Cent'anni fa

Niente da fare per la Svizzera del calcio, il titolo mondiale va all'Uruguay

Le notizie del 10 giugno 1924
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Nicola Bottani
Nicola Bottani
10.06.2024 06:00

All’America il Campionato mondiale di foot-ball
Uruguay batte la Svizzera 3-0
La finalissima del torneo mondiale di Parigi (nota di 100 anni dopo: si trattò del torneo olimpico di calcio andato in scena ai Giochi di Parigi, ufficialmente riconosciuto come un campionato mondiale. La FIFA all'epoca approvò infatti un documento in cui sanciva che se i tornei olimpici fossero stati organizzati nel rispetto delle regole dettate dall’organismo che governa il calcio a livello mondiale, ai vincitori sarebbe stato ufficialmente assegnato il titolo di campioni del mondo dei dilettanti) è stata vinta in tromba dai giuocatori sud americani, i quali non hanno nemmeno concesso ai rosso crociati di segnare il punto dell’onore: la sconfitta è clamorosa e non abbiamo neppure la soddisfazione di poter dire che gli svizzeri hanno giuocato male.

Errori, sì, i nostri ne devono aver commessi parecchi, a cominciare dal capitano e centro halve Schmiedlin, che è responsabile del primo punto segnato dagli uruguayani a Pulver, che diede occasione facile a Cea di segnare il secondo; ma questi errori – che in qualsiasi altra partita non avrebbero rivestito importanza alcuna – non sono stati che l’occasione per i fortissimi avversari di aumentare lo «score» e di rendere più fulgida, più netta, più indiscussa la meritatissima vittoria. Indecisioni, errori leggeri, non potevano non ricever immediata punizione da avversari che non attendono se non il momento propizio e che sono maestri nello sfruttare simili situazioni.

Indubbiamente, ripetiamo, ha vinto ieri la squadra più degna e noi possiamo solo rammaricarci che la sconfitta sia stata così clamorosa: esaminando a nervi calmi il risultato della finalissima, dobbiamo lealmente ammettere che la formazione elvetica non «meritava» il titolo di campione mondiale, perchè i suoi successi, sebbene clamorosi e meritati, sono stati il frutto più di un assieme momentaneo, di entusiasmo spinto a fondo per il miraggio che sembrava irraggiungibile e che poteva, che sembrava, invece, quasi a portata di mano, che di un vero sistema di giuoco.

I rosso crociati hanno piegato i boemi, gli italiani, gli svedesi con l’energia e la volontà, con il «cuore» infine, più che con la forza fisica e quando di fronte a loro si sono trovati giuocatori superiori per tecnica e non inferiori per velocità, hanno ceduto il comando del giuoco e sono stati battuti.

Non escono i nostri sminuiti dalla lotta formidabile, essi solamente sono rimasti in lizza fra tutte le nazioni di Europa, essi solamente si sono aperti un varco nelle 22 squadre concorrenti ed hanno risolutamente piazzato le maglie rosso crociate della Confederazione elvetica accanto a quelle giallo-oro dei su americani; dilettanti, i nostri, si sono battuti a visiera alzata contro giuocatori che dilettanti più non sono, se non nel termine officiale della qualifica.

Salutiamo i vincitori di ieri, campioni del mondo, e salutiamo e ringraziamo i nostri, campioni d’Europa, che il nome ed il vessillo della patria hanno difeso con ogni loro forza. 

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