una volta conclusa questa operazione apriremo un concorso pubblico per la sua successione: nel frattempo la gestione sarà affidata al settore amministrativo». Al di là di questa scelta importante, Postizzi mette in risalto alcune problematiche. «Non è un mistero che l’Orchestra sia confrontata con difficoltà finanziarie che si porta dietro dal mutato rapporto, qualche anno fa, tra l’OSI e la SSR. L’aspetto più delicato si riconduce ai costi strutturali che, per il venir meno di significative entrate, da qualche anno caratterizzano la situazione contabile. E questo, paradossalmente, in un periodo in cui il prestigio dell’Orchestra è cresciuto con un riconoscimento che va ben al di là dei confini della Svizzera italiana. La sfida che ci attende è dunque, da un lato, mantenere alto il livello artistico e, dall’altro, risolvere finalmente, e a breve, il tema dei costi strutturali. In questa sede è opportuno un appello pubblico: l’intera Svizzera italiana deve essere consapevole dell’importanza dell’OSI per la vita culturale della nostra regione. Si tratta di ribadire un concetto espresso diversi anni fa a livello cantonale, quando l’OSI, unitamente al Festival di Locarno, è stata considerata polo culturale principale. Dovesse passare questo messaggio, sarà certamente più facile rendersi conto dell’importanza dell’OSI per il presente e per il futuro. Il consolidamento finanziario costituisce un presupposto, nella continuità, per contribuire a mantenere l’alta qualità orchestrale». Anche sull’attuale rapporto tra l’Orchestra e il LAC (di cui è il complesso musicale residente) Mario Postizzi ritiene che qualcosa debba essere rivisto. «I rapporti sono buoni e abbiamo condiviso percorsi culturali comuni, tra cui la Traviata. È però indispensabile avviare un discorso concreto e costruttivo. La vita dell’OSI è strettamente legata al miglior utilizzo del LAC. Sostenendo finanziariamente l’Orchestra, e pure evitando certi oneri attualmente in essere, l’avvenire si profilerà con contorni migliori».