Televisione

Piacciono i (cattivi) ragazzi di Amazon Prime Video

È da qualche giorno disponibile sulla piattaforma di Jeff Bezos l'intera terza stagione della serie «The Boys» ideata da Eric Kripke che irride e dissacra l'universo dei supereroi e nel contempo regala un feroce ed inquietante ritratto dell'America di oggi
Max Borg
26.07.2022 14:30

Il 24 aprile 2019 usciva nelle sale cinematografiche del mondo intero Avengers: Endgame, la summa di ciò che i Marvel Studios avevano fatto fino a quel momento con i supereroi della celebre casa editrice. Qualche mese dopo, per l’esattezza il 26 luglio, Amazon Prime Video ci ha messo del suo lanciando la prima stagione di The Boys, adattamento dell’omonimo, scorrettissimo fumetto di Garth Ennis e Darick Robertson. Una serie giunta in questi giorni alla fine della terza stagione che vuole essere una sorta di parola definitiva, molto dissacrante su un genere che Ennis, firma tra le più note e prestigiose nell’ambito del fumetto statunitense per lettori maturi, ha sempre apertamente odiato, al punto che quando gli capita di lavorare in casa Marvel prende gli eroi di punta – tra cui Spider-Man e Wolverine – e li fa maltrattare dal Punitore, il vigilante privo di superpoteri che uccide qualunque criminale gli capiti a tiro.

La poetica di Ennis è fedelmente trasposta dallo sceneggiatore Eric Kripke, già autore della popolare serie televisiva Supernatural, che con The Boys immagina un mondo dove i supereroi sono una questione aziendale: i principali eroi americani, noti come i Sette ed esplicitamente ricalcati sulla Justice League della DC Comics, sono infatti controllati e autorizzati da una multinazionale, la Vought International, e sono in realtà abbastanza incuranti del bene comune e dei comportamenti umani (il leader del gruppo, Homelander, nel primo episodio abbatte un aereo con a bordo gli avversari politici della Vought, mentre l’eroe acquatico Deep molesta sessualmente la nuova arrivata Starlight). Tra i loro più acerrimi nemici c’è William Butcher, che odia tutti i Super e ha messo su un’apposita squadra, i Boys, per smascherare le malefatte degli idoli in costume. Al suo fianco c’è anche il giovane Hughie Campbell, convinto a portare avanti la causa di Butcher dopo che è stata insabbiata la morte della sua ragazza, uccisa da un Super fuori controllo.

Complice lo zampino produttivo di Seth Rogen, già in modalità dissacrante con Preacher (anch’esso tratto da un fumetto di Ennis e disponibile su Prime Video per quanto riguarda il mercato svizzero), la serie va molto poco per il sottile con la sua carica satirica: a farla da padrone è ovviamente l’atteggiamento spudorato nei confronti dell’intero filone supereroistico, dalla Marvel ai litigi fra la Warner Bros e Zack Snyder, ma The Boys è anche e soprattutto un inquietante, e in più punti non particolarmente fantascientifico, ritratto dell’America di oggi. Al punto che molti sedicenti fan dell’approccio irriverente del programma, attratti soprattutto dalla promessa di almeno un momento forte in ciascun episodio (esemplare il marketing della piattaforma per un capitolo della terza stagione, da poco conclusa, tratto da un celebre arco narrativo del fumetto dove si tira in ballo un’orgia tra supereroi), si sono ritrovati visibilmente confusi quando è emerso che uno dei loro beniamini sposava ideali nazisti (e col passare del tempo la figura di Homelander si avvicina sempre di più alla demagogia di stampo trumpiano).

E dal 2020 la serie è anche tra i simboli prediletti di un nuovo corso per lo streaming, che si sta allontanando dal modello Netflix della disponibilità immediata di tutti gli episodi: su richiesta esplicita di Kripke, che viene dal mondo della televisione lineare e sa quanto è importante che ogni singola puntata abbia il suo perché, la seconda stagione (e successivamente anche la terza) è stata distribuita con il sistema ibrido adottato da Apple TV+, con i primi tre episodi in blocco e gli altri a cadenza settimanale, alimentando continuamente le conversazioni intorno a personaggi, attori, colpi di scena e quant’altro. Una strategia che evidentemente ha funzionato, poiché ora Prime Video la userà anche per l’imminente serie tratta da Il signore degli anelli, in streaming a partire da settembre.