#raccontaloagiorgia

Perché ti metti sul piedistallo?

La rubrica settimanale #RaccontaloaGiorgia ospita Vanessa Ruffini, happiness manager e facilitatore mindfulness: ecco alcuni consigli pratici per creare un ambiente di lavoro sano e collaborativo – PUNTATA 6
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Giorgia Cimma Sommaruga
20.01.2022 14:57

Il buon Aristotele chiosava perentorio: «L’uomo è un animale sociale», per Cicerone invece «l’uomo è socievole per natura». I rapporti interpersonali sono alla base della vita di tutti noi, e non è quindi un caso che nel corso degli anni sia diventato sempre più importante ridisegnare le risorse umane in ambito aziendale. Siamo tutti d’accordo che andare al lavoro ogni tanto è difficile e faticoso. La soluzione? Rendere il nostro impiego una esperienza appagante. Perché? Beh, indubbiamente è proprio la qualità delle relazioni che riusciamo ad instaurare con i colleghi (anche con quelli che meno ci piacciono) a rendere un ambiente di lavoro piacevole. Scopriamo come farlo grazie all’ospite di #RaccontaloaGiorgia: Vanessa Ruffini.

Tutti noi, almeno una volta nella vita, siamo stati l’«ultimo arrivato» sul posto di lavoro. E in quante situazioni abbiamo sentito sulle spalle la pressione del collega con più esperienza che, al minimo errore, ci rimprovera: «No! Non si fa così! Te l’ho già spiegato 200 volte!». Per non parlare di quando – magari dopo aver sudato sette camicie – abbiamo consegnato un lavoro perfetto al nostro capo e... «mhmm... si va bene». Insomma, in qualsiasi ambiente di lavoro, dall’ufficio all’officina, dalla redazione alla bottega artigianale, chiunque si è trovato in una situazione del genere. Fortunatamente l’esperta corre in nostro aiuto con una serie di consigli. Quello di oggi è: Sì: saper dare e ricevere feedback; No: solo criticare.

In sintesi

Il campo della formazione manageriale è – purtroppo – ancora permeato da falsi miti e luoghi comuni. Tra questi regnano sovrani «le persone si motivano da sole» e il più tradizionale teorema del «bastone e carota», per finire col cavallo di battaglia «più soldi = più motivazione». Ma avete mai pensato che esprimersi in modo chiaro, comunicare con sensibilità ed empatia, potrebbe risolvere moltissimi problemi di motivazione del personale sul posto di lavoro? La parola chiave è feedback. Al lavoro utilizziamo questa parola largamente. «Ti ho inviato un articolo, mi dai il tuo feedback?». E ancora: «Ho pronta la recensione, aspetto il feedback del capo per poterla pubblicare». Ma cosa significa realmente «dare un feedback»? Il senso letterale italiano di questo termine è davvero intuitivo: non significa altro che un effetto di reazione prodotto da un messaggio su chi lo ha emesso. Pensiamo ad esempio alla comunicazione interpersonale, il feedback non è altro che una risposta di ritorno. E questa risposta ha anche il potere di influenzare l’esito – positivo o negativo – del messaggio che abbiamo sottoposto al destinatario. Ma non andiamo in panico, vediamo di capirci qualcosa in più.

Ecco i consigli dell’esperta

Non salire sul piedistallo. Se sei un responsabile, e sotto di te hai varie persone da supervisionare, è fondamentale che tu dia tanti feedback positivi. Lo stesso vale con i nuovi colleghi, i cosiddetti «ultimi arrivati». Cosa intendo? Quando ti trovi nella situazione di dover insegnare un lavoro al nuovo collega non sentirti su un gradino superiore, e in potere di denigrare quella persona se inizialmente non sa svolgere i nuovi compiti. «No così no! Non sei capace! Te l’ho già spiegato!», ecco: mi riferisco proprio a questo.

Complimentarsi. Denigrare non serve a nulla, piuttosto, fai notare quando le cose sono fatte bene. Se devi supervisionare il progetto del nuovo stagista e dopo un tentativo non riuscitissimo te ne sottopone un secondo discreto: «Bel lavoro! Bravo Andrea!». In questo modo Andrea si sentirà più supportato, acquisirà fiducia con le nuove mansioni e sicuramente le svolgerà nel miglior modo possibile, senza paura e ansia da prestazione. Questo atteggiamento è importante adottarlo con tutti: hai notato che un collega ha preparato una bellissima presentazione? Perché non complimentarti con lui? «Ho visto il tuo progetto, complimenti è davvero ben fatto!».

Diventa un esempio. Non cadere mai nell’errore del pensare «eh ma a me non lo dicono mai...». Non importa, inizia a farlo tu! Ricorda sempre che ogni persona è responsabile del proprio comportamento, non di quello altrui, quindi inizia a fare il tuo con la speranza di andare ad influenzare in modo positivo e costruttivo i tuoi colleghi. Persevera, nessun cambiamento arriva in un giorno, e se dovessi pensare che non sia possibile ti svelo un segreto: da sempre gli studi dimostrano che gli esseri umani sono influenzati – positivamente o negativamente – dall’ambiente in cui vivono la maggior parte del loro tempo. Iniziando a fare dell’autoanalisi si può far si che l’atteggiamento positivo e garbato diventi la normalità sul posto di lavoro.

Aiutare al miglioramento. Immagina di dover correggere il progetto del tuo nuovo collega. Dopo averlo letto ti rendi conto che non è fatto bene: cosa fai? L’altro lato della medaglia è saper dare anche feedback correttivi. «Hai sbagliato! Non si fa così!»: ehi, scendi dal piedistallo, questo è il modo peggiore per farlo. Redarguire una persona senza dare spiegazioni non è una risposta correttiva, semplicemente dai l’impressione di non essere in grado di correggere. In queste situazioni è essenziale essere chiari e dare una spiegazione: «Hai fatto un buon lavoro ma ci sono alcune cose da cambiare: i primi due punti sono chiari e ben fatti, gli ultimi due non molto, quindi sarebbe meglio spiegarli in modo più approfondito e inserire delle immagini». Questo significa essere un buon supervisore o un buon capo. Perché? Beh, è semplice: hai gratificato la persona per il lavoro che ha svolto ma in modo chiaro e costruttivo gli hai anche spiegato cosa non va bene. Il feedback correttivo mira al miglioramento, per fare sì che questo avvenga non dimenticarti di prestare attenzione al tuo tono di voce e al linguaggio del tuo corpo: tutto serve a mettere a proprio agio la persona che ha sbagliato e darle informazioni chiare per potere migliorare.

Se avete domande o desiderate consigli potete scrivere un’e-mail a [email protected] con oggetto «#RaccontaloaGiorgia». Tutte le e-mail saranno lette dall’esperta, che il 24.02.2022, alla fine delle dieci puntate, risponderà in una diretta sui profili Instagram e Facebook del CdT.