Rivoltellate e fucilate tra contrabbandieri e finanzieri

Scontri tra guardie e contrabbandieri
al confine italo-svizzero
Mandano da Como: In questi ultimi tempi vi è stata una recrudescenza di tentativi di contrabbandieri al confine italo-svizzero. L’altra sera la guardia di finanza Zeffiro Giorgi, che si trovava in servizio di perlustrazione in territorio di Torriggia, scorse nell’oscurità della notte diverse ombre. Prima che il milite facesse le intimazioni, venne fatto segno a numerosi colpi di rivoltella che lo lasciarono illeso. Estratta la pistola, il Giorgi sparò tutti i colpi contro gli aggressori che si dettero alla fuga. Iniziate indagini da parte del Comando, vennero tratti in arresto tre sconosciuti sui quali pesano diversi indizi. L’altra mattina, presso la vetta del Bisbino, due guardie di finanza si scontravano con cinque contrabbandieri, i quali erano riusciti a varcare la rete e scendevano lungo la montagna. Intimato loro l’alt, i contrabbandieri non obbedivano, di modo che le guardie furono costrette a sparare una ventina di colpi di moschetto in aria, causando la fuga dei contrabbandieri che ripararono in Svizzera. Un altro tentativo di contrabbando venne sventato presso Bizzarone. Diciotto contrabbandieri, sorpresi dalle guardie di finanza, dovettero abbandonare il carico che avevano con loro, scomparendo.
Divieto di far stazionare i veicoli sulle curve stradali
Il Foglio Officiale N. 60 porta il seguente avviso: «Il Dipartimento cantonale delle pubbliche costruzioni avverte che è assolutamente vietato il lasciar fermi dei veicoli a trazione animale od a motore sia nell’interno dell’abitato che in aperta campagna in località dove, per visuale insufficiente, possono succedere degli inconvenienti. Se la strada fosse già ingombra da un veicolo, non deve esserne depositato un secondo. I trasgressori, oltre ad essere tenuti responsabili di eventuali incidenti, saranno passibili di contravvenzione».
Da Breno
Le marmotte sulle montagne del Malcantone
Coll’aiuto della Società dei Cacciatori Luganesi abbiamo portato a buon termine l’esperimento d’introduzione delle marmotte sui nostri monti. Dal Lema al Tamaro ne abbiamo liberate diverse coppie che si sono subito acclimatizzate scavandosi le tane. Ora hanno i piccoli. È necessario però che tutti abbiano a rispettare e a far rispettare le marmotte fino a quando dura il divieto di caccia come al Decreto apparso sul F. O. del 28 luglio. Facciamo affidamento sulla sorveglianza, non solo delle autorità, ma anche dei privati, cacciatori, alpigiani, raccomandando di denunciare subito i bracconieri. Si ricorda che la contravvenzione comporta una multa di fr. 400 non riducibile, di cui la metà va a favore del denunciante. i. b.
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