Sequestro di giornalisti: e se Eurovision in Svizzera durasse come Sanremo?

In fondo lo diceva anche Sigmund Freud: «Scherzando, si può dire tutto, anche la verità». E così quando in sala stampa alcuni giornalisti, commentando gli orari di chiusura delle serate del Festival, definiscono con il sorriso la loro permanenza «un sequestro di persona legalizzato da parte della Rai», c’è da pensare che qualcuno sotto sotto lo creda veramente.
Per essere chiari, tutti i 300 addetti ai lavori presenti al roof dell’Ariston sono consapevoli di avere l'onore di assistere alla manifestazione da un punto di vista privilegiato, con la possibilità di avere anteprime e confrontarsi direttamente con gli artisti. Ogni appassionato farebbe più che volentieri questa esperienza. E questo nonostante la mole di lavoro, lo stress e le poche ore di sonno che, giunti a metà manifestazione, cominciano a farsi sentire.
Però alle volte durante la diretta, di fronte a siparietti inutili o forzatamente prolungati, è inevitabile il pensiero di star assistendo a qualcosa di assolutamente non necessario alla narrazione del concorso canoro. E quindi di essere di fronte a tempo perso, che ne toglie altro alla compilazione di articoli e approfondimenti o, più banalmente, a del sano riposo in hotel dopo 10-12 ore passate in sala stampa.
La situazione rispetto all’era Amadeus è sicuramente migliorata, ma anche con Carlo Conti ci sono delle tempistiche inspiegabili. La puntata inaugurale di martedì sera è terminata all’1.15 e ha visto l’esibizione di 29 artisti, oltre alla performance da oltre 20 minuti di Jovanotti. Com’è quindi possibile che la serata successiva, nella quale i cantanti in gara erano solo 15, sia terminata praticamente alla stessa ora?
Giusto come metro di paragone, dato che a breve arriverà in Svizzera: le semifinali di Eurovision hanno lo stesso numero di artisti, ma durano solo 2 ore. La stessa finale a cui assisteremo a Basilea, che conta ben 26 artisti, le performance degli ospiti, i voti assegnati dai singoli Paesi e l’annuncio della classifica finale con il televoto, durerà circa 4 ore. Comunque meno della puntata di mercoledì scorso, che nell'ultima ora e mezza ha visto solo 5 concorrenti calcare il palco dell'Ariston e cantare alternati a lunghi, lunghissimi, intermezzi pubblicitari.
Siamo tutti d’accordo, il Festival non è solo musica ma anche un grande show a cui assistere assieme. Ma che sia appunto uno spettacolo, non continui spot su eventi e programmi Rai di cui faremmo volentieri a meno. Per quello, citando Willie Peyote in questi giorni, grazie ma no grazie.