Musica

Yello finalmente profeti in patria

Il duo zurighese, pioniere dell’elettro-pop e attivo da più di quarant’anni, è stato insignito del Gran premio svizzero di musica 2022 dall’Ufficio federale della cultura
Dimitri Loringett
12.05.2022 19:19

Sulle origini della musica elettronica si potrebbe scrivere un libro, per non dire delle sue variegate forme e variazioni: alcuni hanno cercato i suoni cosmici, altri hanno esplorato il potere ipnotico della ripetizione meccanico-robotica, altri ancora si sono concessi alla pura sperimentazione concettuale. E poi ci sono gli Yello, il duo svizzero di electro-pop sulle scene da oltre quarant’anni che con «ingenuità amatoriale» è riuscito a mettere d’accordo più o meno tutti, creando qualcosa di originale ed eccentrico tra musica e arte visiva che continua ad affascinare e divertire il mondo intero. Yello che sono stati insigniti del Gran Premio svizzero di musica 2022, un riconoscimento importante che incorona la gloriosa carriera del duo formato da Boris Blank e Dieter Meier e che verrà consegnato loro il prossimo mese di settembre a Pully.

Il gruppo si è formato alla fine degli anni Settanta ispirato dallo spirito Dada della loro città natale, Zurigo. Il primo singolo I.T. Splash vide la luce nel 1979. «Ricordo quando io e Carlos Péron (il co-fondatore degli Yello che lasciò nell’83, ndr) ci recammo da Ralph Records a San Francisco per negoziare un contratto discografico per il nostro primo album (Solid Pleasures, 1980). Quell’accordo ci ha di fatto catapultato dagli Stati Uniti verso l’Europa, dapprima in Inghilterra, poi in Germania e infine in Svizzera, dove però all’epoca eravamo ancora poco conosciuti. Addirittura il nostro produttore discografico alla Polygram di Amburgo, Louis Spillmann, non sapeva che fossimo, come lui, svizzeri», racconta Boris Blank, classe 1952, che compone tutte le basi musicali degli Yello. Nemo propheta in patria, quindi? «Non particolarmente», spiega Dieter Meier, classe 1945, che cura i testi e soprattutto gli originali video del gruppo. «Fin dai primi anni Ottanta i critici musicali ci notarono e in generale il pubblico di casa ha sempre accolto bene i nostri lavori. Di fatto i primi riconoscimenti sono arrivati proprio dalla Svizzera».

Dopo aver raggiunto una certa notorietà, specie nel circuito dei club underground newyorchesi con brani quali Bostich (1981) e Pinball Cha Cha (1983), Dieter e Boris fecero il botto sulla scena internazionale con il quarto album, Stella (1985), contenente due hit quali Vicious Games e soprattutto Oh Yeah, brano incluso anche nella colonna sonora del film Ferris Bueller’s Day Off. «Non saprei dire con esattezza quale sia la chiave del nostro successo», confessa Meier. «Quello che so è che Boris non ha mai voluto seguire le tendenze o suonare come gli altri perché, di fatto, non poteva farlo: Boris non ha mai imparato formalmente uno strumento, è cresciuto creando suoni con utensili da cucina, inventandosi come percussionista e, in seguito, come tastierista con i synth. Diciamo che è stato obbligato ad arrangiarsi e ciò lo ha portato a trovare una propria identità musicale. Mi sento molto fortunato di poter lavorare con lui. Siamo come due lati di una stessa medaglia: Boris è il tipico svizzero-tedesco preciso e assiduo, quasi maniacale – un gran lavoratore, insomma; io rappresento il lato più sperimentale e artistico (e anarchico). Forse questo spiega il nostro successo».

Un elemento fondamentale che ha segnato la storia del duo zurighese sono gli originalissimi video curati da Meier. «Se non avessi avuto gli Yello, sarei sicuramente diventato regista di film», afferma il settantasettenne che ha all’attivo qualche pellicola a carattere sperimentale. «Quando faccio delle riprese o dipingo, improvviso molto e mi lascio sorprendere da me stesso e dagli eventi. In effetti, la mia è solo anarchia vissuta in un mondo immaginario».

Per ritirare, a settembre, il Premio svizzero di musica al Théâtre de l’Octogone a Pully il duo dovrà salirà su un palco, cosa forse ovvia per dei musicisti, ma non per gli Yello. Dieter e Boris, infatti, non hanno praticamente mai suonato dal vivo, tranne in una famosa performance nel 1983 al Roxy di New York e, nel 2016, in un mini-tour voluto più che altro per i fan e raccolto nel DVD Live in Berlin. «Io uso molta strumentazione e portare la mia “orchestra elettronica” sul palco è complicato», spiega Blank. «D’altronde, non vorrei mai dover andare in scena con un laptop e schiacciare due tasti, come hanno fatto – e fanno ancora – molti artisti di musica elettronica. Ma poi bisogna pensare anche a che cosa si aspetta il pubblico. È chiaro che vorrà sentire i nostri brani classici, come Oh Yeah oppure The Race, ma per restare fedeli al nostro sound vanno adattati, quasi trasformati, ad esempio con una sezione fiati o dei cori: il che significherebbe dover scrivere anche degli spartiti... Con Dieter comunque siamo d’accordo che Yello debba rimanere un concetto audio-visivo, ma stiamo tuttavia pensando a un’idea diversa di Yello “On Stage”, magari qualcosa di più sperimentale, con proiezioni a 360 gradi o qualcosa del genere».

I vincitori

Il Premi svizzeri di musica sono un riconoscimento assegnato annualmente, dal 2014, dall’Ufficio federale della cultura dietro segnalazione di una speciale Giuria composta da esperti provenienti dalle varie regioni del Paese. Quest’anno il riconoscimento, dotato di 40.000 franchi, è stato assegnato al collettivo Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp di Ginevra; al compositore di musica da teatro Daniel Ott (Appenzello esterno); al produttore di techno-house Ripperton (Losanna); alla mezzosoprano Marina Viotti (Losanna); alla pianista Simone Keller (Turgovia), al batterista, compositore e artista elettronico Arthur Hnatek (Ginevra) e al compositore e performer Fritz Hauser (Basilea). Agli Yello è andato invece il Gran premio, del valore di 100 mila franchi.

Premi speciali di musica

Quest’anno i promotori dei Premi svizzeri di musica assegneranno, per la prima volta, anche tre premi speciali a istituzioni e figure importanti della scena musicale svizzera, ovvero l’Association pour l’encouragement de la Musique improvisée (AMR) di Ginevra, la casa editrice Mülirad (Basilea Campagna e Uri) per la pubblicazione della Volksmusiksammlung Hanny Christen e l’organizzatore di festival Daniel «Duex» Fontana (Friburgo). Tutti i premi verranno consegnati, come detto, durante un Gala in programma il 16 settembre a Pully.

© Helen Sobiralski
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