Musica

Pupo superstar, Connie Talbot la grande rivelazione

Conclusa in un tripudio di festa l'edizione 2022 di City of Guitars che anche sabato sera ha radunato una grande ed entusiasta folla in Piazza Grande a Locarno
© Facebook (Pupo Ghinazzi)
Mauro Rossi
11.09.2022 10:09

Dopo un venerdì sera interessante ma, nonostante tutto, un po' ... tiepido l'atmosfera si è surriscaldata nella serata conclusiva di City of Guitars che ha radunato in Piazza Grande il pubblico delle grandi occasioni attirato sì dal cast allestito dagli organizzatori, ma trattenuto fino a tarda serata dalla qualità e dall' energia proveniente da un palcoscenico alla fine risultato addirittura troppo piccolo per l'ampiezza delle proposte.

Tra le quali due hanno brillato particolarmente. La prima è la ventunenne britannica Connie Talbot, autentica sorpresa sia perché praticamente sconosciuta al pubblico ticinese sia perché il suo nome non era presente in cartellone. Si è trattato dunque di un autentico coup de theatre del team promotore dell'evento che ha lasciato tutti a bocca aperta. Per la qualità vocale della giovane artista (tutt'altro che una sconosciuta in patria, va detto - provate a digitare il suo nome su qualsiasi motore di ricerca e vi si aprirà un universo...) che, in un'epoca in cui il ruolo dell'interprete tout court, senza troppi orpelli estetici, è un po' messo in ombra, riconcilia con una musica fatta quali esclusivamente di emozioni. La sua versione di un classico quale "Always On My Mind" eseguita da sola alla tastiera è un momento che verrà ricordato nella storia della kermesse così come le sue altre delicate interpretazione di classici con le quali ha dimostrato, al netto di una tenera timidezza, di essere pronta a vestire i panni della grande star internazionale.

L'altro grande protagonista della serata è stato Enzo Ghinazzi in arte Pupo che alla faccia di ogni detrattore rimane uno dei maggiori "riempipista" del pop italiano. E questo grazie ad una grande verve scenica (che ogni tanto scade un po' nel pecoreccio, ma senza mai esagerare) e soprattutto ad un repertorio iper-nazional-popolare in grado di far breccia ovunque e su chiunque e di trasformare ogni ambiente in un festoso concentrato di allegria e spensieratezza. Cosa accaduta anche in Piazza Grande che le sue canzoni hanno trasformato in un immenso, festoso e ilare karaoke nel quale tutti i presenti - nessuno escluso - si sono trovati coinvolti.

Ma non solo attorno a questi due personaggi è ruotato il sabato sera di City of Guitars: grande entusiasmo l'ha suscitato anche l'ormai habitué della rassegna Tony Hadley con la sua forte presenza scenica, la sua timbrica potente (anche se un po' meno duttile che in passato, specie sui toni alti) e un set di grande impatto in cui ha alternato classici dei suoi Spandau Ballet a standard quali "Somebody to love" e "My Way". 

E le chitarre, chiederà qualcuno? C'erano pure loro, magari un po' meno in evidenza rispetto,alle voci, ma c'erano. E hanno raggiunto l'apice in una travolgente versione della floydiana "Confortably Numb" che ha messo assieme sul palco, a fianco della eccellente "backing band" che ha accompagnato con grande mestiere tutti gli ospiti, due virtuosi del calibro di Luigi Schiavone e Stef Burns

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